"Fermiamoci un giorno"


La riflessione dell’Ordine dei medici di Venezia nel merito dello Sciopero dei Ginecologi e Ostetrici italiani.

Il 12 febbraio si astengono dalle attività i Ginecologi e gli Ostetrici italiani. La categoria garantirà solo la gestione delle emergenze mentre non verranno svolte tutte le altre attività nei punti nascita, nelle unità operative di ostetricia e ginecologica, nei consultori familiari e negli ambulatori ostetrici extra-ospedalieri.
Temi della giornata saranno: i tagli alla Sanità che hanno messo in ginocchio l’assistenza; l’impegno della politica ad applicare immediatamente la riforma dei punti nascita; il contenzioso medico – legale arrivato ormai a livelli insostenibili.
L’Ordine dei Medici di Venezia si affianca e solidarizza con i Colleghi ginecologi e ostetrici e con tutti gli operatori della salute che con il loro impegno umano, civile e professionale riescono ancora a garantire livelli di qualità nelle strutture della nostra Regione. Il de-finanziamento del Sistema Socio – Sanitario Nazionale (30 miliardi di euro nel periodo 2011-2014) ne mette gravemente a rischio la sostenibilità e la sicurezza mentre un contenzioso medico-legale incontenibile mette a rischio la serenità del medico, il rapporto medico-paziente, l’efficienza del SSNN e l’efficacia delle cure.
Le gravi difficoltà professionali e umane dei Colleghi Ginecologi e Ostetrici sono fatte proprie da tutta la classe medica. Dal 12 febbraio l’Ordine dei medici di Venezia vuole avviare tutte le azioni necessarie perché si sviluppi nella nostra Regione e nel Paese la cultura della salute anche come momento solidaristico nei confronti dei medici e di tutti gli operatori sanitari. La nostra Comunità deve essere informata compiutamente e deve riconoscere che le attività mediche e in generale sanitarie (ostetriche, infermieristiche e tecnico-assistenziali) sono uno dei beni strategici del nostro Paese; se questo SSNN ancora sopravvive e perché esistono donne e uomini che tutti i giorni si sacrificano in un sistema di cure sempre più complesso e fragile.
Il Paese deve riconoscere alle professioni sanitarie una protezione sociale che deriva da un rischio sociale che questi soggetti si assumono per il bene comune. Questo rischio deve essere assunto dalla Collettività, fermo restando il diritto in capo al Cittadino al risarcimento per un danno subito e la valutazione dei profili di responsabilità; sul profilo di responsabilità, in ambito penale, riteniamo che il nuovo governo debba subito porre la questione della sua derubricazione.
L’attività dei medici e di tutti i professionisti sanitari, soprattutto di quelli più esposti al contenzioso, impone a tutti coloro che vanno ad assumere responsabilità alla guida del Paese, la piena consapevolezza che il loro operato verrà costantemente vigilato da una classe medica che non è più disponibile a tagli che possano minare la sicurezza dei pazienti e degli operatori.
Un grazie ai Colleghi Ginecologi e Ostetrici che ci permetteranno questa occasione di riflessione.

Maurizio Scassola
Presidente OMCeO di Venezia

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