I Camici Bianchi escono dall'Ospedale.

Circa ottanta medici ospedalieri del Civile con una rappresentanza dei medici di base hanno fatto oggi pomeriggio una "passeggiata" di protesta in camice bianco, con sopra il cappotto viste le temperature, ma armati di striscione e barella con tanto di manichino avvolto in un lenzuolo che rappresentava la "sanità malata".

Cori e fischietti hanno fatto da sottofondo al nostro passaggio sotto gli sguardi increduli dei passanti fra i quali magari c'erano alcuni dei nostri ex pazienti o loro parenti.

Perchè a Venezia ci si conosce un pò tutti e i medici del Civile in camice in giro a protestare non li aveva ancora mai visti nessuno.

Le radici goliardiche hanno fatto clamorosamente breccia anche in tanti brizzolati seri professionisti plurispecializzati tra cui alcuni primari.

 Partiti da campo S. Giovanni e Paolo, ci siamo diretti verso Rialto e poi a S. Marco al Palazzo della Regione in via XXII marzo dove il gruppo ha sostato e dimostrato rumorosamente contro il Consiglio Regionale rinchiuso poco distante, speriamo a lavorare.

Successivamente il corteo si è diretto verso la piazzetta S. Marco  sotto le colonne di Marco e Todaro dove sono state fatte le ultime foto per la stampa.

Un momento di grande unità della categoria che rivendica, anche se in modo allegro, la propria dignità professionale, il proprio ruolo nella sanità.

Se non mi paghi non mi rispetti, nè rispetti il mio lavoro, nè i pazienti che poi, incolpevoli subiscono alla fine le conseguenze di una nostra protesta sulla loro salute.

Sì, la rabbia e la frustrazione di questi giorni hanno trovato uno sbocco positivo, ma dopo questo momento unico che ricorderemo nel tempo e che ci farà tornare domani al lavoro più uniti, il pensiero diffuso è stato come continuare la protesta contro il Consiglio Regionale senza danneggiare i pazienti.

Perché noi siamo prevalentemente medici di corsia ospedaliera e di sala operatoria, i nostri pazienti li conosciamo letto per letto, ognuno con la sua storia, i suoi problemi e i suoi parenti e questa situazione questa responsabilità di abbandonarli non la sopportiamo proprio. Non è nel nostro stile.

Ci stiamo armando controvoglia per lo sciopero ma la risposta comune la troveremo venerdì in assemblea congiunta Mestre Venezia se la politica continuerà ad essere sorda al continuo richiamo all’impegno a cui la stiamo sottoponendo nelle varie forme ormai da giorni.

E quando questa storia sarà finita, perché siamo certi che finirà presto, sarà tempo che medici, direttori e politici comincino a dialogare fra loro con un linguaggio comune e che si ascoltino a vicenda se i cittadini vogliono una sanità al passo coi tempi.

In caso contrario ognuno si assumerà le proprie responsabilità davanti ai pazienti ed ai loro parenti che si fidano di noi in quanto medici.

Ma dopo questo trattamento che ci ha riservato la politica per la nostra dignità professionale e dopo la scoperta di come viaggia il “bilancio familiare“ di questa AULSS, per quanto ci riguarda niente sarà più come prima.

Ringraziamo il Questore che ci ha permesso di manifestare oggi e i ragazzi della Polizia di Stato che, a norma di legge, ci hanno dovuto scortare oggi pomeriggio in giro per la città.

Alla fine per noi sono state circa due ore di protesta in stile goliardico, ma loro stavano lavorando per noi.



Giovanni Leoni

Segretario Aziendale CIMO-ASMD
Consigliere  OMCeO  Provincia di Venezia
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Notizie medici
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