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Caso S. Rita : Governo riferisce al Senato
Governo riferisce al Senato sul caso S. Rita
Lo ha annunciato, dando seguito a una richiesta avanzata ieri mattina in aula, il presidente di turno della Camera Antonio Leone. Per quel che riguarda Montecitorio, ha spiegato ancora Leone, l'informativa del Governo potrà tenersi solo nella prossima settimana. Ma questo non dà certo tregua ai commenti.
Da parte dell'Ordine dei Medici di Milano, chiamato in causa da chi chiedeva una radiazione immediata degli indagati, è intervenuto il vicepresidente Ugo Garbarini. "Adottare un simile provvedimento sarebbe fuorilegge. Prima di arrivare alla radiazione bisogna infatti aspettare tutti i gradi di giudizio. Ce lo impone la legge che regola l'Ordine dei medici. Una legge del 1946, ormai vecchia e superata, che andrebbe aggiornata. Credo sia arrivato il momento - ha spiegato Garbarini - di lavorare in direzione di un aggiornamento di questa legge. L'Ordine dei medici dovrebbe poter procedere autonomamente con le indagini. O quantomeno in stretta collaborazione con la magistratura. Ma sempre più spesso dobbiamo riscontrare una mancanza di collegamento tra l'Ordine e la Procura. Quello che possiamo fare - aggiunge - è indagare in campo deontologico. Stop. Per il resto abbiamo le mani legate". Uno scandalo, quello della clinica Santa Rita, che ha colto tutti di sorpresa. "Noi dell'Ordine di Milano - sottolinea Garbarini - non abbiamo mai ricevuto segnalazioni o denunce in merito. Certo che, a naso, qualche segnale 'maleodorante' si avvertiva nell'aria. Ma nulla di più. E' chiaro che come medico - confessa il vicepresidente - mi sento distrutto da questa vicenda e vorrei poter procedere alla radiazione immediata dei camici bianchi coinvolti. Ma sarebbe un atto, sbagliato, di giustizialismo. E se poi, alla fine, i medici indagati risultassero innocenti?" ha concluso Garbarini.
Per Stefano Biasioli, presidente della CIMO-ASMD, storico sindacato degli ospedalieri, la vicenda è "devastante, per l'intero SSN. Devastante perché prodotta da comportamenti penalmente e deontologicamente significativi, guidati dal disprezzo verso i malati e dall'ansia di denaro. Devastante perché i comportamenti osceni del Santa Rita sporcheranno anche il tanto buono che c'è nella sanità pubblica". Secondo Biasioli il tutto dovrebbe essere di monito "ai medici, per ricordare loro che il paziente non è un oggetto o una vacca da mungere. Ai politici, perché si decidano a cambiare la riforma del 1992, separando la politica dalla gestione, e perché attivino meccanismi trasparenti di controllo sull'attività sanitaria, ovunque venga svolta: ospedali pubblici, ospedali convenzionati, ospedali religiosi, ospedali universitari, Irccs, territorio". Ma non solo. Per il numero uno della Cimo, lo scandalo dovrebbe far riflettere anche le Istituzioni. "La vicenda Santa Rita deve servire di insegnamento ai governatori regionali perché capiscano che solo un controllo periodico delle fonti di spesa sanitaria, pubbliche o private, può evitare gli scandali sanitari. Deve essere di monito agli Ordini professionali medici, affinché siano realmente garanti di comportamenti professionali corretti".
Le reazioni politiche sono state quasi a senso unico e, per i deputati radicali del PD, Antonietta Farina Coscioni ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro del Welfare Maurizio Sacconi, per chiedergli "se intende procedere a una revisione periodica e sistematica delle tabelle dei Drg, affinché siano effettivamente allineate agli ultimi progressi della medicina e della chirurgia". C'è anche l'invito al ministro del Lavoro, salute e politiche sociali per "l'aggiornamento delle linee guida, in modo che obblighino moralmente il chirurgo a osservare i limiti all'intervento medico imposti dal rispetto della dignità e della globalità della persona malata". Se queste sono le richieste all'indirizzo del ministro, la parlamentare radicale non manca di rilevare i nodi alla base di quanto accaduto nella cosiddetta 'clinica degli orrori'. "Al di là della sconcertante vicenda, sulla quale ci si augura che magistratura e investigatori accertino esattamente come si sono svolti i fatti - rileva Farina Coscioni - occorre fare alcune considerazioni. Innanzitutto - ricorda - le prime, gravi denunce su quanto accadeva al S. Rita risalgono al febbraio 2005, ben tre anni fa. E in queste ore si sta vagliando la situazione di decine di altre cliniche e strutture. Senza indulgere in sensazionalismi - prosegue Farina Coscioni - non ci si può tuttavia non chiedere se il caso della clinica milanese sia veramente isolato, o se sia una questione di 'sistema'". E l'inasprimento dei controlli è un'esigenza anche per il Governo: "Il sistema nazionale dei controlli nella sanità deve essere migliorato. Sono state fatte ipotesi di agenzie apposite, come avviene negli Stati Uniti.
Dovremo mettere in piedi, anche informatizzando il territorio, un sistema unico per tutte le Regioni per evitare che, in futuro, si ripetano episodi del genere" ha detto ai microfoni di Radio 101 il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio. "Già attualmente ci sono dei controlli previsti per legge - ha aggiunto il sottosegretario - e la Regione Lombardia è una di quelle che li applicano meglio. Siamo circa al 5% delle prestazioni controllate, contro una media nazionale che è meno della metà". E poi, ha concluso, "dovremo affrontare anche il tema dei rimborsi. La sanità pubblica e privata non deve essere oggetto di importante lucro. Da questo punto di vista, se ci sono dei meccanismi da rivedere, andranno rivisti. Anche se il punto fondamentale rimane quello del controllo di qualità della sanità nel nostro Paese".
da DoctorNews del 12 giugno 2008 anno 6 n.103
Da parte dell'Ordine dei Medici di Milano, chiamato in causa da chi chiedeva una radiazione immediata degli indagati, è intervenuto il vicepresidente Ugo Garbarini. "Adottare un simile provvedimento sarebbe fuorilegge. Prima di arrivare alla radiazione bisogna infatti aspettare tutti i gradi di giudizio. Ce lo impone la legge che regola l'Ordine dei medici. Una legge del 1946, ormai vecchia e superata, che andrebbe aggiornata. Credo sia arrivato il momento - ha spiegato Garbarini - di lavorare in direzione di un aggiornamento di questa legge. L'Ordine dei medici dovrebbe poter procedere autonomamente con le indagini. O quantomeno in stretta collaborazione con la magistratura. Ma sempre più spesso dobbiamo riscontrare una mancanza di collegamento tra l'Ordine e la Procura. Quello che possiamo fare - aggiunge - è indagare in campo deontologico. Stop. Per il resto abbiamo le mani legate". Uno scandalo, quello della clinica Santa Rita, che ha colto tutti di sorpresa. "Noi dell'Ordine di Milano - sottolinea Garbarini - non abbiamo mai ricevuto segnalazioni o denunce in merito. Certo che, a naso, qualche segnale 'maleodorante' si avvertiva nell'aria. Ma nulla di più. E' chiaro che come medico - confessa il vicepresidente - mi sento distrutto da questa vicenda e vorrei poter procedere alla radiazione immediata dei camici bianchi coinvolti. Ma sarebbe un atto, sbagliato, di giustizialismo. E se poi, alla fine, i medici indagati risultassero innocenti?" ha concluso Garbarini.
Per Stefano Biasioli, presidente della CIMO-ASMD, storico sindacato degli ospedalieri, la vicenda è "devastante, per l'intero SSN. Devastante perché prodotta da comportamenti penalmente e deontologicamente significativi, guidati dal disprezzo verso i malati e dall'ansia di denaro. Devastante perché i comportamenti osceni del Santa Rita sporcheranno anche il tanto buono che c'è nella sanità pubblica". Secondo Biasioli il tutto dovrebbe essere di monito "ai medici, per ricordare loro che il paziente non è un oggetto o una vacca da mungere. Ai politici, perché si decidano a cambiare la riforma del 1992, separando la politica dalla gestione, e perché attivino meccanismi trasparenti di controllo sull'attività sanitaria, ovunque venga svolta: ospedali pubblici, ospedali convenzionati, ospedali religiosi, ospedali universitari, Irccs, territorio". Ma non solo. Per il numero uno della Cimo, lo scandalo dovrebbe far riflettere anche le Istituzioni. "La vicenda Santa Rita deve servire di insegnamento ai governatori regionali perché capiscano che solo un controllo periodico delle fonti di spesa sanitaria, pubbliche o private, può evitare gli scandali sanitari. Deve essere di monito agli Ordini professionali medici, affinché siano realmente garanti di comportamenti professionali corretti".
Le reazioni politiche sono state quasi a senso unico e, per i deputati radicali del PD, Antonietta Farina Coscioni ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro del Welfare Maurizio Sacconi, per chiedergli "se intende procedere a una revisione periodica e sistematica delle tabelle dei Drg, affinché siano effettivamente allineate agli ultimi progressi della medicina e della chirurgia". C'è anche l'invito al ministro del Lavoro, salute e politiche sociali per "l'aggiornamento delle linee guida, in modo che obblighino moralmente il chirurgo a osservare i limiti all'intervento medico imposti dal rispetto della dignità e della globalità della persona malata". Se queste sono le richieste all'indirizzo del ministro, la parlamentare radicale non manca di rilevare i nodi alla base di quanto accaduto nella cosiddetta 'clinica degli orrori'. "Al di là della sconcertante vicenda, sulla quale ci si augura che magistratura e investigatori accertino esattamente come si sono svolti i fatti - rileva Farina Coscioni - occorre fare alcune considerazioni. Innanzitutto - ricorda - le prime, gravi denunce su quanto accadeva al S. Rita risalgono al febbraio 2005, ben tre anni fa. E in queste ore si sta vagliando la situazione di decine di altre cliniche e strutture. Senza indulgere in sensazionalismi - prosegue Farina Coscioni - non ci si può tuttavia non chiedere se il caso della clinica milanese sia veramente isolato, o se sia una questione di 'sistema'". E l'inasprimento dei controlli è un'esigenza anche per il Governo: "Il sistema nazionale dei controlli nella sanità deve essere migliorato. Sono state fatte ipotesi di agenzie apposite, come avviene negli Stati Uniti.
Dovremo mettere in piedi, anche informatizzando il territorio, un sistema unico per tutte le Regioni per evitare che, in futuro, si ripetano episodi del genere" ha detto ai microfoni di Radio 101 il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio. "Già attualmente ci sono dei controlli previsti per legge - ha aggiunto il sottosegretario - e la Regione Lombardia è una di quelle che li applicano meglio. Siamo circa al 5% delle prestazioni controllate, contro una media nazionale che è meno della metà". E poi, ha concluso, "dovremo affrontare anche il tema dei rimborsi. La sanità pubblica e privata non deve essere oggetto di importante lucro. Da questo punto di vista, se ci sono dei meccanismi da rivedere, andranno rivisti. Anche se il punto fondamentale rimane quello del controllo di qualità della sanità nel nostro Paese".
da DoctorNews del 12 giugno 2008 anno 6 n.103
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