Progetto 3S: un’opportunità per i medici di famiglia

Sanitario, sportivo, sociale: questo il senso delle 3S contenute nel progetto, messo a punto ormai quasi da un anno da Fisiosport Terraglio, per aprire una nuova strada nella riabilitazione, grazie all’attività fisica adattata. Un percorso che concentra l’attenzione sulla persona a 360 gradi, puntando a un suo recupero completo e a un totale reinserimento nella sua vita sociale.
Un’attività, dunque, non più solo terapeutica, ma integrata, che porta il paziente a non sentirsi più un “malato” e che per avere efficacia ha bisogno dell’aiuto dei medici di famiglia, dato che per i codici di d’invalidità e per le patologie le prestazioni sono convenzionate con il sistema sanitario nazionale.
Al di là di questo, poi, i medici di medicina generale possono prescrivere su ricetta bianca anche le terapie riabilitative non convenzionate: quelle necessarie, ad esempio, per patologie legate al rachide cervicale, ai reumatismi o derivate da posture errate prolungate nel tempo. Successivamente questi pazienti, come succede per gli altri, possono accedere all’AFA, l’attività fisica adattata, riducendo i costi e mantenendo i risultati ottenuti con la riabilitazione sanitaria e non solo.

«Ripristinare le funzioni, – ha spiegato il direttore sanitario Michelangelo Beggio, in occasione del convegno di #VIS2016, che si è svolto il 17 settembre dell’anno scorso – partecipare alla vita sociale, ricongiungere le persone, risvegliare la speranza: questa la mission del progetto 3S di Fisiosport. Il problema del disabile è riuscire a restare il più possibile in una situazione di vita. L’inclusione è dare valore alla diversità».

Obiettivo dichiarato del programma: valorizzare al massimo le capacità residue della persona in condizione di disabilità e, una volta recuperate le capacità funzionali, accompagnarla in una presa di coscienza della propria nuova specificità, attraverso l’attività motoria e lo sport, che motivano l’assistito e ne favoriscono le relazioni. E non si prende in carico solo l’utente, per cui viene individuato un percorso riabilitativo individualizzato, ma, se e quando serve, anche il famigliare che può aver bisogno di supporto psicologico o di consigli pratici.
Il tutto condito da strutture d’avanguardia all’interno di importanti impianti sportivi e da grandi competenze e professionalità con équipes multidisciplinari, pronte ad attivarsi, composte da personale sanitario – dal fisiatra all’ortopedico, dallo psicologo al neurologo, dal medico sportivo al cardiologo – e ancora da fisioterapisti, da psicomotricisti, da laureati in Scienze Motorie, da istruttori di nuoto e allenatori F.I.N., e da istruttori di wheelchair hockey.
«Io mi occupo – ha spiegato sempre al convegno di #VIS2016 la psicomotricista Maria Concetta Scaglione – di accogliere e formulare progetti per persone con disabilità che finiscono il percorso sanitario. Inizia la loro apertura alla vita. Attività fisica, in questo caso, significa crescita personale, sperimentazione del corpo, confronto e integrazione con gli altri. Per riuscirci bisogna fare rete ottimizzando le risorse e creando progetti funzionali. La riabilitazione non deve essere solo fisica. Alla fine, anche per i disabili, fare sport non significa farlo solo per riabilitarsi ma perché piace, perché fa star bene».

Condiviso con l’azienda sanitaria Ulss 3 Serenissima, con il Comune di Venezia e con la Regione Veneto, il progetto 3S vuole portare un nuovo modello di sinergia tra ente pubblico e privati e ha un notevole impatto sul fronte del risparmio nella spesa sanitaria: l’attivazione di un programma simile permette, infatti, un abbattimento del 20% dei costi della riabilitazione.
«Il progetto – spiegano da Fisiosport – porta benessere psicofisico alla persona e all’intera famiglia che ha a che fare con un disabile. A beneficiarne, allora, potrebbero essere proprio i medici di famiglia che hanno spesso la sala d’attesa piena di persone con disabilità, magari anche solo temporanee, che però non sanno a chi indirizzare. I codici bianchi cercano soprattutto accoglienza. Il beneficio per i pazienti è immediato: l’attività sportiva fa star meglio e dà stimoli».

Mettere al centro la persona nella sua unicità è la premessa da cui muove l’intero percorso «e – come ha ricordato il patriarca Francesco Moraglia alla presentazione del progetto 3S lo scorso 2 dicembre al Centro Cardinal Urbani di Zelarino – in questo contesto lo sportivo, il paziente, il “diversamente abile” non è più un semplice “utente”, ma anzitutto una persona unica e irripetibile, di cui ci si deve prendere cura».
E allora, tra i professionisti della sanità, è proprio il medico di base ad avere questa visione totale del paziente, grazie alla conoscenza e al rapporto di fiducia che instaura con lui (e spesso anche con la sua famiglia) nel corso di un’intera vita.
Proprio per loro, dunque, il progetto 3S di Fisosport Terraglio potrebbe essere un’opportunità: non solo di far riacquistare salute al proprio paziente, ma anche di migliorarne la qualità della vita sotto il profilo fisico, emozionale e sociale. Nella speranza che, così, non affolli più la sua sala d’attesa.

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Provincia di Venezia

Tutte le info sul sito di Fisiosport Terraglio e del Gruppo Terraglio

In allegato la brochure informativa del progetto 3S

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Segreteria OMCeO Ve
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