Conto su di te: l'Ordine è efficiente, ma serve più partecipazione

Un Ordine che piace e che funziona, in cui le informazioni corrono veloci e tempestive, in cui ci si esprime con libertà. Un Ordine, però, che deve anche raddrizzare la rotta, soprattutto sul fronte della partecipazione. Sono questi i risultati più importanti di Conto su di te l'indagine conoscitiva che l'Ordine di Venezia ha commissionato e realizzato negli ultimi mesi tra i propri iscritti.

Un questionario, commissionato allo Studio Beau Rivage, per capire che cosa davvero pensano medici, chirurghi e odontoiatri della struttura che li governa e li rappresenta, per condividere con loro aspetti positivi e negativi, per correggere il tiro se necessario. “La prima sorpresa – spiega il dottor Giuliano Nicolin che ha proposto l'iniziativa – è stata il numero delle risposte arrivate. In consiglio pensavamo avrebbero partecipato i soliti cento affezionati e invece abbiamo elaborato i dati di 455 questionari”. Il 10% circa degli iscritti, insomma, ha partecipato e qualche ritardatario sta ancora inviando risposte.

Le informazioni più confortanti arrivano dalle ultime due domande del questionario. In linea di massima c'è una buona soddisfazione sul lavoro dell'Ordine: per quasi l'80% degli intervistati le informazioni arrivano veloci, corrette e tempestive (sempre il 18%, abbastanza il 61%); per oltre l'83% le attività sono ben pianificate; il 78% di chi ha risposto, infine, dichiara di sentirsi libero di esprimersi sempre (27%) o abbastanza (51%). Buono anche il senso di appartenenza che supera il 53% del totale.

“I primi campanelli d'allarme, però – prosegue il dottor Nicolin – sono quel 31% che a questa domanda ha risposto di sentirsi parte dell'ordine solo raramente e quel quasi 17% che ha risposto mai. E' a loro che oggi dobbiamo guardare, capire perché si sentono estranei ed esclusi”. Motivazioni che, forse, trovano qualche spiegazione nel target di riferimento del questionario. Alle domande, infatti, hanno risposto soprattutto medici, chirurghi e odontoiatri dai 50 anni in su, il 72%. “Mancano i più giovani – prosegue – quelli che non vedi mai neppure all'Ordine, alle votazioni, quelli che non si offrono di entrare in consiglio, che partecipano poco anche agli eventi”.

Un deficit di partecipazione delle nuove leve, forse troppo impegnate a inizio carriera a trovare un lavoro e a consolidare una posizione. Medici alle prime armi per cui tutto passa in secondo piano per i primi 10 – 15 anni di carriera. “Molti di loro – spiega Nicolin – sanno poco dell'Ordine, delle leggi, della previdenza. E' un problema che parte da lontano, dai loro studi, dobbiamo lavorare con le università. Dobbiamo incontrare le nuove generazioni”.

Altro deficit sensibile di partecipazione riguarda, poi, le donne. Solo il 32% del campione è di sesso femminile e “anche in questo caso – dice – il coinvolgimento è scarso. Il problema sembra essere conciliare la professione con la famiglia. Non c'è spazio per altre attività. Si fa fatica ad averle in consiglio, ai corsi, agli aggiornamenti, ai convegni. Eppure, per esperienza personale, sono più in gamba e darebbero un apporto significativo”.

Balzano agli occhi, anche, i desiderata degli iscritti veneziani: quasi il 93% degli intervistati vorrebbe un Ordine più concreto, che magari si esprimesse con più decisione anche sui temi d'attualità, che facesse sentire la propria voce critica sul territorio. Altrettanti vorrebbero che la struttura fosse una fonte di maggiori stimoli, il 69% che ci fossero più momenti di condivisione organizzati come eventi.

Queste, allora, le linee guida su cui muoversi per il futuro. E non è detto che non scatti un altro giro di questionari, mirati proprio ai target più estranei alle attività dell'Ordine. Incisiva la metafora medica usata da Nicolin: “I dati statistici ora ci sono – conclude – mettiamo a punto una campagna di “prevenzione” per una “malattia” che c'è e che non va sottovalutata”.

Chiara Semenzato

Giornalista - Collaboratrice Omceo Venezia

Segreteria OMCeO Ve
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