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Dal PS al TS
Dal PS al TS
Pronto soccorso, codici bianchi e modifica della medicina del territorio.
Domenica pomeriggio 26/2 all’Arena di Massimo Giletti di Rai 1 Mario Falconi, fino a pochi mesi fa presidente OMCeO di Roma, ha proposto di attivare una continuità di servizio per la medicina del territorio anche per il sabato e la domenica allo scopo di ridurre la pressione dei codici bianchi sui Pronto Soccorso.
In data 23/2 sul Corriere della Sera Daniele Coen Direttore PS e Medicina d’ Urgenza del Niguarda di Milano affermava che i medici di base ormai si occupano solo dei pazienti cronici.
L’Assessore Coletto sulla Nuova Venezia del 22/22 afferma : guardia medica 24 ore dei medici di base per evitare intasamenti negli ospedali. Ho lavorato per 2 anni e ½ in PS a San Donà di Piave e Jesolo ‘88-91, traumi e urgenze vere a parte, le richieste extra non erano tipiche della medicina di base, ma prevalentemente di medicina specialistica, a volte non gravi, determinate da eventi improvvisi che angosciavano il paziente con attese insopportabili per una visita e l’alternativa privata non era praticabile da tutti. Francamente non ho ricordi di tanti “furbi” ma di uno stanzone che trasmetteva un effetto da umanità sofferente e tutto questo mi si ripresenta ogni volta che scendo dal reparto per una consulenza nel mio PS e vedo la fila di barelle e persone in attesa da ore. Sono persone costrette dal bisogno e non sono lì per caso.
Nei 603 PS d’Italia sono 241 i minuti di attesa media per la prima visita secondo la Commissione Sanità del Senato, 22.7 milioni gli accessi nel 2009 (Il Sole 24 ore del 22/2). La riduzione dei letti e del personale ha portato alla riduzione spese fino alla celebrazione della raggiunta positività del bilancio regionale del Veneto. Sì ma a che prezzo ?
Aumento delle liste di attesa per le visite specialistiche, dei ritmi per chi resta a lavorare, moltiplicazione di esami e consulenze al fine di ridurre i ricoveri nei PS, ricoveri in appoggio in reparti di diversa specialità, inni ai vantaggi per il ritorno a domicilio del paziente fragile con polipatologia che non trova possibilità di trasferimento in reparti di degenza intermedi, isteria di operatori e parenti mentre il paziente non ha neanche la forza di fiatare. Ci sono giornate in cui ci si salva solo se si riesce a rapportarsi con altre persone di buon senso nella follia collettiva indipendentemente dal ruolo, paziente, parente, infermiere, medico, in rigoroso ordine casuale.
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Medici dell’ospedale e territorio uniti .
Credo che il mitico Sistema TS sia l’anello di congiunzione, ma il brillante non c’è.
La certificazione online, obbliga tutti i medici ad avere un pc, a saperlo utilizzare in forma compiuta ad avere una connessione internet non per svago ma per necessità.
Amo l’informatica ma conosco tanti medici bravissimi un po’ avanti con gli anni che sono in difficoltà con questi nuovi sistemi , la professione la conoscono meglio di tanti altri “smanettoni” ma si sentono tagliati fuori, se possono vanno in pensione, peccato. La Medicina è un’ Arte lo afferma la Corte di Cassazione che nelle sue sentenze distilla ogni virgola.
Unica consolazione, devo ammettere che il paziente con questo sistema risparmia tempo, il carico burocratico del medico però è ulteriormente aumentato ma il tempo impiegato viene dato per scontato.
Io spero sempre che le linee non si blocchino quando finita la lettera di dimissione mi manca ancora il certificato e mi sono scritto in vari posti la password di accesso … perché ormai ne devo ricordare 6-7 tutte diverse solo per fare il mio lavoro: visitare la gente ormai è un relax .
Sempre sulla adsl mi ha colpito il fatto che pochi giorni fa la RAI a Padova ha messo sullo stesso piano medici di famiglia alberghi e bar intimando il pagamento di 470 euro di canone vista la possibilità di poter vedere in programmi streaming on line direttamente dagli ambulatori. Immediata la reazione della Fimmg con Crisarà : staccate i modem . Allegato alla circolare era già pronto anche il bollettino di pagamento precompilato : effetto carnevale, follia burocratica o ci hanno provato ?
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Il caso Ospedale Civile di Venezia
Un singolare incontro fuori dai normali schemi istituzionali, frutto di coesione e determinazione di colleghi che non si sono mai dati per vinti in seguito ad allarmanti dichiarazioni in convegni pubblici ed a
mezzo stampa del presidente della V commissione regionale dr. Padrin che voleva trasformare l’Ospedale Civile in Poliambulatorio e mandare tutti all’Ospedale dell’Angelo a Zelarino magari con dei veloci hovercraft.
Il tutto avveniva ai primi di novembre 2011 nell'incombenza della presentazione del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale. A due anni dalla "Marcia dei Camici Bianchi " , riportata da tutte le testate locali e che diede una spinta mediatica al pagamento dei stipendi dei medici ospedalieri dell'intera AULSS 12 bloccati in Regione per giochi politici sull'approvazione del bilancio (andate alle Gallerie Fotografiche del sito) , avviene a Venezia un altro evento fuori dagli schemi ma alla fine efficace.
La distanza gerarchica fra le massime, dopo il Presidente Zaia, autorità sanitarie regionali ed i medici di un singolo ospedale è abissale : queste realtà dialogano fra loro solo con intermediari quali Direzioni di AULSS - Sindacati Regionali - Federazione Regionale degli Ordini, non certo direttamente.
L'assessore Coletto ha dichiarato sui giornali che non può andare fisicamente ovunque lo chiamino ma che al Civile sarebbe andato, e aggiungo io, non solo perchè era comodo da raggiungere rispetto all'ospedale di Belluno. Manifestazioni dei vari Comitati, articoli sistematici sulla stampa locale , interventi dei partiti polici , audizione fiume con decine di tabelle del Direttore Generale Dr. Padoan in una riunione speciale del Consiglio Comunale, decise prese di posizione del Sindaco Orsoni, 10.000 firme raccolte in pochi giorni nel centro storico veneziano su idea di una comune cittadina, hanno portato alla fine all’incontro.
Inizialmente previsto per il 17 gennaio è stato rimandato 2 volte per impegni istituzionali, consideriamo che Coletto coordina gli assessori regionali alla sanità a livello nazionale, ma alla fine assessore e segretario scortati dal capo della segreteria del Presidente Zaia sono arrivati ed hanno portato affermazioni tipo: c’è stato un fraintendimento - mai pensato di chiudere il Civile - sarà ospedale di rete - saranno rispettate le peculiarità storiche (sic!). In mezzo a queste affermazioni in contrasto totale due mesi di lavoro dell’ Intersindacale di tutte le sigle della dirigenza medica, botta e riposta fra medici e regione con comunicati sui giornali, una portavoce la Dr.ssa Cristiana Leprotti delegata a rapportarsi con stampa ed autorità regionali, la competenza scientifica del Dr. Andrea Bonanome in tale caso applicata ai dati che la Direzione dell’ AULSS 12 Veneziana ha messo a disposizione con assoluta trasparenza per preparare tante tabelle.
Poi nel pomeriggio del 7 febbraio nella Sala S. Domenico del Civile sono state presentate alle autorità regionali in una assemblea gremita di medici prestazioni, ricoveri, interventi, urgenze e specificità dei trasporti su acqua e terra ed è stato consegnato un documento riassuntivo sulle motivazioni del perchè deve restare un ospedale nel centro storico veneziano (il documento lo trovate sul sito).
Vedremo come finirà, ma i professionisti comunque hanno fatto la loro parte.
Il modello Venezia è esportabile, una neonata CMO Commissione Medici Ospedalieri dell’Ordine sta per partire per questo triennio e dovrà lavorare a livello provinciale.
Non sarà semplice ma dobbiamo pur provarci.
Ciao a tutti da Giovanni Leoni
Domenica pomeriggio 26/2 all’Arena di Massimo Giletti di Rai 1 Mario Falconi, fino a pochi mesi fa presidente OMCeO di Roma, ha proposto di attivare una continuità di servizio per la medicina del territorio anche per il sabato e la domenica allo scopo di ridurre la pressione dei codici bianchi sui Pronto Soccorso.
In data 23/2 sul Corriere della Sera Daniele Coen Direttore PS e Medicina d’ Urgenza del Niguarda di Milano affermava che i medici di base ormai si occupano solo dei pazienti cronici.
L’Assessore Coletto sulla Nuova Venezia del 22/22 afferma : guardia medica 24 ore dei medici di base per evitare intasamenti negli ospedali. Ho lavorato per 2 anni e ½ in PS a San Donà di Piave e Jesolo ‘88-91, traumi e urgenze vere a parte, le richieste extra non erano tipiche della medicina di base, ma prevalentemente di medicina specialistica, a volte non gravi, determinate da eventi improvvisi che angosciavano il paziente con attese insopportabili per una visita e l’alternativa privata non era praticabile da tutti. Francamente non ho ricordi di tanti “furbi” ma di uno stanzone che trasmetteva un effetto da umanità sofferente e tutto questo mi si ripresenta ogni volta che scendo dal reparto per una consulenza nel mio PS e vedo la fila di barelle e persone in attesa da ore. Sono persone costrette dal bisogno e non sono lì per caso.
Nei 603 PS d’Italia sono 241 i minuti di attesa media per la prima visita secondo la Commissione Sanità del Senato, 22.7 milioni gli accessi nel 2009 (Il Sole 24 ore del 22/2). La riduzione dei letti e del personale ha portato alla riduzione spese fino alla celebrazione della raggiunta positività del bilancio regionale del Veneto. Sì ma a che prezzo ?
Aumento delle liste di attesa per le visite specialistiche, dei ritmi per chi resta a lavorare, moltiplicazione di esami e consulenze al fine di ridurre i ricoveri nei PS, ricoveri in appoggio in reparti di diversa specialità, inni ai vantaggi per il ritorno a domicilio del paziente fragile con polipatologia che non trova possibilità di trasferimento in reparti di degenza intermedi, isteria di operatori e parenti mentre il paziente non ha neanche la forza di fiatare. Ci sono giornate in cui ci si salva solo se si riesce a rapportarsi con altre persone di buon senso nella follia collettiva indipendentemente dal ruolo, paziente, parente, infermiere, medico, in rigoroso ordine casuale.
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Medici dell’ospedale e territorio uniti .
Credo che il mitico Sistema TS sia l’anello di congiunzione, ma il brillante non c’è.
La certificazione online, obbliga tutti i medici ad avere un pc, a saperlo utilizzare in forma compiuta ad avere una connessione internet non per svago ma per necessità.
Amo l’informatica ma conosco tanti medici bravissimi un po’ avanti con gli anni che sono in difficoltà con questi nuovi sistemi , la professione la conoscono meglio di tanti altri “smanettoni” ma si sentono tagliati fuori, se possono vanno in pensione, peccato. La Medicina è un’ Arte lo afferma la Corte di Cassazione che nelle sue sentenze distilla ogni virgola.
Unica consolazione, devo ammettere che il paziente con questo sistema risparmia tempo, il carico burocratico del medico però è ulteriormente aumentato ma il tempo impiegato viene dato per scontato.
Io spero sempre che le linee non si blocchino quando finita la lettera di dimissione mi manca ancora il certificato e mi sono scritto in vari posti la password di accesso … perché ormai ne devo ricordare 6-7 tutte diverse solo per fare il mio lavoro: visitare la gente ormai è un relax .
Sempre sulla adsl mi ha colpito il fatto che pochi giorni fa la RAI a Padova ha messo sullo stesso piano medici di famiglia alberghi e bar intimando il pagamento di 470 euro di canone vista la possibilità di poter vedere in programmi streaming on line direttamente dagli ambulatori. Immediata la reazione della Fimmg con Crisarà : staccate i modem . Allegato alla circolare era già pronto anche il bollettino di pagamento precompilato : effetto carnevale, follia burocratica o ci hanno provato ?
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Il caso Ospedale Civile di Venezia
Un singolare incontro fuori dai normali schemi istituzionali, frutto di coesione e determinazione di colleghi che non si sono mai dati per vinti in seguito ad allarmanti dichiarazioni in convegni pubblici ed a
mezzo stampa del presidente della V commissione regionale dr. Padrin che voleva trasformare l’Ospedale Civile in Poliambulatorio e mandare tutti all’Ospedale dell’Angelo a Zelarino magari con dei veloci hovercraft.
Il tutto avveniva ai primi di novembre 2011 nell'incombenza della presentazione del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale. A due anni dalla "Marcia dei Camici Bianchi " , riportata da tutte le testate locali e che diede una spinta mediatica al pagamento dei stipendi dei medici ospedalieri dell'intera AULSS 12 bloccati in Regione per giochi politici sull'approvazione del bilancio (andate alle Gallerie Fotografiche del sito) , avviene a Venezia un altro evento fuori dagli schemi ma alla fine efficace.
La distanza gerarchica fra le massime, dopo il Presidente Zaia, autorità sanitarie regionali ed i medici di un singolo ospedale è abissale : queste realtà dialogano fra loro solo con intermediari quali Direzioni di AULSS - Sindacati Regionali - Federazione Regionale degli Ordini, non certo direttamente.
L'assessore Coletto ha dichiarato sui giornali che non può andare fisicamente ovunque lo chiamino ma che al Civile sarebbe andato, e aggiungo io, non solo perchè era comodo da raggiungere rispetto all'ospedale di Belluno. Manifestazioni dei vari Comitati, articoli sistematici sulla stampa locale , interventi dei partiti polici , audizione fiume con decine di tabelle del Direttore Generale Dr. Padoan in una riunione speciale del Consiglio Comunale, decise prese di posizione del Sindaco Orsoni, 10.000 firme raccolte in pochi giorni nel centro storico veneziano su idea di una comune cittadina, hanno portato alla fine all’incontro.
Inizialmente previsto per il 17 gennaio è stato rimandato 2 volte per impegni istituzionali, consideriamo che Coletto coordina gli assessori regionali alla sanità a livello nazionale, ma alla fine assessore e segretario scortati dal capo della segreteria del Presidente Zaia sono arrivati ed hanno portato affermazioni tipo: c’è stato un fraintendimento - mai pensato di chiudere il Civile - sarà ospedale di rete - saranno rispettate le peculiarità storiche (sic!). In mezzo a queste affermazioni in contrasto totale due mesi di lavoro dell’ Intersindacale di tutte le sigle della dirigenza medica, botta e riposta fra medici e regione con comunicati sui giornali, una portavoce la Dr.ssa Cristiana Leprotti delegata a rapportarsi con stampa ed autorità regionali, la competenza scientifica del Dr. Andrea Bonanome in tale caso applicata ai dati che la Direzione dell’ AULSS 12 Veneziana ha messo a disposizione con assoluta trasparenza per preparare tante tabelle.
Poi nel pomeriggio del 7 febbraio nella Sala S. Domenico del Civile sono state presentate alle autorità regionali in una assemblea gremita di medici prestazioni, ricoveri, interventi, urgenze e specificità dei trasporti su acqua e terra ed è stato consegnato un documento riassuntivo sulle motivazioni del perchè deve restare un ospedale nel centro storico veneziano (il documento lo trovate sul sito).
Vedremo come finirà, ma i professionisti comunque hanno fatto la loro parte.
Il modello Venezia è esportabile, una neonata CMO Commissione Medici Ospedalieri dell’Ordine sta per partire per questo triennio e dovrà lavorare a livello provinciale.
Non sarà semplice ma dobbiamo pur provarci.
Ciao a tutti da Giovanni Leoni
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