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Dentista non restituisce l’esame al paziente.
È stato condannato a due mesi. Era irritato perché l’ assistito si voleva rivolgere a un altro medico
Non ha restituito una radiografia al paziente inserito nella cartella clinica e il dentista è stato prima denunciato per appropriazione indebita con l'aggravante dell’ abuso di prestazione d’opera e poi condannato pochi giorni fa a due mesi.
Una vicenda complessa quella discussa in tribunale relativo al rapporto trasformatosi in un processo penale tra un paziente e il dentista G. S. 66 anni. Il tema del contendere riguardava la restituzione della radiografia panoramica delle arcate dentarie che il paziente aveva effettuato a sue spese nella clinica …….. e aveva consegnato al suo dentista.
E proprio su questa ortopantomografia così si chiama l’esame che si è concentrata la decisione del giudice Giorgio Piziali. A chiedere la restituzione era stato lo stesso paziente recatosi nello studio del dentista nell’ agosto di quattro anni fa nell’ entroterra gardesano. In quell’ occasione si era lamentato della prestazione ricevuta da G. S. e gli aveva comunicato la volontà di rivolgersi ad un altro medico. La decisione della vittima aveva fatto andare su tutte le furie l'imputato che si era rifiutato di restituirgli l’esame consegnatogli pochi giorni prima.
Orbene, chiarisce la motivazione della sentenza, è chiaro che il paziente non potesse avere la cartella clinica con gli esami svolti dal dentista durante le sedute di cura. Il medico però doveva restituirgli quell’esame fatto a sue spese nella clinica …….
E ciò non è avvenuto. Ad impedire la riconsegna della radiografia era stata l’irritazione manifestata dal sessantaseienne di fronte all’annuncio del paziente di cambiare dentista.
Il camice bianco si era sentito umiliato da chi era considerato un paesano e aveva reagito per ripicca.
Secondo il giudice l’intenzione di G. S. era quella di non restituirgli nulla com’ è confermato dalla deposizione in aula dallo stesso dentista.
A complicare la situazione del medico c’ è anche l’assenza di ravvedimento su ciò che è avvenuto nel suo studio. Alla fine è arrivata la condanna a 2 mesi ma con pena sospesa.
Di G. CH.
L’Arena del 30.06.2013
Legislazione
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