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Home › Notizie medici › Convenzione tra Omceo Venezia e Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali_Ca' Foscari ›Convenzione tra Omceo Venezia e Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali_Ca' Foscari
L’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Venezia ha stipulato una convenzione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia per l’approfondimento dei temi relativi alla professione medica considerati dal punto di vista filosofico, epistemologico, formativo (pratiche filosofiche, educative etc.), sociale, economico etc.
L’OMCeO VE intende sviluppare con il Dipartimento di filosofia delle iniziative che aiutino a:
- Riscoprire le radici e le motivazioni dell’essere medici
- Rendere meno solitario il cammino professionale del medico
- Creare uno stimolo per un percorso interiore che possa portare il medico a prendersi cura di sé.
Il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dal canto suo ha interesse ad attivare dei rapporti con Enti e Istituzioni presenti sul territorio per fornire e acquisire competenze che possono derivare solo dalla conoscenza diretta di situazioni concrete e per sperimentare forme innovative di pratiche culturali e formative.
Fra le iniziative in programma, la pubblicazione di un Testo di pratiche filosofiche e un Convegno che coinvolgerà Medici e Filosofi.
Qui di seguito la post-fazione al libro in pubblicazione.
LE NOSTRE PRATICHE FILOSOFICHE
Se è vero che la pratica filosofica è desiderio di sapere e amore per l’ascolto della differenza, il medico dovrebbe applicare queste verità come stile di vita sia in ambito civile che professionale; d’altra parte egli è oggi obbligato a ripensare criticamente il proprio ruolo partendo dalle motivazioni iniziali della sua scelta professionale e proiettando le proprie aspettative e le proprie ambizioni in uno scenario estremamente fluido per i rapidi cambiamenti sociali, economici, professionali e organizzativi. Il futuro della professione medica è poi reso ancora più incerto dalla fragilità della politica, dal sottofinanziamento del welfare e dalla sempre maggior complessità della organizzazione del Sistema Socio – Sanitario che espone il medico ad un sempre più elevato livello di rischio professionale e ad un correlato, esponenziale contenzioso civile e penale. Siamo partiti da queste riflessioni e abbiamo incontrato gli amici delle Pratiche filosofiche; ci siamo detti che, per uscire da una prospettiva di pura autoreferenzialità, dovevamo affidarci ad osservatori esterni, ad altre competenze. Per poter rivisitare il nostro ruolo ma anche per ricercare le cause delle nostre sofferenze dobbiamo essere aiutati: una professione di aiuto che chiede aiuto. Questo delinea il senso della nostra presenza nella pubblicazione: come cittadini e come professionisti stiamo ricercando nella verità di tutti i tempi il senso della nostra vita quotidiana; i cambiamenti sociali coinvolgono ineluttabilmente il complesso mondo della Salute: persone ammalate e loro famiglie, associazioni, operatori, amministratori, politici. D’altro canto dobbiamo essere consapevoli che il Cittadino oggi accede ai servizi del Welfare sempre più consapevole e motivato a far valere i propri diritti, sviluppando una sua capacità contrattuale anche attraverso il mondo delle associazionismo. La persona malata è sempre più un soggetto esigente che entra in relazione con il medico, pone domande, accetta , contratta o rifiuta le soluzioni proposte. In questo orizzonte di grande complessità relazionale e organizzativa il medico trova una delle radici del proprio disagio ma anche riscontra, ogni giorno di più, la necessità di vivere la propria vita professionale all’interno dei equipe multidisciplinari che lo completano e lo proteggono. Se questa multidimensionalità rappresenta sicuramente un valore protettivo e di sicurezza sia sociale che organizzativa, questa ulteriore dimensione può essere fonte di disagio e di disorientamento. Il medico è costretto ad entrare in relazione e a confrontarsi quotidianamente nelle scelte terapeutiche; qualche volta avverte questo confronto come limitazione nella propria autonomia professionale specie quando le risorse impongono rigidi protocolli o linee guida che non nascono all’interno della professione o del proprio gruppo di lavoro. La razionalizzazione delle risorse impone al medico quotidiani confronti con gli amministratori nella ricerca di equilibri spesso precari tra contenimento della spesa, sicurezza delle cure, sicurezza degli operatori e loro responsabilità. I medici vivono questo tempo con inquietudine e sofferenza e la comprensione di questo disagio ci pare il primo passo per cercare ragioni, strumenti e metodi per affrontarlo. Il ricorso alla filosofia nasce dal bisogno di promuovere questa riflessione critica; dobbiamo porci in discussione con strumenti e modalità diversi dai consueti prestando attenzione ai profondi mutamenti che si succedono sia in ambito sociale che in ambito organizzativo e relazionale; stiamo ipotizzando una prospettiva di aiuto con quei soggetti competenti che culturalmente e antropologicamente possono essere di sostegno al nostro cammino. Alla Filosofia si riconosce quella capacità di interrogare e leggere i contesti, di ripensare il sistema articolato delle relazioni fra diversi soggetti, di recuperare il senso della complessità e di offrirne una visione unitaria, produttiva, non solo ai fini intellettuali-speculativi ma di un efficace orientamento nella vita pratica di tutti i giorni. La filosofia aiuta a rivedere la propria visione di sé nel mondo, aiuta a recuperare le proprie risorse interne, quelle personali ma anche quelle antropologiche; la filosofia ci aiuta a dare il senso.
Ci pare quanto mai opportuna e carica di significati questa collaborazione tra l’Ordine dei medici che propone ai propri iscritti una verifica e revisione di ruolo e il gruppo delle Cure Filosofiche della facoltà di Filosofia di Cà Foscari di Venezia; attraverso il laboratorio di esperienze e riflessioni filosofiche promuoviamo un laboratorio di riflessioni filosofiche mediche. In effetti questo testo è il primo passo verso una conoscenza delle Pratiche filosofiche come strumento di riflessione individuale per imparare l’arte dell’ascolto e del pensiero critico. La Pratica filosofica trova la sua massima espressione nella relazione tra le persone ma anche con l’ambiente che ci circonda, inteso sia come mondo che come natura che come società. Ogni uomo ha bisogno di sentirsi parte di un tutto, ogni uomo deve saper volgere lo sguardo al cielo: “ il cielo è il punto che se raggiunto permette lo sguardo dall’alto”; lo sguardo sul tutto permette di riprendere contatto con la realtà multiforme e ci rende ancora più consapevoli e responsabili; dall’analisi distaccata dei fatti al contatto quotidiano con la sofferenza e la morte.
Siamo grati alla Facoltà di Filosofia di Cà Foscari per l’opportunità che ci offre; un testo ricco di riflessioni e contenuti a cui ogni medico può attingere per interrogarsi sul proprio ruolo civile, professionale. Il testo, nelle nostre intenzioni, ha un “carattere generativo”; è solo l’ispirazione per avviare altri eventi, altre occasioni di incontro e di confronto; integrazione tra pratica filosofica e pratica medica dovrebbe significare anche riscoperta degli antichi valori della professione con i quali devono confrontarsi le nuove generazioni di medici. Questa è la sfida che vogliamo cogliere: interpretare e intraprendere una professione per una medicina che sappia unire competenze e professionalità a umanizzazione.
Ornella Mancin – responsabile di progetto per l’OMCeO di Venezia
Maurizio Scassola – Presidente OMCeO di Venezia
Categoria News:
Notizie medici
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