Zero K: tecnologia ai limiti (etici) della medicina

Don De Lillo - Zero K

«Il macigno più pesante che la melancolia possa tirare a un uomo è dirgli che è arrivato alla fine della sua natura, o che non esiste nessun stato a venire». Ross Lockhart sembra però aver scoperto chi può aprire le porte all’immortalità. Si tratta di un gruppo denominato Convergence che, attraverso ricerche biomediche e nuove tecnologie, propone di conservare i corpi e le coscienze fino al giorno in cui la medicina potrà guarire ogni malattia.
Grazie ai servizi di Convergence si può essere “ibernati” adesso perché affetti da qualche patologia che porterebbe alla morte, per essere svegliati tra qualche centinaio di anni quando la scienza sarà in grado di sconfiggere tutte le malattie. “Morire un po’, per vivere poi in eterno”.

Ross Lockhart, magnate della finanza e persona ricchissima, a questo progetto ci crede e lo finanzia ampiamente, perché la sua compagna Artis sta morendo per una malattia incurabile. La sua è una vera e propria fede, una fede nella tecnologia che sostituisce l’idea della resurrezione cristiana con lo “scongelamento” a tempo debito. E la sua fede è così forte che decide di “accompagnare” Artis nel suo percorso, pur essendo lui perfettamente sano.

Le strutture per la realizzazione di questo progetto di criogenesi sono state edificate in un posto desertico lontano dalla civiltà. «File di corpi umani dentro una serie di gusci lucenti… code , file, lunghe colonne di donne e uomini nudi in sospensione congelata… […] Persone dalla pelle di vari colori, posizionate in modo uniforme, con gli occhi chiusi, le braccia conserte, le gambe chiuse… Erano esseri umani intrappolati, indeboliti, vite individuali abbandonate in una regione di frontiera di un futuro fatto di speranze».
Ma per accedere a questa speranza bisogna essere ricchi, molto ricchi… Qui si assiste a un capovolgimento dell’assunto evangelico “beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli”: questa “vita eterna appartiene a coloro che sono straordinariamente ricchi”.

Il libro apre a molte riflessioni: fino a dove può spingersi l’uso della tecnologia? È etica una tecnologia che può essere offerta solo a pochi “eletti”? Quali scenari si possono immaginare qualora qualcuno di questi “ibernati” dovesse “ritornare” in vita? Saranno in grado di adeguarsi a un mondo che nel frattempo sarà completamente cambiato? E i sentimenti, gli affetti, l’essenza dell’uomo stesso che impatto subiranno?
Non sembra poi tanto lontana l’ipotesi che questo si possa verificare e non è quindi del tutto assurdo cominciare a pensare a questi inquietanti scenari.

Ornella Mancin, Presidente Fondazione Ars Medica

Don De Lillo
Zero K
Einaudi Editore 2016
Pagg. 248
€ 19,00

 

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