Riflessioni sul Primo Simposio Nazionale sulla Desistenza Terapeutica

Alla fine del Primo Simposio  Nazionale sulle decisioni di fine vita le riflessioni del moderatore e responsabile 
scientifico dell'evento per l'OMCeO di Venezia

Innanzitutto devo ringraziare la folla che ha letteralmente gremito la sala dell'Hotel Michelangelo di Mestre. Mi ha fatto molto piacere vedere tanta gente attenta nel silenzio più totale alle parole dei relatori.

Devo dire che è stato un grande messaggio di civiltà e soprattutto rispetto verso chi in questo momento è soggetto alle decisioni di fine vita.
Non meno importanti sono stati gli interventi dei relatori, di livello direi sopraffino e tutti sicuramente carichi di passione e dolore per coloro che soffrono.

Le relazioni del Dott. Maurizio Scassola, del Dott. Davide Mazzon, del Prof. Corrado Cannizzaro, del Prof. Massimo Cacciari, del Dott. Claudio Cricelli, del Prof. Corrado Viafora e del Prof. Sen. Ignazio Marino hanno affrontato l'argomento delle problematiche di fine vita ed in particolare della desistenza terapeutica partendo ognuno da punti di vista completamente diversi ma arrivando comunque a sottolineare il fatto che in una società come la nostra bisogna iniziare ad affrontare con coraggio il concetto di morte per dare delle risposte serie ai morenti.

In questo senso è stata molto toccante la testimonianza di Beppino Englaro, padre di Eluana la ragazza in stato vegetatitvo permanente da oltre 16 anni, oltre al contributo del Dott. Luciano Orsi dell'Unità Cure Palliative di Crema e ad un videomessaggio del Dott. Guido Bertolini responsabile del coordinamento del GiViTI.

E' stato importante inoltre il fatto che il Dott. Maurizio Scassola abbia proposto di creare un laboratorio bioetico per le riflessioni di fine vita a Venezia.

Da ultimo, ho vissuto da moderatore un evento che ritengo storico perché sicuramente ha mandato un messaggio chiaro ed inequivocabile ai politici ed alle Istituzioni: "pensate anche alla dignità del morente!".
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