"L'esigenza di risparmiare non può andare a discapito dei pazienti e della qualità della cura”

di Gaia Bortolussi . NORDEST SANITA' ON LINE Abbiamo chiesto al dott. Giovanni Leoni, Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Venezia, la sua opinione a riguardo

L'associazione Acoi, sulla scia delle segnalazioni di migliaia di medici, accusa la corsa a ridurre i costi della sanità e denuncia che i bisturi utilizzati in sala operatoria sono di qualità sempre più scadente

La denuncia arriva dalla Acoi, l'Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani, nella persona del suo Presidente, Diego Piazza, che fa sapere tramite delle dichiarazioni rilasciate a Repubblica che "la continua ricerca del prezzo di mercato più basso, con criteri di valutazione spesso discutibili da parte delle commissioni regionali, ha determinato un livellamento verso il basso della qualità”. “La mediocre qualità dei bisturi utilizzati oggi ha conseguenze sia estetiche, perché il taglio perde la famosa precisione chirurgica, sia infettive, perché, aumentando il trauma cutaneo per incidere una superficie, si aumenta il rischio di contaminazione batterica della ferita".

"Quanto ai costi - prosegue il presidente dell'Acoi - possiamo affermare che si tratta di una scelta antieconomica, perché per uno stesso intervento può essere necessario utilizzare più bisturi, cosa che non si verificherebbe con un buon bisturi che, al contrario, potrebbe essere utilizzato più volte durante lo stesso intervento".

Abbiamo chiesto al dott. Giovanni Leoni, Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Venezia, la sua opinione riguardo quanto denunciato dall'Acoi.

“Queste dichiarazioni fanno al paio con la recente clamorosa denuncia riguardo la qualità dei guanti fatta da Francesco Corcione, il Presidente Società Italiana di Chirurgia. Sia Corcione, che Piazza sono stimatissimi colleghi e professionisti dei quali conosco l' operato, perciò mi viene doverosa una considerazione; per questi stimabili professionisti, e per tutta la categoria dei chirurghi, fare dichiarazioni così allarmanti che coinvolgono i media non è per nulla usuale. Credo, quindi, che in entrambi i casi il coinvolgimento del pubblico in queste questioni sia dovuta al fatto che, provati altri modi di denuncia, e di risoluzione dei problemi, non siano stati ascoltati, quindi si siano trovati costretti a rivolgersi ad altre strade. Mi sento di affermare che quanto accaduto sia stato consequenziale ad altri tentativi più globali di risolvere il problema senza clamore”.

“Se si è arrivati a questo punto, vuol dire che la preoccupazione è talmente forte da superare quella che è la normale riserva dei chirurghi riguardo alla propria attività professionale”.

“Il bisturi- aggiunge il dott.Leoni- che viene considerato un simbolo dell'attività chirurgica, diviene doppiamente simbolo per la causa dei ribassi, in quanto, dal punto di vista del costo non può essere paragonato ad altri strumentari più complessi”.

“Il calo della qualità degli approvvigionamenti che c'è stato nei reparti di cui abbiamo avuto notizia è reale. Perciò credo si sia sentito da parte de professionisti il dovere di esplicitarlo. Questa questione coinvolge anche un altro aspetto, che riguarda la possibilità da parte del chirurgo di poter incidere sulla qualità degli strumenti che utilizza per curare le persone, e delle quali è l'unico responsabile”.

Il medico chirurgo è responsabile della qualità del suo lavoro e avrebbe necessità di avere anche degli strumenti adeguati con i quali operare quotidianamente, “quindi diviene indispensabile, secondo me, poter avere la possibilità di decidere sulla qualità degli strumenti. Non si può mettere come primo criterio di scelta il costo, che va considerato solo a parità della qualità e facendo attenzione a non scendere sotto un certo standard”.

Prima di tutto “bisognerebbe vedere quali sono le caratteristiche intrinseche al bando per l'aggiudicazione di una commessa su una fornitura ospedaliera, vedere se le ditte che partecipano rispettano certi requisiti e, infine, rivedere le commissioni regionali che vengono regolate da dei criteri che vanno rivisti: se questi sono i risultati pare evidente che c'è qualcosa che non funziona”.

“Perciò – conclude il dott.Leoni- mi sento di ribadire che questo atteggiamento da parte dei professionisti che si sono esposti tramite i media, denota la necessità di far arrivare un messaggio, non percepito a livello istituzionale, al fine che si rivedano i criteri di composizione delle commissioni regionali, sopratutto quando queste hanno dei ruoli importanti nella selezione delle forniture; selezioni che non devono andare a discapito degli utilizzatori finali e delle utenze”.

 

foto di OMCeO Venezia - Ordine Provinciale Medici Chirurghi ed Odontoiatri.

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