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Il miglior andrologo? Il dentista!
Da una recente e curiosa ricerca, pubblicata sul Journal of Sexaul Medicine e condotta da un gruppo di ricercatori turchi dell’Università di Inonu in Malatya, sembra emergere che vi sia una correlazione precisa e diretta tra infezioni croniche del cavo orale (come una gengiva infiammata e la presenza di una placca batterica) ed un disturbo dell’erezione.
Questo problema sessuale sembra avere una probabilità tre volte superiore di presentarsi nei maschi con paradontiti croniche rispetto a uomini che non hanno un tale problema odontoiatrico.
Lo studio, su una casistica un pò limitata, ha messo a confronto un gruppo di ottanta uomini, affetti da disfunzioni erettili, con un gruppo di controllo di altri ottantadue uomini sani.
La ricerca presentata ha rilevato in particolare che il 53% degli uomini del primo gruppo aveva un problema odontoiatrico mentre nel gruppo di controllo solo il 23% dei soggetti lamentava una tale patologia.
Risistemando i dati, in funzione soprattutto di alcuni parametri socio-culturali e clinici (grado d’istruzione, ricchezza, benessere sociale, stipendi, grado d’istruzione, età, indice di massa corporea ed altro) i nostri ricercatori hanno osservato che i maschi con gravi patologie paradontali avevano una probabilità 3,29 volte superiore, rispetto agli uomini del gruppo di controllo “sani”, di avere un deficit dell'erezione.
I ricercatori, partendo dal presupposto che le paradontiti croniche sono potenzialmente malattie capaci di scatenare importanti patologie vascolari sistemiche, come una coronaropatia, e che circa due maschi su tre, con disturbi ad avere una regolare erezione, hanno anche un problema a livello vascolare, hanno facilmente collegato le due patologie.
Da queste osservazioni arriva quindi l’invito a tener presente, tra i possibili fattori che devono essere analizzati dai nostri andrologi, anche le paradontiti croniche, come dato importante nella storia clinica di un uomo che lamenta un disturbo dell'erezione.
Non sembra un’idea così peregrina e “sballata” come potrebbe, a prima vista, apparire; certo la limitata casistica qui riportata non è sufficiente a farci condividere in pieno una tale affermazione come conclusiva.
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