Prestazioni inutili, i medici: “No alle intimidazioni”

I medici non ci stanno: non sono loro a dover pagare per le prestazioni ritenute inutili. E lo dicono forte e chiaro in un documento approvato dal nuovo Comitato Centrale della Federazione Nazionale (FNOMCeO) guidata da Roberta Chersevani. Il nodo della questione è contenuto nella bozza d'intesa tra il Governo e le Regioni sui tagli alla sanità in programma nel 2015 e che impone ai medici di pagare le prestazioni inappropriate, considerate un danno patrimoniale.

“Esprimiamo una forte preoccupazione e contrarietà – spiega Roberta Chersevani – sui contenuti della bozza e sulle proposte di emendamento fatte dalle Regioni stesse, per razionalizzare la spesa sanitaria. Non si può, infatti, pensare di conseguire l'appropriatezza imponendo per decreto modalità e percorsi che non coinvolgano, e da subito, i medici”.

L'obiettivo è sempre lo stesso: garantire la qualità e la sicurezza delle cure e la salute del cittadino. “Tutto questo – prosegue la presidente – non si può certo realizzare attraverso una logica intimidatoria dei professionisti e in un’ottica esclusiva di risparmio economico”. Una posizione ferma, ma che non è assolutamente di chiusura. “La nostra, in ogni caso – spiega ancora – è un’apertura a percorsi condivisi. Siamo disponibili a una collaborazione istituzionale per rivedere un'impostazione che appare oggi punitiva e non privilegia la qualità che deve essere l'obiettivo di ogni percorso di appropriatezza”.

L'impatto del fenomeno “visite inutili”, secondo alcune stime, sarebbe di 13 miliardi di euro, il 10,5% della spesa sanitaria complessiva. Ovvio, dunque, che Governo e Regioni vogliano metterci le mani. Il medico, però, prescrive ciò che ritiene giusto seguendo la propria coscienza e la propria deontologia professionale. E, secondo i camici bianchi, il provvedimento andrebbe a colpire proprio la possibilità del dottore di decidere in scienza e coscienza la cura più adatta per il suo paziente.

Certo, il problema dell'eccessivo ricorso a farmaci ed esami esiste, ma, secondo la Federazione nazionale, questi comportamenti non vanno affrontati attraverso imposizioni dall'alto, ma scoraggiati con percorsi del tutto opposti, a partire da un maggior coinvolgimento e una maggiore responsabilizzazione dei medici stessi.

E una bocciatura alla proposta di far pagare ai medici gli esami inappropriati arriva anche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che smentisce sia già stato raggiunto un accordo tra Governo e Regioni. “Noi abbiamo presentato la nostra proposta – dichiara la titolare del Dicastero – e le Regioni i loro emendamenti. Alcuni sono ricevibili mentre su altri abbiamo dato parere negativo per motivi oggettivi. Quello sulla responsabilità patrimoniale dei medici è un emendamento a cui abbiamo detto di no”.

“Vogliamo ribadire – conclude Chersevani – l'assoluta centralità del ruolo del medico nel disegnare la sicurezza, la qualità e l’appropriatezza dell’intero sistema sanitario. Per questo attiveremo subito una campagna rivolta ai cittadini, che sarebbero i primi a essere penalizzati da questi provvedimenti”. Slittata intanto, forse a mercoledì prossimo 29 aprile, la Conferenza Stato Regioni in programma ieri e che avrebbe dovuto mettere un punto fermo sulla questione.

Chiara Semenzato

Giornalista - Collaboratrice Omceo Venezia

 

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