Convegno: "Medici e Professione: un futuro che affascina ancora ?" 1 Dicembre 2012 Padova

Nell’anno 2011 la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri del Veneto, in collaborazione con la Facoltà di Scienze Statistiche - Università di Padova e il Comitato Pari Opportunità Interaziendale - Azienda Ospedaliera, Azienda ULSS 16 e Istituto Oncologico Veneto, ha promosso un’indagine conoscitiva sul benessere organizzativo e la qualità di vita dei medici e degli odontoiatri della Regione, che prende avvio dai risultati di una ricerca promossa dai medesimi soggetti l’anno precedente nella provincia di Padova.
Lo scopo di questa indagine, rivolta ai Medici della Regione Veneto, è quella di far emergere caratteristiche e paradigmi del lavoro del medico con il fine di delineare i nuovi bisogni legati anche alla crescente presenza femminile e di individuare soluzioni – da sottoporre alle istituzioni competenti - che accompagnino i medici durante tutto l’iter lavorativo ed extralavorativo e che contemporaneamente salvaguardino l’offerta dei servizi sanitari.
L'indagine è stata condotta attraverso questionario informatizzato, metodo CAWI (Computer Assistence Web-based Interviewing).
I questionari raccolti sono stati circa 1700 e dai dati preliminari risultano differenze di genere significative nelle diverse categorie esaminate (specializzandi, specialisti, medici di medicina generale). Infatti per i medici donne e uomini sopra i 40 anni si rilevano paradigmi “ideali” professionali sovrapponibili e nel contempo risulta interessante l’idea di sé delle giovani donne medico. Esse dichiarano di aver investito finora il più possibile, in impegno e risorse, nel percorso formativo e professionale ma di non aver ancora ottenuto quei risultati tangibili in termini di carriera che si aspettano da un investimento di tale portata e, determinate a raggiungerli, rinunciano o rimandano l’idea di farsi una famiglia: risultano più specialità (studiano di più) per Medico Donna.
I giovani inoltre ritengono che consultarsi con medici più “anziani” sia poco efficace perché le loro conoscenze sono più nuove e conformi al cambiamento tecnologico in atto (si evidenziano anche differenze intergenerazionali).
Interessante il permanere di fattori culturali da parte delle donne condizionanti lo sviluppo delle reali possibilità di carriera come percezione, praticamente il doppio rispetto agli uomini.
Rilevanti anche i problemi emersi relativi ai non sempre facili rapporti tra medici del territorio e ospedalieri.
I risultati saranno presentati in occasione del convegno del primo dicembre.
In allegato il programma e la locandina.

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