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Manovra, i medici confermano lo stato di agitazione
Manovra, i medici confermano lo stato di agitazione
Pollice verso al testo della Manovra uscito dalla commissione Bilancio del Senato (foto) dai sindacati della medicina, che non abbandonano lo stato di agitazione: il provvedimento è penalizzante per la categoria ed è iniquo nella ripartizione dei sacrifici necessari al risanamento dei conti. «L'addizionale Irpef per i redditi superiori a 90mila e 150mila euro annui» denuncia Costantino Troise, segretario nazionale dell'Anaao-Assomed, «viene chiesto ai soli dipendenti pubblici in spregio a ogni principio di eguaglianza dei cittadini.
Il fisco dovrebbe essere chiamato a riscuotere in base alla entità del reddito e non alla natura giuridica del rapporto di lavoro che lo ha prodotto. Si tratta di misure gravi che chiediamo di modificare sottoscrivendo l'appello online promosso dalle organizzazioni sindacali e che ci inducono a mantenere lo stato di agitazione».
«Alla fine a pagare siamo sempre noi medici, insieme a tutto il pubblico impiego» aggiunge Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil, che oggi è in piazza accanto alla Cgil, «Per di più, anche il principio della privacy si applica agli altri, ma non ai medici: le nostre retribuzioni sono già consultabili, mentre per il resto dei contribuenti i redditi on line saranno di fatto anonimi.
Con la protesta finora ci siamo ripresi il diritto ai riscatti per le pensioni, le feste laiche e le tredicesime e adesso continueremo a batterci per riprenderci lo stipendio senza iniqui prelievi forzosi, i contratti e gli aumenti negati, il turn over e la stabilizzazione per i precari, il Tfr e la mobilità negoziata. E sopratutto un welfare senza i devastanti tagli nella sanità e nel sociale».
da DoctorNews33 6 settembre 2011
Il fisco dovrebbe essere chiamato a riscuotere in base alla entità del reddito e non alla natura giuridica del rapporto di lavoro che lo ha prodotto. Si tratta di misure gravi che chiediamo di modificare sottoscrivendo l'appello online promosso dalle organizzazioni sindacali e che ci inducono a mantenere lo stato di agitazione».
«Alla fine a pagare siamo sempre noi medici, insieme a tutto il pubblico impiego» aggiunge Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil, che oggi è in piazza accanto alla Cgil, «Per di più, anche il principio della privacy si applica agli altri, ma non ai medici: le nostre retribuzioni sono già consultabili, mentre per il resto dei contribuenti i redditi on line saranno di fatto anonimi.
Con la protesta finora ci siamo ripresi il diritto ai riscatti per le pensioni, le feste laiche e le tredicesime e adesso continueremo a batterci per riprenderci lo stipendio senza iniqui prelievi forzosi, i contratti e gli aumenti negati, il turn over e la stabilizzazione per i precari, il Tfr e la mobilità negoziata. E sopratutto un welfare senza i devastanti tagli nella sanità e nel sociale».
da DoctorNews33 6 settembre 2011
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