Fnomceo, la nostra guida è la deontologia

Fnomceo, la nostra guida è la deontologia

"In queste ore così difficili, noi medici ribadiamo con forza che, nelle scelte di fine vita, ci riconosciamo nei principi sanciti nel nostro codice di deontologia. Principi che negano l'eutanasia, che respingono ogni forma di abbandono terapeutico e di accanimento terapeutico, riconoscendo altresì forza e valore etico e civile alle volontà consapevoli e informate del paziente comunque espresse e documentate".

A sostenerlo è il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale ordine medici chirurghi e odontoiatri), Amedeo Bianco, che vuole innanzitutto esprimere "affetto e cordoglio per Eluana Englaro, per la sua famiglia e per tutti coloro che l'hanno amata".

 "Nessuno più di noi e meglio di noi - sottolinea in una nota Bianco - porta nella sua scienza e coscienza lo straordinario onere di tradurre, spesso in contesti difficilissimi, questi principi in una funzione di tutela della salute e della vita nei confronti di tutti, nel rispetto della dignità e libertà della persona.

Per questo, proprio oggi, anche per la sfortunata ragazza, ripetiamo a noi stessi, al legislatore, alle Istituzioni e ai cittadini che va rispettata l'autonomia e la responsabilità del medico così come quelle del paziente". "In ogni atto normativo o legislativo, a cominciare da quello doveroso sulle dichiarazioni anticipate - afferma Bianco - sia dunque un 'diritto mite' a determinare i confini giuridici e sia invece un'etica forte a definire i contenuti professionali della moderna alleanza terapeutica fondata sull'autonomia e la responsabilità dei due soggetti della relazione di cura".

Per il numero uno della Fnomceo, solo all'interno di un'alleanza terapeutica così configurata, "ognuna unica e irripetibile", sarà possibile trovare "risposte eque, sostenibili e condivise a dilemmi etici e civili che, avulsi da questi contesti, diventano occasioni di scontri e non di incontri tra uomini che si pongono le domande più difficili".

Risposte che Bianco intende trovare anche e soprattutto attraverso un confronto interno alla categoria. "Su queste prospettive - conclude - e su quanto di nuovo il caso Englaro ha posto alla scienza e alle coscienze, riapriremo nei nostri Ordini e nella Federazione una riflessione rigorosa ed aperta".


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