DOSSIER FORMATIVO: LUCI ED OMBRE

A posteriori del convegno svoltosi il 22 febbraio u.s. a Martellago (Ve) a tema “DOSSIER FORMATIVO 2014-2016: CENTRALITA’ DEL MEDICO E DELL’ODONTOIATRA O NUOVO CREDITIFICIO? ”, cosa ci rimane di quella full immersion nel DOSSIER FORMATIVO? Probabilmente più ombre che luci.
Il dossier formativo costituisce certamente, nelle intenzioni dei suoi ideatori - in primis il Dott. Luigi Conte, Segretario della FNOMCeO e coordinatore attività ECM per la medesima Federazione Nazionale degli Ordini – una sorta di rivoluzione copernicana del sistema ECM, volendosi così mettere al centro del programma formativo del medico le sue proprie esigenze, i temi e gli argomenti che egli medesimo riconosce necessitargli di aggiornamento.
Va benissimo che il dossier formativo possa avere - anzi tante volte sia auspicabile abbia - una dimensione di gruppo, piuttosto che individuale.
Va anche bene che tutto sommato sia abbastanza facile e veloce progettarlo, questo “benedetto” dossier formativo, previa registrazione al sito del COGEAPS (http://application.cogeaps.it ): vedasi le slides della dott.ssa Bianconi, dalla 9.a alla 19.a, di imminente pubblicazione sul sito dell’Ordine dei Medici di Venezia, al file IL DOSSIER FORMATIVO E DI GRUPPO ISTRUZIONI PER L’USO.
Fin qui tutto (o quasi tutto) bene, ma da qui in poi sono in realtà molte di più le ombre che le luci.
Innanzitutto il linguaggio con cui si articolano gli obiettivi delle tre aree - 1.a) obiettivi tecnico-professionali, 2.a) obiettivi di processo e 3.a) obiettivi di sistema - in cui consiste il DF: è un linguaggio poco comprensibile, improntato per lo più alla terminologia ospedaliera, piuttosto che a quella in uso nella medicina generale, del tutto avulso dalla realtà quotidiana della libera professione e dell’odontoiatria in particolare.
Dopo che il medico avrà progettato il suo DF, individuale o di gruppo, come potrà alimentarlo? dove troverà i corsi ECM perfettamente corrispondenti agli obiettivi individuati nel suo DF?
Posto che, come ci è stato ben spiegato, il DF costituisca la cornice del mio percorso di aggiornamento continuo in medicina, una sorta di puzzle la cui traccia mi sono disegnato partendo dalla consapevolezza delle mie necessità, come recuperare i tasselli perfettamente innestantisi nel mio progetto?
Qui parrebbe quanto mai provvidenziale la concertazione tra i medici e la struttura formativa della loro Azienda Sanitaria (leggi Ufficio Formazione della ASL): i medici mettono a fuoco le loro esigenze e l’Uff. Formazione gli organizza gli eventi ad hoc, tali da soddisfare i bisogni formativi. In questo fa testo l’esperienza che abbiamo potuto ascoltare essersi svolta nelle ASL di Treviso e di Rovigo.
Ma per la medicina del territorio: quali modalità di aggregazione della domanda formativa e ancor più della risposta formativa?
Per non parlare dei colleghi liberi professionisti tout court, degli odontoiatri in primis, del tutto abbandonati a loro stessi, alla loro onerosissima intraprendenza et cetera et cetera.
Purtroppo qui le ombre sul DF diventano buio pesto, se veniamo a guardare la realtà formativa delle Aziende della ns Provincia: al contrario di Treviso o di Rovigo, a Venezia siamo veramente all’anno zero in quanto a sperimentazione - altro che realizzazione! - del dossier formativo: ad oggi nulla è mai stato progettato!
Se ancora non fossimo abbastanza scoraggiati, pensiamo ad altre due questioni decisamente scottanti che rimangono sul tappeto: il discrepante riconoscimento della formazione effettuata all’estero, i cui crediti vengono valutati solo al 50%, e l’onerosissima opera di validazione dei dossier formativi, che al momento è in capo ai singoli Ordini, le cui Segreterie rabbrividiscono al pensiero di quale e quanta forza lavoro, in termini di personale dedicato, possa venire assorbita dall’esame e dalla conseguente validazione dei dossier formativi, che per il triennio 2014-2016 sono la modalità di accertamento dell’adempimento formativo del medico.
Or dunque, non ci resta che rimboccarci le maniche e cercare di dipanare codesta matassa, nella speranza di trovare, cammin facendo, sia le più funzionali modalità locali, sia le sinergie nazionali con la Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina che ci sono state promesse.
Buon dossier a tutti!

Luca Barbacane

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