Intervista il Direttore Generale dell’ULSS 13 Dott. Gino Gumirato.

D. Secondo il Suo parere quale è oggi il moderno ruolo di un Ordine Professionale? 
R. Passare da una cultura della gestione amministrativa alla educazione, formazione e sviluppo delle migliori prassi cliniche ed assistenziali. Garantire supporto scientifico costante, supportare una medicina basata sull’evidenza e sulla proattività; garantire sicurezza e serenità dei propri iscritti attraverso un continuo monitoraggio dei numeri, dei percorsi formativi, dei percorsi scientifici. Mettere a disposizione le basi dati e le riviste scientifiche on line. Sviluppo della comunicazione e relazione con i diversi attori istituzionali e tutti gli stakeholder.

D. In quali campi e con quali obiettivi Lei ritiene si potrebbero sviluppare sinergie tra l’OMCeO di Venezia e le Aziende Ulss della nostra Provincia? 
R.
In relazione alla situazione economica del Paese ed alle conseguenze sul finanziamento della sanità nei prossimi anni, sarebbe straordinariamente utile concentrarsi sulla riduzione delle eterogeneità dell’offerta di prestazioni, a tutti i livelli. Ridurre le differenze nel consumo di farmaci, del consumo di ricoveri, del consumo della specialistica ecc. consentirebbe di ridurre i costi senza cristallizzare la polverizzazione, senza aderire indiscriminatamente ai tagli lineari. Ridurre l’eterogeneità dei consumi significa non attendere i pazienti nello studio per poi rimandarli a casa con una o più prescrizione, significa invece basare le proprie analisi su dati certi, programmare percorsi specifici di assistenza orizzontale, gestire le priorità e le liste d’attesa con l’iniziativa.

D. In particolare tra l’Azienda Ulss 13 e l’OMCeO di Venezia quali potrebbero essere le specifiche priorità progettuali ? 
R.
Come quasi sempre si dovrebbe partire dalle principali evidenze, dalla progettazione e gestione di progetti orizzontali sulla popolazione diabetica, sulle BPCO, sulle malattie rare e sulla gestione delle cronicità.

D. Quale dovrebbe essere, secondo Lei, la giusta ripartizione delle risorse economiche tra Ospedale e Territorio? 
R.
Ormai da anni circa il 53-54% delle risorse viene speso nel territorio, farmacia compresa, ed il 46-47% nell’ospedale: questa differenza è destinata ad aumentare ancora di più in relazione alle dinamiche di carattere mondiale sulla riduzione dei ricoveri per acuti. Ad esempio nella nostra Ulss 13 nel 2012 i ricoveri per acuti si sono ridotti del 2,56% nell’ultimo anno e del 25% circa negli ultimi dieci anni. Ma alla sola riduzione dei ricoveri, al fine di una riduzione ragionata dei costi e di una maggiore efficacia clinica, dovrebbero accompagnarsi progetti di ridefinizione specialistica dell’offerta ospedaliera, istituzione e sviluppo di reti integrate di ospedali e di reti integrate ospedale – territorio. Dovrebbero altresì concentrarsi i blocchi operatori e le terapie intensive, nonché i blocchi tecnici di supporto: laboratorio analisi, radiologie, anatomie patologiche, … insomma c’è ancora un gran lavoro da fare. 

D. La medicina difensiva sta erodendo risorse al servizio sanitario nazionale. D’altronde i medici, specie quelli alla dipendenza, si sentono abbandonati da Ulss che neanche garantiscono una copertura assicurative o che minacciano di rivalersi sul medico. Come, secondo Lei, è possibile uscire da questo “impasse”? 
R.
Le aziende Ulss non hanno ovviamente nessun interesse a rivalersi sul medico e forse la norma tradisce una superficialità quasi giornalistica del rapporto medico – paziente e medico – azienda. Si supera con tanto lavoro di condivisione: condivisione delle linee guida, condivisione della valutazione degli esiti, condivisione di quali sono realmente le performance aziendali. Si supera parlandosi tra professionisti.














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