Tempi Moderni

Tempi moderni

di Giovanni Leoni

Un saluto ed un ringraziamento a tutti i colleghi, in particolare a quelli che hanno trovato tempo e voglia di  partecipare alle elezioni. Inizio da qui il  mio terzo triennio, un  ospedaliero vicepresidente di tutti perché sono entrato nell’Ordine sei anni fa con la ferma convinzione che per migliorare il nostro status di medici sia necessario conoscere e far conoscere le varie realtà della professione all’interno della categoria ed in particolare  fuori.

Elezioni.  La partecipazione per Venezia è stata globalmente di circa il 18%  dei nostri circa 4000 iscritti , medici ed odontoiatri. Pensate che all’Ordine di Milano, 24.000 iscritti,  per un’ affluenza del 14.6% si è parlato di  record per lo scontro politico vero con liste contrapposte. Visto che  siamo nel 2011 e l’informatica fa parte integrante della nostra professione per tutti, dalla PEC al Sistema TS, la prima idea è organizzare  le prossime elezioni dando la possibilità anche del voto on line previa adeguata autenticazione.  Chi vorrà potrà venire comunque a votare, supportato, da un pc della segreteria. Tecnicamente possibile, politicamente da approvare, vedremo.

Condizioni di lavoro.  La pensione si allontana per lo “zoccolo duro” i laureati degli ultimi anni  ‘70 ed anni‘80.  Chi può è uscito  in massa in questi  anni e altri lo faranno a breve se ne avranno convenienza e possibilità. Le riforme delle pensioni sono al centro del dibattito politico come mai in passato. Intanto il turnover in corsia si blocca, e nel conto annuale 2010 della Ragioneria generale dello Stato e dalle tabelle del ministero dell’Economia, gli straordinari dei medici  sono cresciuti dai 442 milioni di euro del 2005 ai 492 del 2010.  Siamo costretti a lavorare di più per coprire i turni che rimarrebbero scoperti. Naturalmente  ci sarebbe anche il diritto contrattuale di poter recuperare le ore straordinarie  ma chi riesce a farlo nel suo microcosmo lavorativo è fortunato. Serve una iniezione di gioventù al SSN, la professione è lunga, è necessario  un adeguato affiancamento delle varie fasce di età nella vita di corsia per garantire la normale continuità del sistema. Il Risk Management comincia da qui. Deve riprendere almeno dal 2014  la stagione dei contratti, oggi sospesa fino al 2013  per un reale confronto con le parti sociali  sia a livello nazionale che  territoriale. E a proposito di liste di attesa, voi cosa rispondete ai pazienti che ci guardano mentre prescriviamo esami che  verranno eseguiti in tempi biblici ed alla fine  ci chiedono : ma dottore posso aspettare così tanto tempo ?  Scusate, dimenticavo che  esistono le apposite  “caselle”…    E’ evidente  che l’ uscita di tanti colleghi dal mondo del lavoro riduce l’offerta di prestazioni e mi domando fino a quale punto lo sforzo intellettuale del medico può essere accelerato nella ricerca di fare gli stessi numeri o magari di più con meno risorse umane. 

Immagine del medico : è ancora forte. Un politico mi ha recentemente confidato che la nostra categoria   non è adeguatamente conscia della sua forza e siamo troppo divisi. Siamo ancora una classe di professionisti nel suo complesso molto  stimata,  in noi il pubblico, pazienti e parenti vede ancora delle persone profondamente motivate  e dedicate al lavoro anche se in prima pagina finiamo spesso solo per la malasanità. I numeri dell’impegno    quotidiano, costante, intenso e di qualità viene spazzato via nell’immaginario collettivo da episodi certo gravi ma  con responsabilità  da dimostrare e la categoria fatica dopo a recuperare la fiducia dei propri pazienti. La condanna mediatica è immediata, l’assoluzione frequente ma lontana e dimenticata. Certo la colpa medica esiste ma  struttura ed organizzazione non sono elementi secondari. Eppure in tema di eventi avversi l’Italia, con una media del 5,17%, è in linea con altri paesi europei, come Francia (5,1%) e Olanda (5,7%), mentre fa meglio di paesi come la Spagna (9,3%). A spiccare come modello positivo è la Toscana, dove gli eventi avversi sono la metà della media nazionale (2,54%). Questi i risultati di uno studio finanziato dal ministero della Salute e condotto a livello nazionale su cinque ospedali (Niguarda di Milano, Careggi a Firenze, azienda ospedaliera di Pisa, San Filippo Neri di Roma, Policlinico di Bari) e su tutte le strutture della Toscana.
 
Situazione provinciale :  Primari che se ne vanno e non vengono sostituiti, personale ridotto all’osso , pronto soccorso in continua emergenza, liste di attesa che si allungano e reparti a rischio di chiusura (il Gazzettino – 24 novembre 2011)  Pensavo parlassero del mio ospedale , il Civile di Venezia,  invece era Portogruaro, ma la partenza dell’articolo andava benissimo anche per Chioggia.

 La politica regionale rivela tutte le sue  contraddizioni nel recente  voto per l’ordine del giorno pro Venezia sulla  specificità   21 consiglieri regionali  a favore  25 contro. Un voto importante per  i futuri finanziamenti, sanità e trasporti per primi, forse la specificità della laguna si trova solo sul National Geographic… Guardiamo con interesse alla  “Unicità di Venezia” novità  dell’ultima bozza del nuovo piano socio sanitario regionale. Grande nota dolente la situazione di Jesolo, un ospedale in prima linea da sempre, a volte il suo destino sembra la chiusura. L’offerta di servizi deve essere realisticamente adeguata come  del resto per tutti i litoranei della provincia sia alle necessità della  popolazione residente sia alle nuove masse turistiche. Resta infatti al momento  irrisolto il nodo politico dell’ospedale unico per il Veneto Orientale mentre i sindaci vanno in piazza con i loro concittadini a Portogruaro in difesa del loro presidio.  

Ruolo dell’Ordine: Il presidente Scassola, fresco di riconferma a cui va tutta la mia stima e l’augurio di un ulteriori affermazioni  nell’interesse di tutta la categoria, è presidente della federazione regionale degli Ordini provinciali del Veneto, ed è quindi interlocutore diretto con la Regione. Devono essere adeguatamente  riviste le condizioni di lavoro del medico nelle sue varie declinazioni.  I medici sono gli attori principali e non le comparse del sistema sanitario,  è dal nostro lavoro nel bene e nel male che dipende la qualità e la sostenibilità delle prestazioni all’utenza.  Per il momento mi fermo qui. Sul prossimo editoriale più spazio ai colleghi del territorio. Cari saluti a tutti. 

Giovanni Leoni  - Vice Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Venezia
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