Decreto appropriatezza, la frenata delle Regioni

L'iniziativa è partita dalla Toscana e ora molte altre Regioni potrebbero seguirla. Uno stop al decreto appropriatezza, entrato in vigore il 21 gennaio, il cui impianto sarebbe - a detta anche di Giacomo Milillo, segretario della Federazione Italiana Medici di Famiglia - "inapplicapibile" a causa degli "evidenti errori formali e di logica nella definizione delle prestazioni erogabili dal servizio sanitario nazionale". L'assessore regionale toscano alla Sanità Stefania Saccardi ha così inviato una nota ai medici e ai dirigenti precisando che "i criteri, le modalità e i tempi del monitoraggio sul comportamento prescrittivo dei medici dovranno essere individuati con successivo accordo sancito in sede di Conferenza Stato Regioni, che tenga in considerazione le specificità regionali. La Toscana - ha aggiunto - non vuole mettersi in contrasto con lo Stato, ma neppure mandare in tilt il sistema sanitario. Più che di singole prestazioni vogliamo ragionare del percorso sanitario del pazienti. Perciò la Regione vuole concordare i criteri di appropriatezza con i medici sia con quelli di famiglia sia con gli specialisti che, del resto, sono quelli che hanno contatto ogni giorno coi pazienti”.

Anche il Veneto sarebbe pronto ad affrontare la battaglia. Già lo scorso settembre, infatti, il governatore Luca Zaia si era scagliato contro il decreto appropriatezza. "208 inutili schiaffi - aveva scritto in una nota - ai malati e ai prescrittori. Ingiusti per gli obiettivi delle punizioni pecuniarie: a cominciare dalla gente malata che vuole sapere cos’ha e come può essere curata; inutili perché non servirebbero se si seguissero le politiche di appropriatezza attuate da tempo in Veneto".

“La mannaia - aveva rincarato la dose il giorno dopo l'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto - che il Governo e il Ministro Lorenzin vogliono calare su 208 prestazioni sanitarie ‘inutili’ avrà un solo effetto certo: spostare sul privato non convenzionato, quindi a totale pagamento, le necessità della gente e la ricerca di una risposta alle sue paure. Stanno costruendo una sanità sempre più solo per i ricchi e violando il principio costituzionale dell’assistenza sanitaria universalistica”.

Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO di Venezia

Per saperne di più:

- Leggi l'articolo di Doctor33

- La nota della FIMMG

- Le note di settembre di Zaia e di Coletto

Segreteria OMCeO Ve
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