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Medici del territorio e dell'ospedale uniti contro la Manovra
Medici del territorio e dell'ospedale uniti contro la Manovra
Continua la protesta contro la Manovra tra i professionisti di ospedale e territorio: anche l'area medicina generale, specialisti ambulatoriali e pediatri di libera scelta dello Smi e l'Umi si sono uniti ai sindacati che hanno proclamato lo stato di agitazione, con l'intenzione di proseguire per tutta la durata dell'iter parlamentare.
«Lo Smi» spiega Salvo Calì segretario generale «scende in piazza il 21 come sindacato dei medici ospedalieri, come componente dell'Intersindacale della dirigenza, ma anche come sindacato dei medici convenzionati e del territorio: tutto il Ssn subisce ancora una volta interventi sbagliati che danneggiano uno dei migliori servizi sanitari del mondo che se ulteriormente razionalizzato e modernizzato (con investimenti sulla riorganizzazione delle cure primarie, la nuova governance e l'integrazione ospedale-territorio e sociosanitaria), può diventare una fonte di risparmio e sviluppo per il Paese».
«Continua l'ossessione dei tagli sulla sanità» aggiunge Gianfranco Rivellini, responsabile nazionale Smi dirigenza medica «che dopo avere lasciato sul campo oltre 1.500 milioni di euro con la manovra scorsa, per il mancato finanziamento di contratti e convenzioni, si prepara a impoverirsi ulteriormente, per il prolungamento del blocco contrattuale e per una previsione di finanziamento triennale del fondo sanitario nazionale fino al 2014 dell'1,9%, quando l'inflazione per il 2011 viaggia al 2,4 %».
«Si è calcolato» aggiunge Francesco Falsetti, presidente Umi «che la mancata rivalutazione dei contratti comporterà la perdita di circa 30mila euro fino al 2014. Una somma che sarà persa per sempre, perché non è prevista nessuna misura di recupero nel 2015. Anche per i medici convenzionati la situazione è dura, perché vedranno aggiungersi il danno dell'aumento delle spese di gestione dell'attività professionale. Si tratta di un pesantissimo sacrificio economico chiesto a medici che già sono gravati da continui compiti burocratici spesso impropri. In queste condizioni finiremo per assistere al peggioramento delle prestazioni sanitarie».
da DoctorNews del 13 luglio 2011
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