Il caso del falso medico

Vorrei cominciare facendo il punto sulla vicenda che in queste ultime settimane è stata più volte ripresa da stampa e televisione e riguardante il caso del falso medico. In effetti, la prima segnalazione alla Procura della Repubblica è partita proprio dal nostro Ordine, poiché questo soggetto aveva presentato a noi l’autocertificazione (falsa) per richiedere l’iscrizione all’Albo dei Medici Chirurghi.

Nel merito l’art. 1, comma 1, DPR 403/98 “Regolamento di attuazione degli artt. 1, 2 e 3 della legge 11 maggio 1997, n.127”, in materia di semplificazione delle certificazioni amministrative, ha introdotto la possibilità di autocertificare anche i titoli di studio, abilitazione e specializzazione, quindi il soggetto che richiede l’iscrizione all’Ordine compila un’autocertificazione relativamente a laurea, abilitazione e casellario giudiziale. La legge prevede che l’ente ricevente provveda alla verifica a campione dei dati.

Da subito il nostro Ordine ha ritenuto che una verifica a campione su dati così importanti fosse poco opportuna ed ha quindi ritenuto di avviare una procedura di verifica di tutte le autocertificazioni prima di procedere all’iscrizione (deliberazione n. 5/99).

Sulla base di queste premesse, la segreteria ha proceduto alle verifiche di rito anche nel caso di specie, scoprendo che il soggetto non risultava mai iscritto all’università. A quel punto, tutta la documentazione è stata trasmessa per competenza alla Procura della Repubblica, che ha avviato l’indagine che ha portato alla sua individuazione.

Mi preme precisare che noi non abbiamo fatto altro che il nostro dovere.

Questa persona, però, in precedenza aveva gestito per quasi un anno un Centro Estetico, ha lavorato in case di cura nel bresciano e soprattutto, nel mese di luglio, all’Ospedale di Bussolengo e al Pronto Soccorso di Isola della Scala. Certamente questo spinge tutti noi a chiederci quali procedure di verifica e controllo siano state fatte dagli altri soggetti a ciò deputati, soprattutto come vengano reclutati dalle società di servizi, professionalità tanto importanti e delicate. Nella mia esperienza ricevo spesso richieste ed offerte di lavoro, direttamente qui all’Ordine, da società di servizi straniere; quasi mai questo tipo di richiesta viene veicolata tramite l’Ordine da società italiane. Questo dato dovrebbe farci riflettere, poiché è proprio l’Ordine il garante della professione ed è tramite l’Ordine che si può verificare la credibilità di un soggetto.

Preciso inoltre che il nostro metodo di lavoro, spesso mette in risalto anche autocertificazioni mendaci dal punto di vista del casellario giudiziale, perché i soggetti che sottoscrivono il modulo trascurano di indicare condanne penali anche di lieve entità (soprattutto se si tratta di infrazioni al codice della strada). Poiché siamo una pubblica amministrazione la nostra istanza di verifica ci consente di accedere a tutte queste informazioni (anche quelle che solitamente non vengono menzionate nel certificato penale) e apre una vertenza per il soggetto, poiché noi siamo tenuti sempre e in ogni caso a comunicare alla Procura della Repubblica la falsa certificazione.

Voglio quindi invitare tutti i colleghi a prestare attenzione alla compilazione dell’autocertificazione anche in altri contesti, essendo questo un documento importante, che produce serie conseguenze non solo in ambito amministrativo.

Questo argomento mi consente di allacciarmi ad un altro tema che mi sta molto a cuore come segretario dell’Ordine ed è quello della raccolta-dati degli iscritti. Il nostro Consiglio in quest’ultimo mandato ha posto in essere una serie di iniziative volte a sensibilizzare gli iscritti a fornirci una serie di dati al fine di semplificare la comunicazione Ordine-iscritto.

Con questo sistema si è avviato un processo di puntuale riordino dell’anagrafica anche con l’implementazione degli strumenti informatici (utilizzo della Posta elettronica certificata, dell’e-mail ordinaria, dei fax e sms inviati da supporto informatico, ecc….). Sicuramente ciò ha prodotto maggiore efficacia nella comunicazione con quei colleghi che hanno saputo accogliere la nostra richiesta ed hanno compilato la modulistica che quasi un anno fa è stata inviata a tutti noi.

Alcuni dati potranno rendere più concreta questa mia considerazione:

da gennaio ad ottobre 2010 l’Ordine ha assegnato gratuitamente 1353 caselle di posta elettronica certificata; ha aggiornato i dati di 1651 iscritti grazie ai moduli compilati; inserito 1794 contatti telefonici aggiornati e 1613 indirizzi di posta elettronica aggiornati. Questi numeri però coprono circa il 35% degli iscritti (4.047), ma sono comunque in crescita costante.

Con la speranza di continuare così, ri-pubblichiamo il modello di raccolta dati messo a punto dalla segreteria, invitando tutti coloro che non hanno ancora provveduto a trasmetterlo, al più presto, anche via fax al numero 041/989663 o per e-mail (info@ordinemedicivenezia.it ).

Inoltre, questi aggiornamenti vanno ad implementare anche le anagrafiche della FNOMCeO e dell’ENPAM, consentendo di fotografare con sempre maggiore efficacia la nostra professione e creare un elenco di professionisti VERI da poter mettere a disposizione dei cittadini, anche per scongiurare casi come quello citato.

Inoltre, il nuovo sistema ECM sfrutterà questo sistema anagrafico per mettere in rete tutti i professionisti e consentire che la certificazione dei propri crediti sia effettuata direttamente dalla Commissione Nazionale ECM, questo un futuro molto prossimo che semplificherà la vita a tutti noi.

Certa della vostra collaborazione mi aspetto che in tanti compiliate il questionario e lo trasmettiate alla segreteria.

Il segretario OMCeO Venezia
       Caterina Boscolo

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