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Importazione anche di medici?
Importazione anche di medici?
Dal 2015 si aggiungerà anche la voce 'medici' all'elenco delle importazioni del nostro paese. A lanciare l'allarme sono gli stessi camici bianchi. L'occasione è la due giorni che vede riuniti a Paestum (Sa), patologi, oncologi e chirurghi che si occupano di tumore al seno.
Un workshop patrocinato dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e dalla Società italiana di anatomia patologica e citologica (Siapec), che giunge alla VI edizione e che serve agli specialisti per fare il punto e trovare le soluzioni per affinare le armi contro il primo tumore al femminile, che ogni anno in Italia colpisce circa 40.000 donne.
"Entro il 2015 - rivela Sabino De Placido, professore di oncologia medica all'Università degli Studi Federico II di Napoli - l'Italia non avrà abbastanza medici per coprire il fabbisogno e dunque saremo costretti a importarli dall'estero". La colpa, a detta degli oncologi, è "delle politiche troppo rigorose e miopi sul numero chiuso alle Facoltà di Medicina. Una strategia - spiegano - che non tiene conto delle reali necessità del Paese, ma solo delle capacità formative degli atenei, in rapporto ai fondi a disposizione".
L'Italia non sarà certo il primo Paese a rimanere a secco di medici. "La prima grande nazione a fare i conti con un numero insufficiente di camici bianchi è stata la Gran Bretagna, seguita ora anche dalla Spagna. E le conseguenze - continua De Placido - già si sono viste, e sono negative".
Gli esperti rivelano infatti che le importazioni prossime venture di camici bianchi in Italia non potranno avvenire da nazioni vicine a noi geograficamente e per formazione, ma verosimilmente "da Paesi dell'Est del mondo, per esempio India, Pakistan o Cina. Ma la loro formazione sarà diversa o tarata su altre malattie diverse da quelle più diffuse sul nostro territorio.
Dunque ci troveremo a fare i conti con problemi reali se non si corre ai ripari. Anche perché - concludono - per completare la formazione di un medico ci vogliono dieci anni. Capiamo che la politica si interessa a questioni più vicine nel tempo, ma anche questa va affrontata".
da DoctorNews 28 novembre 2008 - Anno 6, Numero 199
Un workshop patrocinato dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e dalla Società italiana di anatomia patologica e citologica (Siapec), che giunge alla VI edizione e che serve agli specialisti per fare il punto e trovare le soluzioni per affinare le armi contro il primo tumore al femminile, che ogni anno in Italia colpisce circa 40.000 donne.
"Entro il 2015 - rivela Sabino De Placido, professore di oncologia medica all'Università degli Studi Federico II di Napoli - l'Italia non avrà abbastanza medici per coprire il fabbisogno e dunque saremo costretti a importarli dall'estero". La colpa, a detta degli oncologi, è "delle politiche troppo rigorose e miopi sul numero chiuso alle Facoltà di Medicina. Una strategia - spiegano - che non tiene conto delle reali necessità del Paese, ma solo delle capacità formative degli atenei, in rapporto ai fondi a disposizione".
L'Italia non sarà certo il primo Paese a rimanere a secco di medici. "La prima grande nazione a fare i conti con un numero insufficiente di camici bianchi è stata la Gran Bretagna, seguita ora anche dalla Spagna. E le conseguenze - continua De Placido - già si sono viste, e sono negative".
Gli esperti rivelano infatti che le importazioni prossime venture di camici bianchi in Italia non potranno avvenire da nazioni vicine a noi geograficamente e per formazione, ma verosimilmente "da Paesi dell'Est del mondo, per esempio India, Pakistan o Cina. Ma la loro formazione sarà diversa o tarata su altre malattie diverse da quelle più diffuse sul nostro territorio.
Dunque ci troveremo a fare i conti con problemi reali se non si corre ai ripari. Anche perché - concludono - per completare la formazione di un medico ci vogliono dieci anni. Capiamo che la politica si interessa a questioni più vicine nel tempo, ma anche questa va affrontata".
da DoctorNews 28 novembre 2008 - Anno 6, Numero 199
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