Tar Lazio: "non si può chiudere uno studio (solo) per inadempienze burocratiche"

Importante sentenza che tutela il diritto alla cura

"Non è possibile chiudere uno studio a cui non viene confermata l'autorizzazione all'esercizio se il diniego non è stato opposto per ragioni tecniche, igieniche e sanitarie, ovvero se non vi è un pericolo per la salute  pubblica".

Ad esprimersi è il TAR Lazio accogliendo le istanze cautelari in giudizio degli odontoiatri ricorrenti, sostenuti dai legali di ANDI Roma, contro la sospensione dell'attività di alcuni studi per la mancata conferma dell'autorizzazione all'esercizio della professione. 

"L'importanza dei provvedimenti giudiziali resi è agli occhi di tutti", dichiara Sabrina Santaniello, presidente ANDI Roma.  "Il grande risultato ottenuto -continua- consiste nel fatto che il Collegio giudicante ha ritenuto che i dinieghi di conferma all'esercizio della professione odontoiatrica, non essendo stati opposti per ragioni tecnico, igieniche e sanitarie e dunque non provocando nella fattispecie pericolo per l'incolumità pubblica, avrebbero comportato, invece, un grave danno per i pazienti che non avrebbero potuto continuare le cure". 

Il TAR, in attesa della definizione nel merito della questione, ha accolto le istanze cautelari dell'intervento ad adiuvandum di ANDI Roma (intervento sostenuto anche in seguito al parere richiesto alla CAO Roma) consentendo quindi ai professionisti coinvolti di proseguire legittimamente la propria attività professionale scongiurando la chiusura degli studi per problemi di natura esclusivamente burocratica.

Soddisfatto anche il presidente CAO Roma Brunello Pollifrone che sottolinea come, nonostante sia stato richiesto alla Regione di revocare i provvedimenti di chiusura, gli odontoiatri oggetto di provvedimento dovranno rivolgersi al Giudice per vedere legittimata la possibilità di continuare ad esercitare la professione continuando a curare i propri pazienti.

"Continueremo -dice ad Odontoaitria33- a pressare la Regione affinchè sani la questione ed eviti di creare ulteriori disagi in primo luogo ai pazienti degli studi interessati garantendo il loro diritto di cura".

Da Odontoiatria33

Segreteria OMCeO Ve
Notizie
Pagina visitata 5127 volte