Ddl Brunetta diventa legge

Ddl Brunetta diventa legge

Con il voto di ieri, il Senato ha approvato con 154 voti a favore, e un solo voto contrario, il Ddl Brunetta sulla riforma del pubblico impiego, che diventa così legge.

Il via libera ha una doppia influenza sui medici: lo stop alla cosiddetta 'rottamazione' dei camici bianchi e la cancellazione dell'obbligo di destinare almeno il 30% della retribuzione al salario di risultato.

"Grazie all'azione, all'impegno e alla tenacia dell'Anaao Assomed e della Cosmed - spiega all'ADNKRONOS SALUTE Carlo Lusenti, segretario generale dell'Anaao Assomed - sono stati riconosciuti due fondamentali diritti che rischiavano di essere cancellati". E' stato infatti eliminato l'obbligo, solo per la dirigenza medica e sanitaria del Ssn di trasformare, il 30% delle retribuzioni fisse in salario di risultato, una proposta che per Lusenti era "scellerata". Inoltre, con questa legge, il pensionamento coatto a discrezione dell'Azienda può essere previsto solo per i dirigenti con 40 anni di servizio effettivamente prestato, "mettendo al riparo dal rischio di rottamazione - conclude Lusenti - professionisti ancora giovani e professionalmente capaci".

Positivo anche il commento di Gianfranco Rivellini, responsabile nazionale dirigenza medica del Sindacato dei medici italiani (Smi). "Abbiamo archiviato - sottolinea in una nota Rivellini - il tentativo di modificare impropriamente le regole contrattuali del settore. Con un lungo e unitario lavoro politico-sindacale abbiamo respinto l'obbligo di destinare il 30% della retribuzione al salario di risultato. Ma abbiamo anche scongiurato che si concedesse un eccessivo potere alle direzioni delle aziende sanitarie sul licenziamento dei medici, la cosiddetta 'rottamazione': con il testo attuale si stabilisce il limite dei 40 anni di servizio effettivamente prestato". Rivellini facendo poi riferimento alla battaglia 'anti-fannulloni' del ministro Brunetta ha aggiunto: "Come Smi ci impegneremo a fondo, ma senza semplificazioni e cadute demagogiche, per rilanciare nella sanità una seria e moderna aziendalizzazione. Questo processo deve essere governato dai medici che sono i veri protagonisti del sistema. Serve - conclude Rivellini - una rivoluzione nella gestione del Ssn che abbia anche come obiettivo uno svecchiamento della categoria all'insegna del merito e dell'efficienza".

"Molto soddisfatto" è anche il Sindacato italiano medici del territorio (Simet). Il Simet rivendica la sua parte di merito in questa 'vittoria' "in ogni occasione, a tutti i possibili livelli di interlocuzione, istituzionale e non - si legge in una nota - abbiamo portato avanti le nostre istanze e rappresentato le nostre ragioni che evidentemente, in qualche misura, siamo risusciti a far valere, come del resto l'approvazione dei due emendamenti dimostra. Indubbiamente questa volta ha giocato un ruolo decisivo la compattezza di tutto il fronte sindacale medico in opposizione ad provvedimenti sicuramente odiosi e apertamente ispirati da intenti punitivi, che ha contribuito in modo determinante al successo della pressante, ma comunque trasparente e corretta, azione di lobbing, trasversale ad entrambi gli schieramenti politici, che ha indotto la Camera, e successivamente il Senato, ad approvare con maggioranze schiaccianti i due emendamenti, senza ulteriori modifiche.


Da DoctorNews del 26 febbraio 2009 - Anno 7, Numero 35
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