Padoan: la Guardia Medica costa, ma non funziona. Scassola: non bisogna confondere i servizi sul territorio con quelli erogati dall’ospedale.

La Guardia medica costa, ma non funziona.

L’Ulss 12 traccia un bilancio negativo: poche le chiamate e quasi tutte senza motivo di urgenza. Padoan: «Così non va»

2 milioni 150 mila euro l’anno per stilare certificati di malattia e consolare tanti concittadini che al massimo hanno l’influenza

da "Il Gazzettino"

Mercoledì 12 Agosto 2009, «Com’è cambiato il mondo. Fino a vent’anni fa ad una famiglia non sarebbe mai venuto in mente di telefonare ad un medico per una lombalgia. E’ anche vero che i medici di famiglia erano sempre disponibili.»

E’ il commento di Antonio Padoan a proposito della Guardia medica, un servizio che viene giudicato indispensabile perchè serve a surrogare il medico di base sia di che durante le festività. Solo che il servizio viene usato malissimo. Basti dire che a Mestre fra i primi dieci motivi di chiamata della Guardia medica - che è un servizio per le urgenze - ci sono i certificati di malattia. Vuol dire che i turnisti, che non hanno voglia di fare la coda dal medico di base, chiamano la guardia medica per farsi fare il certificato e restare a casa dal lavoro. A Murano e Pellestrina fra i primi dieci motivi di chiamata c’è la faringite acuta mentre l’otite va alla grande, ma solo a Quarto d’Altino. In compenso, in centro storico battono tutti con la diarrea. Quasi 10 mila persone all’anno chiamano la Guardia medica perchè hanno l’influenza. Incredibile.

Ma perchè i "clienti" non sono soddisfatti del servizio? Perchè nel 77 per cento dei casi a Mestre e nel 66 per cento a Venezia, i medici di guardia medica si limitano a dare consigli per telefono, senza andare a casa del "malato". Non tutti. Ce n’è uno che non va mai in visita e nel 91,25 per cento dei casi risolve il problema per telefono e un altro che invece va sempre.
 
Mercoledì 12 Agosto 2009 «E’ un servizio che lascia tutti scontenti. Gli utenti, che non hanno la risposta che si aspettano. I medici, costretti a svolgere una funzione più da psicologo e l’Ulss, che spende un mucchio di soldi senza riuscire ad erogare un servizio che soddisfi l’utenza. Non sto accusando nessuno, non ci sono colpe da distribuire, ma di sicuro è un sistema che dobbiamo correggere. Sto pensando all’assunzione di alcuni medici, per esempio. E credo che sposteremo la Guardia medica dentro l’ospedale affinchè i medici possano dare una mano al Pronto soccorso per i Codici bianchi. Certo che così la Guardia medica non funziona.»

Così il Direttore generale dell’Ulss 12, Antonio Padoan, che ha fatto monitorare per 6 mesi il servizio di Guardia medica - adesso si chiama "Servizio di continuità assistenziale". Ebbene, quel che salta agli occhi è che i medici che lavorano a Pellestrina ricevono in media una chiamata ogni 6 ore. Questo è il minimo. Il massimo è a Mestre, con una chiamata ogni mezz’ora.

Ma è il motivo delle telefonate alla Guardia medica che fa pensare. Oltre l’80 per cento in buona sostanza telefona per niente e c’è addirittura una signora che in 6 mesi - il monitoraggio è stato fatto dal 1 gennaio al 30 giugno di quest’anno - ha chiamato 43 volte. Vuol dire più di una volta la settimana e sempre lamentando disturbi nevrotici e lombalgia. Ma anche un altro concittadino è da record perchè in 6 mesi ha chiamato la Guardia medica 39 volte per chiedere come e quando doveva prendere le medicine che gli erano state ordinate dal suo medico. E non sono casi eccezionali, purtroppo. Dunque non è solo al Pronto soccorso che si presenta un sacco di gente con l’unghia incarnata alle 3 del mattino o con una crisi d’ansia - come quella signora che ha scritto scandalizzata ai giornali perchè medici e infermieri avevano dato la priorità ad un pullman di turisti fra i quali c’era un caso accertato di meningite, invece che a lei, che aveva il batticuore per paura che il marito scoprisse che aveva comprato la borsetta nuova - o con una cefalea che dura da 15 giorni.

«Per legge la Guardia medica va mantenuta e non c’è alcun dubbio che sia indispensabile - dice Antonio Padoan - però...» E in quel però ci sta tutto il malessere per un servizio che non riesce a soddisfare gli utenti - ma è anche difficile soddisfare gente che chiama perchè non ha niente da fare e si sente sola, no?

La Guardia medica garantisce l’assistenza sanitaria quando il medico di famiglia o il pediatra non sono in servizio e quindi dalle 20 alle 8 tutti giorni della settimana, dalle 10 alle 20 del sabato e dei giorni prefestivi e dalle 8 alle 20 dei festivi. E’ attiva a Burano (041 730005), Cavallino (041 5300214), Lido (041 5267743), Mestre (041 5344411), Murano (041 5274078), Pellestrina (041 967549), Quarto d’Altino (0422 824146) e Venezia (041 5294060). I medici in servizio sono 53 - 14 a Mestre, 11 a Venezia, 6 a Murano, 5 al Cavallino, 4 al Lido, 6 a Pellestrina, 5 a Quarto). Un esercito di professionisti che eroga 106 ore alla settimana di servizio per un costo annuo di 2 milioni 150 mila euro. E questo significa che la signora che ha chiamato 43 volte per niente è costata circa 120 mila euro alla collettività. Ma da dove arrivano più chiamate? Da Murano, Pellestrina e Lido. All’ultimo posto Mestre, ma bisogna tener presente che i mestrini affollano il Pronto soccorso dell’ospedale.

Delle 11 mila telefonate totali - nell’arco di 6 mesi - solo poco più di un migliaio erano serie, cioè da ricovero in ospedale.

Maurizio Dianese


Venerdì 14 Agosto 2009,

GUARDIA MEDICA Parla il presidente dell’Ordine, Maurizio Scassola. «Non bisogna confondere i servizi sul territorio con quelli erogati dall’ospedale »    «Noi medici bocciamo la proposta di Padoan»
________________________________________

Venerdì 14 Agosto 2009, (m.d.)

 «La proposta non è logica. Io non sono contrario per principio, sono contrario a stravolgere la filosofia dei servizi sul territorio. Perchè è da una vita che diciamo che non ha senso puntare solo sull’ospedale e poi vogliamo portare dentro l’ospedale anche quel che è nato per restare sul territorio. Mi riferisco alla Guardia medica o, meglio al Servizio di Continuità assistenziale, un servizio che è legato all’attività dei medici di famiglia, che è nato per coprire gli utenti negli orari notturni e festivi, quando il medico di famiglia non c’è.

 Per questo si chiama Servizio di continuità assistenziale. Ebbene, la proposta del direttore generale dell’Ulss 12, Antonio Padoan, è di trasferire la sede della Guardia medica di Mestre in ospedale. Sono assolutamente contrario».


Così il presidente dell’Ordine dei medici, Maurizio Scassola. L’Ulss 12 ha monitorato per 6 mesi l’attività della Guardia medica ed ha scoperto che il servizio costa molto - 2 milioni 150 mila euro l’anno - e rende poco perchè la stragrande maggioranza della chiamate è più da Telefono amico che per le urgenze. C’è chi chiede consigli su come e quando prendere la pastiglie e chi ha solo bisogno di farsi una chiacchierata con qualcuno che lo stia ad ascoltare.

«Ma è l’ospedale che funziona per le emergenze e le urgenze, qui stiamo parlando di un’altra cosa, che può avere anche a che fare con Telefono amico, non lo nego. Ma si tratta di una funzione di ascolto e di comprensione che fa parte dell’attività del medico. In ambulatorio noi ogni giorno riceviamo confidenze e richieste che in teoria non hanno nulla a che vedere con la medicina e invece fanno parte integrante proprio del benessere psicofisico della persona e noi medici esattamente di questo ci occupiamo. Chiaro che i servizi sul territorio non hanno le caratteristiche dell’urgenza, ma questo non significa che non siano importanti. E poi vogliamo andare a vedere che cosa dice il monitoraggio dell’Ulss 12?»

Che in Centro storico chiamano perchè hanno la diarrea, che a Murano e Pellestrina hanno tutti il mal di gola e a Quarto d’Altino ci sono continue epidemie di otite.

«Non c’è da scherzare. Bisogna invece approfondire, andare a vedere esattamente di che cosa si tratta e quali sono le esigenze della popolazione. Questo significa puntare a migliorare il servizio, partire dall esigenze della popolazione. A Venezia c’è un problema di alimentazione? E’ possibile. Va studiato. Ma la correzione non va confusa con l’abolizione.

 Qui la proposta è di spostare la Guardia medica in ospedale, mettendo i medici che non rispondono alle chiamate e sono liberi, a fare lavoro di Pronto soccorso. Non va bene.

Sia chiaro, disponibili a qualsiasi proposta, soprattutto se si parte con lo spirito di migliorare un servizio alla cittadinanza, ma dobbiamo capirci. Perchè la filosofia della medicina sul territorio è diversa dall’ospedalizzazione. Ed è diversa anche la preparazione richiesta ai medici. Le competenze sono diverse e per svolgere un lavoro corretto bisogna avere una adeguata preparazione.

Altrimenti finiamo tutti in Tribunale, denunciati.

E se la Guardia medica nel corso degli anni non è incappata in molte vertenze giudiziarie, significa che non è vero che non risponde ai bisogni dei cittadini. Anzi, diciamo che mediamente sa fare bene il suo lavoro.

Diciamo che è un servizio che si può migliorare, ma certo non annegandolo dentro i servizi che offre l’ospedale.

Sono due cose diverse e vanno mantenute separate e distinte. Semmai bisogna spingere ancora di più sul territorio e noi lo stiamo facendo con il meccanismo della medicina di gruppo. Tanti medici in un unico studio, che offrono una copertura molto più ampia del medico singolo. Questo vuol dire essere presenti sul territorio e questo significa venire incontro alle esigenze della popolazione, che deve andare in ospedale solo quando non c’è alternativa.

Bisogna rispettare tutti i ruoli dei professionisti della salute per essere sicuri di dare una risposta adeguata».

E dunque, Scassola boccia la proposta di portare la Guardia medica dentro l’ospedale dell’Angelo ?.

«Così com’è formulata sì».



Categoria News: 
Notizie medici
Pagina visitata 3870 volte