L'Emergenza anziani non è il futuro, ma già il presente.

L’EMERGENZA ANZIANI NON E’ IL FUTURO, MA GIA’ IL PRESENTE!

Il 2 agosto 2008 è stato pubblicato in prima pagina su Il Gazzettino un articolo intitolato “Gli anziani aumentano, mancano i medici” che continuava a pagina 10 con il titolo “Ospedali invasi dagli anziani”. Ritengo che questo pezzo giornalistico abbia esposto delle valutazioni da tenere in considerazione nelle future scelte socio-sanitarie. Questo perché l'ambito medico sicuramente non può fare scelte di politica sanitaria senza considerare il comparto geografico e sociale in cui si devono stanziare le risorse, tanto più oggi che la tecnologia informatica dà dei mezzi potenti per la valutazione del territorio.

Nell'articolo citato si diceva che “oggi a Nordest gli over 65 rappresentano il 22 per cento della popolazione” aggiungendo che “nel 2030 saranno il 25 per cento della popolazione”. Si evidenziava inoltre come “gli anziani costituiscono circa un quarto di coloro che vanno regolarmente dal medico, il 35 per cento dei malati ricoverati ed il 34 per cento di coloro che si fanno fare una ricetta medica”. A partire da questi dati viene lanciato l'aIlarme poiché mancherebbero medici che sappiano gestire in maniera professionale le problematiche degli anziani.

Stimolato da queste considerazioni, ho pensato fosse giusto approfondire l'argomento calandolo in una realtà sicuramente particolare ma certamente consistente per popolazione come quella del Comune di Venezia.
Facendo parte del gruppo di medici che partecipa al progetto CO.ME.FA.RE., che vede coinvolti insieme nella valutazione epidemiologica delle principali malattie il Comune di Venezia ed i medici di famiglia, ho avuto modo di visionare i dati ufficiali dei quasi 270.000 residenti dei vari quartieri al 31 dicembre 2007 preparati dal Servizio Statistica e Ricerca del Comune di Venezia.

Quello che mi ha maggiormente colpito nel guardare questi numeri è il fatto che in tutti i quartieri vi è una sostanziale differenza fra i maschi ultrasessantacinquenni e le donne della stessa classe di età. Nella Municipalità di Venezia-Murano-Burano, ad esempio, gli uomini di età maggiore di 65 anni sono il 24,18 per cento, mentre nella stessa zona le donne sono il 32,64 per cento, mentre nella Municipalità di Marghera-Catene-Malcontenta, dove vi è la più bassa percentuale di uomini sopra i 65 anni con il 18,54 per cento, le donne raggiungono il 27,44 per cento (tabb.1 e 2). Già questi risultati dovrebbero mettere in evidenza come non soltanto servano interventi mirati di tipo socio-sanitario nei confronti degli anziani, ma anche che si tenga conto della differente percentuale di presenza dei due sessi nei vari quartieri.

Se poi si vanno ad analizzare i dati aggregati maschi-femmine sopra i 65 anni di età nelle varie Municipalità del Comune di Venezia, si evidenzia come nessuna di queste scenda al di sotto del 22 per cento (Chirignago-Zelarino 22,82 per cento) e come anzi il Centro Storico di Venezia si attesti sul 28,72 per cento con Lido-Pellestrina che lo seguono poco più in là con il 27,39 per cento (tab. 2).

Questi numeri che già di per sé sono allarmanti, lo diventano ancora di più se si considerano le difficoltà di spostamento e l’impossibilità di mobilità veloce sul territorio di Venezia che trovano i medici di medicina generale. Sebbene si tenti di far fronte a queste problematiche utilizzando l’informatizzazione per effettuare dei rilevamenti strutturati sulle patologie degli anziani del territorio arrivando a realizzare un cosiddetto audit clinico che aiuti a creare una modalità di gestione del paziente, a tutt’oggi il medico di medicina generale deve anche sopperire alle carenze strutturali che si stanno creando da quando gli ospedali si sono trasformati in luoghi per accogliere quasi esclusivamente i pazienti acuti, poiché capita sempre più spesso di trovarsi ad assistere pazienti che avrebbero beneficiato di un periodo di convalescenza presso una struttura specializzata.

Per poter quindi dare risposte corrette a patologie sempre più complicate e complesse dal punto di vista diagnostico e terapeutico è fondamentale la formazione del medico di famiglia, che ricordo deve comunque conseguire il diploma del corso triennale di formazione in medicina generale per poter esercitare, anche perché questo professionista è sempre più chiamato a gestire patologie come il diabete e l’ipertensione che fino a qualche tempo fa erano di pertinenza elettiva dei vari servizi ospedalieri.

Avendo quindi rilevato come l’”emergenza anziani” non sia per il futuro ma sia già presente nel nostro presente, credo che il medico di medicina generale abbia le competenze per potersi dedicare in maniera adeguata alle molte patologie spesso problematiche degli ultrasessantacinquenni, ma dovrebbe avere anche la possibilità di coordinare gli interventi sul territorio utilizzando anche i cosiddetti “bilanci di salute” degli anziani con cui si possano preparare interventi specifici e mirati a favore di questa rilevante porzione della popolazione.

Dott. Cristiano Samueli   Mestre 7/10/08
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