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INTERVISTA AL DR. GENERALE ULSS 10 dr. CARLO BRAMEZZA
INTERVISTA AL DR. GENERALE DELL’ULSS 10 dr. CARLO BRAMEZZA
Secondo il Suo parere quale è oggi il moderno ruolo di un Ordine Professionale?
Il ruolo di un Moderno Ordine Professionale è quello di garantire la qualità delle prestazioni erogate dagli iscritti proprio nel momento in cui la congiuntura economica porterebbe a soluzioni vantaggiose per i prezzi, ma non sempre per i contenuti complessivi dell’intervento. La qualità si raggiunge, anche, con la formazione. In sostanza, l’Ordine esprime il livello di serietà del sistema. Il luogo del confronto a tutto campo, con l’obiettivo di individuare le linee di indirizzo base per consentire ai professionisti del settore di avere qualche certezza in più (o qualche incertezza in meno). L’Ordine deve contribuire alle grandi scelte della modernità che, oggi, equivalgono a diritti e doveri per tutti.
In quali campi e con quali obbiettivi Lei ritiene si potrebbero sviluppare sinergie tra l’OMCeO di Venezia e le Aziende Ulss della nostra Provincia?
Il contributo dell’Ordine verso le Aziende sanitarie della Provincia di Venezia, si può concretizzare come il luogo del dibattito per costruire un pensiero del cambiamento, con la consapevolezza delle scelte di estrema responsabilità. Non è permesso sbagliare e, per questo, tutte le intelligenze devono lavorare al massimo, per un risultato di qualità.
In particolare tra l’Azienda Ulss10 e l’OMCeO di Venezia quali potrebbero essere le specifiche priorità progettuali?
L’ordine deve diventare il “salotto buono” della sanità, nel quale si formano le soluzioni più appropriate. Un sistema che si alimenta di analisi ed esperienze senza i confini geografici degli ambii aziendali, procedendo con la scienza e la tecnica senza dimenticare la PERSONA e la diversità di ogni individuo.
Qual è la priorità strategica del Suo mandato?
All’arrivo in quest’Azienda ho trovato tensioni tra il personale e tra le varie strutture, che sono l’ossatura della stessa. Pertanto ho subito iniziato a lavorare, e questa è una della mie priorità, per creare un’unica grande squadra di medici, infermieri e personale amministrativo. La misson dell’Azienda sanitaria, e quindi di tutti coloro che lavorano in questa Ulss, è quello di far star bene gli assistiti perseguendo il benessere fisico, psichico e sociale della popolazione; tutto ciò è possibile solo attraverso l’impegno, la professionalità, un grande lavoro di squadra, e dialogando con il territorio: dalle istituzioni locali agli imprenditori del Veneto orientale.
Quale dovrebbe essere, secondo Lei, la giusta ripartizione delle risorse economiche tra ospedale e territorio?
Il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale prevede ha una svolta epocale per la sanità del Veneto, adeguata progresso tecnologico e delle reali necessità della popolazione. L’ospedale avrà un ruolo meno centrale e ci si rivolgerà a questa struttura solo per le acuzie. Tutti quei pazienti dimessi, che necessitano di un’assistenza continua, o coloro che hanno bisogno di cure non eseguibili al domicilio, troveranno spazio in strutture intermedie, territoriali, come ad esempio ospedali di comunità o aggregazioni di medici aperti con orario continuativo. Le risorse economiche dovranno essere necessariamente incrementate per il territorio e ridefinite per gli ospedali secondo il modello Hub & Spoke. Ma questa Ulss farà grande salto di qualità con la realizzazione di un ospedale unico che ingloberà i presidi di Portogruaro e San Donà. Una nuova struttura, efficiente, adattata agli attuali modelli organizzativi sanitari e agli utenti, fornita di nuove tecnologie, ci permetterà di usufruire di notevoli economie di scala e, oltre ad erogare servizi di eccellenza, attivare nuove prestazioni per i cittadini.
La medicina difensiva sta erodendo risorse al servizio sanitario nazionale. D’altronde i medici, specie quelli alla dipendenza, si sentono abbandonati da Ulss che neanche garantiscono una copertura assicurativa o che minacciano di rivalersi sul medico. Come, secondo lei, è possibile uscire da questo impasse?
Il problema della cosiddetta medical malpractice e dei riflessi assicurativi, economici e professionali che ne conseguono, sono da tempo all'attenzione delle regioni e del Governo. Infatti, da un lato alcune regioni, compreso il Veneto il cui progetto è in via di sperimentazione, hanno intrapreso il percorso dell'autoassicurazione; dall'altro, a livello di legislazione nazionale, si è tentato con il Decreto Balduzzi di porre un freno ai livelli di responsabilità dei medici. Entrambi i correttivi scontano la necessità di essere valutati a medio-lungo periodo. In Veneto le coperture assicurative sono tendenzialmente sempre garantite secondo i criteri che la regione sta elaborando e, quindi, rischi di scopertura in senso stretto non ne vedo, fermo restando ciò che da cui non si può prescindere è il concetto di responsabilità erariale nei casi di dolo e colpa grave, rischio a cui è esposto il sanitario come qualunque altro dipendente pubblico.
ll Direttore Generale dell’Ulss10.
• Nome: Carlo Bramezza
• Nato a: Treviso
• Età: 46 anni
• Stato civile: celibe
• Titolo di studio: laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Bologna
• Esperienze precedenti: è stato direttore presso la Casa di Riposo “G e P Marani” di Villorba (Tv); direttore presso la casa di soggiorno “F.lli E. e P. Mozzetti” di Vazzola (Tv); direttore all’IPAB “Istituti San Gregorio” di Valdobbiadene (Tv); direttore nella casa albergo per anziani “a. Rusalen” di Meduna di Livenza (Tv); direttore presso la casa di riposo “Aita” di Crespano del Grappa (Vi); direttore presso la Casa di riposo “Casson” di Chioggia.
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