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Meningite : articoli dai quotidiani 8 gennaio 2008
Ormai è quasi certo: l’infezione che ha colpito il ragazzo di Zelarino e quella responsabile dell’epidemia nel Trevigiano sono dello stesso tipo
Il Veneto pronto a vaccinare un milione di giovani
Contro la meningite la Regione prepara un piano d’emergenza che coinvolgerà tutte le persone dai 15 ai 29 anni
Venezia
Il Veneto si prepara a vaccinare tutti i giovani dai 15 ai 29 anni: almeno 800 mila persone, forse un milione. Gli interessati verranno chiamati dalle strutture pubbliche e avranno comunque la facoltà di decidere se aderire o meno all'iniziativa. É questo il piano che la Regione Veneto ha in progetto e che se ritenuto fattibile potrebbe vedere la luce già dai prossimi giorni. «Con questa iniziativa vogliamo concretamente tranquillizzare la popolazione - spiega l'assessore alle Politiche sanitarie del Veneto Francesca Martini, che con i tecnici sta predisponendo la bozza del progetto - Il numero dei casi che si sono verificati dal punto di vista epidemiologico non desta preoccupazione, ma la popolazione ha tutto il diritto di sentirsi protetta e di poter rivendicare legittimamente un diritto alla salute. E noi ci stiamo muovendo in questa direzione. Non ci sta a cuore solo la salvaguardia dei nostri cittadini, ma anche la loro tranquillità». Tra l'altro è ormai quasi certo che il meningococco C che ha colpito il giovane di Zelarino è lo stesso batterio colpevole delle infezioni che si sono verificate nel Trevigiano. La tipizzazione effettuata nel Centro dell'Università di Padova non è ancora conclusa, ma verosimilmente i batteri sono gli stessi.
É anche questa conferma che ha portato la Regione a intervenire in maniera ancor più massiccia, studiando un piano di sanità pubblica molto articolato, che non ha precedenti in Italia, e che si svilupperà su tre ambiti, locale, provinciale e regionale. «Stiamo prevedendo una vaccinazione su chiamata - spiega l'assessore - Ora ci stiamo concentrando nelle zone in cui si sono verificate le infezioni, ma il piano prevede il graduale coinvolgimento di tutte le altre province».
Per quanto riguarda l'approvvigionamento dei vaccini la Regione è in contatto con le due aziende produttrici per il reperimento delle dosi che si renderanno necessarie. In effetti in questo ultimo periodo il Veneto ha fatto incetta di tutti i vaccini disponibili a livello nazionale, "sequestrando" anche 40mila dosi destinate alla Polonia.
La siuazione è costantemente monitorata anche dal ministero della Salute che è in stretto contatto con le autorità sanitarie venete. «Continua la presenza di casi sporadici di meningite batterica, in particolare da meningococco di sierogruppo "C", sia in Veneto sia in altre regioni in Italia - spiega il ministero - Il numero totale di casi di meningite è stabile negli ultimi anni ed anche quest'anno il numero dei pazienti di cui è pervenuta segnalazione non eccede l'andamento invernale abituale. Non sono segnalati ulteriori casi associati al focolaio in Veneto dopo l'ultimo segnalato il 3 gennaio a Zelarino». Il ministero precisa che la prevenzione della meningite da gruppo C, è comunque affidata all'uso del vaccino. «La vaccinazione contro il meningococco C di particolari gruppi di popolazione è indicata soltanto in presenza di focolai epidemici quali quello veneto», aggiunge il ministero che comunque non ritiene necessaria la vaccinazione di soggetti che si recano in zone italiane colpite da focolai.
Ma mentre le Asl del Trevigiano hanno dichiaro terminata la fase d'emergenza, la psicosi del batterio non si ferma. A Rieti, ad esempio domenica pomeriggio è morto improvvisamente un bambino di 18 mesi. Subito si è parlato di meningococco, tanto da decidere la profilassi delle persone che sono state a contatto con il piccino. E dopo il tam tam fra i genitori, che avevano deciso di non mandare i figli a scuola, il sindaco del capoluogo di provincia laziale è stato costretto a chiudere le scuole. Al momento, però, l'autopsia sul bimbo non ha confermato la meningite come causa del decesso.
Daniela Boresi da "il Gazzettino " 8 gennaio 2008
MESTRE
Migliora lo studente ma cresce la psicosi
Mestre
«Lo abbiamo risvegliato sospendendo la sedazione farmacologica. Non è più intubato. Ora respira autonomamente e risponde regolarmente agli stimoli. Tutti i parametri vitali sono normali. Inoltre la risonanza magnetica non ha evidenziato lesioni cerebrali. Lo stato è ancora soporoso e finché permane il ricovero in rianimazione la prognosi non può essere sciolta».
A diramare il bollettino medico, ieri nel primo pomeriggio, è il dottor Onofrio Lamanna, direttore dell'Umberto I. Nel tono della sua voce tutta la soddisfazione per il concreto miglioramento delle condizioni del diciassettenne di Zelarino, studente dell'Istituto Stefanini di Mestre, colpito da meningite e in terapia intensiva da venerdì sera. Per dichiararlo definitivamente fuori pericolo occorre aspettare ancora 24 ore ma la risposta positiva alla terapia somministrata lascia spazio all'ottimismo. «Il passaggio dal coma farmacologico verso l'autonomia - spiega Lamanna - deve essere graduale, stiamo andando verso l'autonomia con un giorno di anticipo rispetto al protocollo che avevamo stabilito è questo non può che rincuorarci».
Intanto in città lo spettro della temutissima infezione continua ad aleggiare e alimenta un'autentica psicosi da vaccino. Il centralino dell'ufficio Igiene pubblica è tempestato di telefonate e le farmacie hanno esaurito le scorte prima di Natale: «Cerchiamo di venire incontro ai nostri utenti facendo arrivare le dosi dall'estero» spiega Statis Tsuroplis, presidente di Ames, l'associazione che raggruppa le 15 farmacie comunali di Venezia. «La preoccupazione è comprensibile - precisa Lamanna, che smentisce categoricamente l'insorgenza di altri casi in città - ma allo stato attuale non sussistono motivi per pensare che ci siano rischi aggiuntivi di contrarre la malattia rispetto a quelli consueti».
Tuttavia nonostante tutte le rassicurazioni il panico sta dilagando in tutto il veneziano e in particolare nelle aziende sanitarie limitrofe a quella di Mestre. Come quella di Dolo-Mirano presa d'assalto soprattutto da mamme angosciate per i loro figli: anche qui linee telefoniche intasate e vaccini che scarseggiano.
Monica Andolfatto da "Il Gazzettino " 8 gennaio 2008
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