Rafiki, appello alle onlus: fare rete nell'interesse di tutti

Fare un censimento di tutte le onlus attive sul territorio veneziano e operanti in ambito sanitario per mettere in comune le informazioni e, dove possibile, avviare sinergie. Per fare rete, insomma, e avere più forza, nell’interesse di tutti. Perché «continuando a zappare il proprio piccolo orticello di risultati se ne ottengono pochi».
È questo il sogno che Rafiki – Pediatri per l’Africa, associazione locale di volontari nata nel 2007, sta cercando di realizzare, ora anche con il sostegno dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Venezia che, tra l’altro, ospita nei propri locali la sede della onlus.
Un’area molto vasta e variegata, quella metropolitana, che va da Chioggia a San Donà, passando per centro storico e terraferma. «Sappiamo dell’esistenza di alcune associazioni, – spiega il pediatra e vicepresidente di Rafiki Andrea Passarella – ma è difficile conoscere tutti e avere un quadro completo delle onlus attive. Se avessimo chiara la situazione sul territorio, si potrebbero, ad esempio, scambiare le informazioni sui paesi in cui si va a operare, i consigli per superare gli ostacoli burocratici o per scovare i fondi europei disponibili. O ancora si potrebbe capire se ci sono margini per avviare progetti comuni».

Rafiki – Pediatri per l’Africa è un’associazione nata dal desiderio di un gruppo di professionisti e amici, guidati dalla presidente Maria Pellosio, di portare la propria esperienza anche alle popolazioni che vivono in condizioni critiche nell’Africa Sub-Sahariana a partire da una certezza: nel continente nero la specificità pediatrica conta meno di quella veterinaria. Un bambino, per capirsi, vale meno di una mucca o di una pecora.
Una cinquantina i volontari oggi attivi, per lo più pediatri e infermieri, specializzandi “animati dal sacro fuoco” e pensionati, che trascorrono i loro periodi di ferie o di tempo libero in Kenya, o in Etiopia, o ancora in Burundi e presto in Senegal. Un’attività completamente autofinanziata che spazia dai progetti per combattere la fame alla prevenzione, all’invio di macchinari.
«Affiancati anche – aggiunge il dottor Passarella – dai medici specialisti dell’adulto, andiamo in loco per 15 giorni o tre settimane: ovviamente lì curiamo chi c’è da curare, ma soprattutto formiamo il personale sanitario affinché le popolazioni possano rendersi autonome e indipendenti. Ci confrontiamo con gli infermieri locali, che sono bravissimi, e cerchiamo di spiegare la parte pediatrica nell’ottica del risparmio dei farmaci e della prescrizione corretta. Tutti i fenomeni di resistenza batterica nascono lì, in Africa e India, perché il medico dà gli antibiotici a tutti. C’è poi un altro problema da affrontare: ad occuparsi di sanità in Africa sono quasi sempre religiosi… Si avvia un progetto con loro e poi, magari, a metà strada, vengono trasferiti in altra sede. Questo complica le cose».

Rafiki-Pediatri per l'Africa dal 2015 svolge, poi, anche attività di assistenza e cura dei migranti presso l'Hot Spot di Pozzallo, in provincia di Ragusa. Il fenomeno Migranti, infatti, da emergenza si è trasformato in una costante necessità di intervento. Con i colleghi che hanno aderito al progetto, dunque, nel 2015 l'associazione ha assistito oltre 5mila migranti, nel 2016 oltre 7.200 e a partire dal  prossimo 17 giugno e fino al 30 settembre, Rafiki garantirà la propria presenza grazie a una convenzione stipulata con l'Azienda Sanitaria di Ragusa, a titolo completamente gratuito, attraverso l'autofinanziamento.
Un intervento che si rende ulteriormente necessario dati gli arrivi di moltissimi Minori non accompagnati, il cui numero, dal 2015 ad oggi, è più che raddoppiato, con una percentuale, rispetto alla popolazione adulta, che è passata dall'8% ad oltre il 15%.

Una rete simile a quella che immagina Rafiki, per ora, in Italia è stata costituita solo in Liguria, dove nel novembre 2010 è nato il Consorzio SpeRA – Solidarietà, Progetti e Risorse per l'Africa che, partito con l’adesione di 16 onlus, ora ne mette insieme ben 38, tra cui anche la onlus veneziana: dai Lions con i progetti per l’acqua ad Afron – Oncologia per l’Africa, dagli Psicologi per i Popoli del Mondo agli Amici della Sierra Leone, alle associazioni cattoliche. «Non puntiamo a tanto – prosegue il pediatra – a noi basterebbe fare rete con chi, sul nostro territorio, lavora in particolare in campo sanitario. È un progetto a cui pensiamo da tempo ma che pare difficile da realizzare. Speriamo sia la volta buona».

Una realizzazione, invece, che potrebbe non essere così difficile, con un po’ di buona volontà e la collaborazione dei colleghi: il primo passo da fare è definire il quadro della situazione attraverso un censimento.
Per chi, allora, tra medici e odontoiatri, è attivo anche nel campo del volontariato sanitario è sufficiente inviare una mail all’indirizzo info@rafikiforafrica.org indicando il nome dell’associazione a cui si aderisce, i contatti (recapito telefonico, indirizzo e-mail ed eventuale sito web) e una breve descrizione delle attività svolte e dei progetti avviati. Raccolte queste informazioni, Rafiki si occuperà di creare e gestire questa rete nell’interesse di tutti.
Un gesto molto semplice, con uno spreco di tempo davvero minimo, ma che potrebbe portare a risultati importanti.

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Provincia di Venezia

Per informazioni: Rafiki – Pediatri Per L’Africa Onlus, c/o Ordine dei Medici, via Mestrina 86, 30172 Mestre – Venezia, E-mail: info@rafikiforafrica.org

 

Segreteria OMCeO Ve
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