Biotestamento, per i rianimatori legge inapplicabile

Chiarire gli aspetti medico-scientifici della legge sul Biotestamento appena approvata, altrimenti la normativa, da un punto di vista pratico, risulta essere inapplicabile». 

A sottolinearlo è il presidente dell'Associazione degli anestesisti-rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi) Vincenzo Carpino, che lancia un appello in tal senso al ministro della Salute Ferruccio Fazio. Nella legge, che, come confermato dal capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, nasce dalla sentenza che autorizzò la sospensione della nutrizione artificiale a Eluana Englaro, si afferma che la Dat (Dichiarazione anticipata di trattamento) assumerà valore solo nel momento in cui ci sarà «accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale». 

Un riferimento «ambiguo e poco chiaro», afferma Carpino che va appunto «esplicitato, indicando chiaramente ai medici cosa fare, in che modo e in quali precise circostanze». Al momento aggiunge il presidente Aaroi «l'unico riferimento pratico per il medico sembra essere quello al Protocollo utilizzato per il prelievo di organi». Un punto sul quale il direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa precisa che i soggetti cui si fa riferimento per l'applicazione delle Dat, «hanno temperatura corporea, ritmo sonno-veglia, respiro spontaneo e non hanno un elettroencefalogramma piatto» 

Dunque, commenta Costa, «siamo lontanissimi dalla condizione di morte cerebrale e dalla condizione che rende possibile il prelievo di organi, ovvero la condizione di assenza totale di attività cerebrale».

Intanto la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ha convocato per i prossimi giorni la Consulta Nazionale di Deontologia medica, per una prima valutazione del testo e per la individuazione delle modalità per una larga consultazione. 

La Cgil e l'Fp-Cgil invece, in una nota, chiedono di fermare questa legge e dichiarano «continueranno a portare avanti ogni iniziativa utile a salvaguardare i principi costituzionali e deontologici, come fatto nei mesi scorsi con la campagna "Io non costringo, curo", a sostegno dell'appello «per la libertà di scelta sul testamento biologico e contro l'accanimento terapeutico». (M.M.) 

da DoctorNews33  del 17 luglio 2011

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