Convegno: "Ictus e FA" 12 Aprile 2014

Circa il 30% degli ictus ischemici hanno una genesi cardioembolica perlopiù correlata alla FA con una probabile sottostima dal momento che in molti ictus ad eziologia incerta sopra i 65 anni si riscontra successivamente all’evento una FA parossistica. Nella nostra ulss 13 gli ictus cardioembolici sono circa 110/anno, di cui quasi 70 ricoverati in Neurologia.
Da molto tempo tutte le linee guida sono concordi nel suggerirci in prevenzione primaria e secondaria l’uso del warfarin che ha ridotto in modo significativo gli ictus da FA, anche se tale farmaco comporta note difficoltà gestionali per marcate interazioni con alimenti e farmaci, difficile mantenimento del range terapeutico e conseguente necessità di dosarlo frequentemente nel sangue, nonchè rischi emorragici soprattutto cerebrali non trascurabili.
Da qualche mese abbiamo a disposizione un nuovo gruppo di farmaci anticoagulanti con miglior profilo rischio/beneficio, detti NAO, più stabili dal lato farmacodinamico, meno interagenti con i farmaci, che hanno la stessa efficacia del warfarin ma una netta riduzione delle complicanze emorragiche. Verrebbe allora spontaneo adottare in modo indiscriminato questi nuovi farmaci per l’efficacia, la duttilità, le ridotte complicanze ma come tutte le novità farmacologiche innovative hanno un costo elevato e questo, in un momento di crisi economica globale, induce a limitarne l’impiego ricercando una maggiore appropriatezza prescrittiva. Questo sarà il tema dominante del convegno, oltre alle ultime novità sul fronte della terapia dell’ictus e di alcune patologie di pertinenza neurologica che possono risultare secondarie all’ictus, come il parkinsonismo.
In allegato il programma.

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