Intervista al Presidente Bianco sull'Errore in Medicina

Dal sito nazionale - Non hanno proprio convinto il presidente Bianco le cifre rimbalzate sulle prime pagine dei giornali sull’errore in medicina. Oltre a diramare un comunicato per rendere nota, sull’argomento, la posizione della Fnomceo, Bianco ha rilasciato anche l’intervista che qui pubblichiamo.

Presidente, intanto un commento sulle cifre?

L'ho detto e voglio ribadirlo: non ci sono cifre nuove. Si continuano a rimasticare numeri fondati su stime effettuate in altri paesi, che spesso sono molto diversi dal nostro. Oppure si fanno proiezioni, su scala nazionale, di dati settoriali che provengono da piccoli campioni di ricerca... La realtà è che mancano, sul piano tecnico-professionale, seri studi che rispettino una rigorosa metodologia scientifica. Ed è da qui invece che bisognerà partire: serve un sistema di rilevazione degli errori in sanità, con una banca dati che raccolga una situazione che, ad oggi, è ancora sostanzialmente sconosciuta.

Ma, al di là delle cifre, o di come siano state e si debbano in futuro collazionare, cos'altro si può e deve fare?

Avere certezza di cifre è comunque il passaggio propedeutico a tutti gli altri: un registro degli errori e dei "quasi errori" (vale a dire tutti quei piccoli passaggi sbagliati che per una serie fortunata di eventi non ha portato ad un danno ndr), sul modello di quello adottato dall'aeronautica degli Stati Uniti, permetterebbe intanto di prevenire i danni sul paziente e poi anche di aumentare la qualità del servizio, riducendo per questa via i costi per lo Stato, sia in termini di spese processuali sia in termini di esborsi assicurativi.

Bisognerà, quindi, mettere in piedi delle serie politiche di prevenzione, spostando il baricentro della nostra azione. Sinora abbiamo lavorato soprattutto sul versante della tutela dalle ricadute dell'errore, attivando, per i medici, varie forme di tutela assicurativa. Ora si tratta di concentrarsi anche su azioni che sviluppino vere e proprie politiche positive di prevenzione dell'errore che, in ogni moderno sistema sanitario, trova spiegazione in una cattiva organizzazione e gestione dei processi clinico-assistenziali. E lungo questa catena, quello che può essere definito errore umano, sic et simpliciter, ha una bassa incidenza.

Prevenire gli errori significa poi, sotto il profilo organizzativo, progettare sistemi sicuri, investendo prima di tutto in risorse umane, attraverso un'adeguata attività formativa. Passare dalla cultura della colpa al lavoro costruttivo per la sicurezza contribuirà ad usare in maniera ottimale le risorse, migliorerà la qualità delle prestazioni, garantirà la salute del paziente.

Concludendo, quale strategia metterà in campo la Fnomceo per studiare ed arginare il fenomeno?

Intanto ci schieriamo a fianco di tutte quelle istituzioni - pubbliche e private - e di tutte quelle associazioni di professionisti seriamente intenzionate a contenere il fenomeno. Va poi individuato, in ogni struttura sanitaria, un Centro di gestione del rischio clinico che non è e non può essere soltanto una gestione dei risarcimenti ma il luogo di revisione dell'organizzazione dei processi assistenziali, per migliorare concretamente efficienza ed efficacia delle cure, e per evitare che l'errore si ripeta.


Simona Dainotto
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