Festa al Goldoni, generazioni in dialogo

I giovani medici che, con la voce tremante per l’emozione, presentano il curriculum dei loro colleghi più esperti, premiati per i 50 anni dalla loro laurea. Gli stessi ragazzi che, tutti insieme sul palco ma con una voce sola, pronunciano forte e chiaro il loro “Lo giuro”, accettando le regole e i principi imposte da Ippocrate ed entrando così, a pieno titolo, nella professione. Il silenzio e l’alzarsi in piedi di tutti mentre il presidente Giovanni Leoni elenca i nomi dei colleghi scomparsi quest’anno. L’applauso che sgorga spontaneo e intenso quando dal palco viene mandato un saluto alla dottoressa Viviana Zanoboni, che tanto avrebbe voluto partecipare a questa festa.
Sono stati questi i momenti più emozionanti dell’edizione 2018 della Giornata veneziana del Medico e dell’Odontoiatra, ospitata sabato 3 novembre al Teatro Goldoni e organizzata dall’Ordine in stretta collaborazione con il Comune di Venezia e la sua delegata Nicoletta Codato. Sul palco a fare gli onori di casa il presidente Leoni e Giuliano Nicolin, presidente della CAO lagunare, affiancati quest’anno da una bravissima conduttrice, la giornalista Eva Crosetta, che ha saputo sottolineare con garbo, leggerezza ed ironia tutti i passaggi fondamentali della celebrazione.
E, come nell’edizione passata, non è mancata la musica: da Forrest Gump a Il mago di Oz, dal celebre tema de I magnifici sette alle intramontabili note di Ennio Morricone, le colonne sonore dei film più famosi sono risuonate nel teatro, eseguite dai giovanissimi musicisti della Serafin Youth Symphony Orchestra di Cavarzere, guidata dal Maestro Renzo Banzato.

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I saluti delle autorità
Una festa che è anche e soprattutto un ideale passaggio di testimone tra i professionisti esperti, che hanno visto il mondo sanitario e non cambiare sotto i loro occhi, e le nuove leve, i neoiscritti all’Albo, pieni di speranza, di talento, di voglia di fare. «Questa è la festa – ha spiegato Giuliano Nicolin salutando gli ospiti – dei nuovi medici, di chi ha già fatto un po’ di strada e di chi, come noi, sta percorrendo questo cammino. Oggi, però, vogliamo festeggiare anche coloro che hanno permesso a tutti noi di arrivare qui: il percorso che abbiamo scelto è lungo e difficile e non sarebbe stato possibile intraprenderlo senza l’aiuto e il supporto delle nostre famiglie».
Una cerimonia che, ha ribadito l’assessore comunale alla Coesione sociale Simone Venturini, non è solo un momento importante per la professione medica, ma per la città intera. «Essere medico – ha spiegato – non è solo una scelta personale, è qualcosa che incide sulla qualità dei servizi, della vita, della città. Sappiamo quanto è faticoso oggi fare il medico, con le tantissime sfide da affrontare: le bufale, le fake news, le violenze, i ritmi che rendono tutto sempre più difficile. Ma gli ostacoli si possono superare quando le professioni, l’amministrazione, la politica, l’università fanno squadra. Venezia è un esempio di squadra riuscita perché insieme facciamo tantissime cose».

Una Giornata del Medico e dell’Odontoiatra che quest’anno ha assunto anche un’importante valenza nazionale, grazie alla presenza di tantissimi presidenti, arrivati da molte parti d’Italia – da Gorizia a Bari, da Roma a Palermo, da Vicenza, Trapani, Verona, Rovigo, Salerno, Padova, Belluno e Monza – e dell’intero Comitato Centrale della FNOMCeO, di cui Leoni è vicepresidente, che il giorno prima, venerdì 2 novembre, ha incontrato a Mestre i rappresentanti di tutti gli Ordini veneti (clicca qui per leggere un resoconto dell'incontro).
«La nostra – ha spiegato il numero uno della FNOMCeO Filippo Anelli – è una professione molto bella perché è basata sulla solidarietà, sul senso di umanità e sull’accoglienza di tutti i cittadini. Sono principi che noi viviamo tutti i giorni. La professione è oggi caratterizzata da tante difficoltà: tra i colleghi più anziani c’è disagio, il numero dei medici negli ospedali è ridotto, i problemi nei rapporti con la popolazione, i servizi non adeguati, le violenze e le aggressioni… Ai cittadini diciamo: il medico è il vostro medico, sta con voi per aiutarvi a superare le sofferenze, per aiutarvi a fare un percorso in un momento difficile della vostra vita».
Cultura e formazione gli elementi cardine della professione, secondo Anelli, che ha sottolineato nei suoi saluti anche il problema del difficile accesso per i giovani alle specializzazioni, con il numero insufficiente di borse assegnate ogni anno rispetto al fabbisogno, e il grande sacrificio sostenuto dalle famiglie. Ha ricordato anche come quest’anno si celebrino i 40 anni del Servizio Sanitario Nazionale: un servizio che ha portato grandi benefici. «Ricordate – ha concluso – com’era una volta, il sistema delle mutue, i lavoratori che pagavano per avere assistenza. Questo è sparito nel 1978: siamo diventati tutti uguali, tutti abbiamo avuto diritto alle stesse prestazioni. È stato un grande momento, il momento in cui la sanità diventa un diritto inviolabile dell’uomo. I medici oggi rappresentano ciò che garantisce quel diritto, quella pretesa. I medici sono i medici del cittadino, non dello Stato».
Il presidente della CAO nazionale Raffaele Iandolo si è subito dopo soffermato sui tanti fronti in cui sono impegnati gli odontoiatri in questi mesi, dalla catene low cost alla pubblicità selvaggia ed aggressiva al corretto esercizio della professione. «Il nostro impegno – ha aggiunto – è quello di metterci nei panni del cittadino per tutelare lui e la sua salute. A tutti dico di rivolgersi con fiducia agli Ordini perché sono i tutori della nostra professione».

Sul palco, a portare i saluti del patriarca di Venezia Francesco Moraglia, è poi salito monsignor Orlando Barbaro, direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano, che ha ricordato come la medicina sia dall’antichità associata alla funzione spirituale e religiosa «per quel carattere che ha di affiancarsi alla persona nei momenti critici. Gesù ce l’ha testimoniato andando in cerca soprattutto degli ultimi. La persona, sempre, da quando è concepita a quando termina la propria vita, deve mantenere in pienezza la propria dignità: è il tipo di servizio che i medici sono chiamati a fare, e non devono mai dimenticarlo».

In rappresentanza, infine, del direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben, è tornato al Goldoni il direttore sanitario Onofrio Lamanna, che si è detto orgoglioso di rappresentare il servizio pubblico, ma anche preoccupato per lo stato attuale della categoria. «Noi – ha spiegato – abbiamo messo in piedi qualcosa che funziona e che ha reso tutti i cittadini uguali di fronte alla salute. Le cose però sono cambiate e, onestamente, oggi siamo in difficoltà: i problemi non li abbiamo creati noi, come medici, sono legati a una mancanza di programmazione nel numero di specialisti da far entrare nel servizio. Siamo preoccupatissimi perché non riusciamo a trovare specialisti da far lavorare nei nostri ospedali: non abbiamo anestesisti, pediatri, cardiologi, ortopedici… Si può cambiare da un momento all’altro: l’importante è che la politica prenda in seria considerazione le nostre criticità e ci faccia uscire da questo che ormai è un vicolo cieco».
Parole dure, quelle pronunciate da Lamanna, che parla di situazione gravissima, di medici che soffrono, di “guerra”, di numeri impossibili nell’accesso ai Pronto soccorso, di consumismo sanitario. «Bisogna lavorare seriamente – ha concluso – sull’appropriatezza: è una cosa impopolare, che non porta voti, ma che è la salvezza del sistema».

Generazioni a confronto
Un minuto di silenzio, in memoria dei colleghi scomparsi in questo ultimo anno, seguito da un forte applauso, ha introdotto il cuore delle celebrazioni. Voci tremanti e grandi emozioni hanno attraversato il teatro quando sul palco sono salite le due generazioni a confronto, quando i professionisti premiati per i 50 anni dalla loro laurea sono stati presentati proprio dai giovani neocolleghi, che hanno illustrato ai presenti il loro curriculum vitae.
Sul palco, a ricevere l’omaggio di tutti, sono saliti: Fulvio Veneri presentato da Francesco Perazzolo, Armido Bolgan con Kezia Bertoldo, Roberto Cardani presentato da Silvia Bisello, Daniela Contri con Luca Montaldo, Antonio Donadini presentato da Alice Dal Martello, Giovanni Montesanto con Barbara Mazzucato, Ferruccio Nerici presentato da Silvia Piovesan, Giuseppe Pesce con Stefano Vanin, Piergirolamo Polese presentato da Francesco Pancheri, Franco Puozzo con Beatrice Marchese e Giovanni Rossi presentato da Elena Marchetto.
Ma festeggiano nel 2018 i 50 anni di laurea anche: Augusto Antonello, Vincenzo Baston, Ahmed Bouhssine, Luciano Camatti, Paola Capolla, Antonio Frezza, Gianfranco Pasco, Vittorio Pesenti, Renzo Romanelli e Graziella Zacchello.

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Una sessantina, tra quelli che si sono iscritti all’Ordine nel corso dell’ultimo anno, i ragazzi che sono stati chiamati a uno a uno sul palco per ricevere il certificato di abilitazione e il codice deontologico. Teatro tutto in piedi e in rigoroso silenzio quando la dottoressa Chiara Bruscagnin ha pronunciato a nome di tutti i colleghi il Giuramento di Ippocrate e quando il loro “Lo giuro” è risuonato forte e chiaro tra platea e galleria.

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Il discorso del presidente Leoni
A introdurre questo importante momento, cuore dell’intera celebrazione, è stato il discorso del presidente dell’Ordine e vicepresidente della FNOMCeO Giovanni Leoni che ha passato in rassegna moltissimi dei temi di più stringente attualità legati alla professione medica e odontoiatrica: dalle feste per i 40 anni del Servizio Sanitario Nazionale, «un simbolo della nostra civiltà» ha sottolineato, ai dati sulla spesa sanitaria in Italia e nel mondo; dagli elevati tassi di corruzione nel nostro Paese, che incidono su quella stessa spesa, alle ripercussioni dei continui tagli in termini di straordinari, carenza di professionisti, allungamento delle liste d’attesa; dal rischio del proliferare della sanità privata al concetto di appropriatezza «che – ha sottolineato Leoni – non va applicato solo a noi, ma anche alla politica»; dalle difficoltà che incontreranno i giovani medici e odontoiatri nel loro percorso a quelle di accesso alle borse per le specializzazioni.
«Seguite – ha suggerito alle nuove leve – la scienza e l’etica. Ricordatevi che il piano umano e la comunicazione sono la chiave per instaurare con chi si affida a noi il rapporto di fiducia che è la base di ogni buona cura. Ricordate che non esiste la malattia, esiste l’uomo malato e che il nostro compito non finisce con le disponibilità terapeutiche ma continua anche quando queste saranno esaurite. Perché la nostra missione non è quella di guarire ma quella di curare. Il compito che sarete chiamati a svolgere sarà pieno di soddisfazioni, ma anche difficile e talora gravoso. Ma non dovrete mai sentirvi soli: l’Ordine e la Professione saranno sempre al vostro fianco».

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Chiusura della giornata al Teatro Goldoni dedicata ai ringraziamenti. Il presidente Leoni ha chiamato sul palco i componenti di tutto il consiglio direttivo dell’Ordine veneziano, tutta la CAO lagunare, i componenti della Commissione Pari Opportunità, della Commissione Giovani, i vertici della Fondazione Ars Medica, lo staff di segreteria e tutti i collaboratori, nonché il Comitato Centrale della FNOMCeO e tutti i presidenti degli altri Ordini arrivati a Venezia.
Tutti insieme per ribadire con forza che la categoria c’è, che può compattarsi per affrontare le sfide del futuro, che cercherà soluzioni attraverso il confronto e l’analisi, grazie agli Stati Generali che la FNOMCeO ha avviato per il prossimo anno. Tenendo sempre bene a mente ciò che il presidente Anelli ha sottolineato più volte nelle sue giornate in laguna: «Noi non vogliamo essere i medici dello Stato, vogliamo essere i medici del cittadino».

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Provincia di Venezia

Segreteria OMCeO Ve
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