La festa dell'8 marzo: auguri a tutte le donne e alle colleghe dottoresse

La medicina ormai è sempre più rosa, lo sanciscono anche gli ultimi dati FNOMCeO: considerando i medici con meno di 65 anni, e dunque sicuramente ancora in attività, il 54% è donna. Nel giorno tradizionale della loro festa, oggi 8 marzo, a tutte le donne e in particolare a tutte le colleghe dottoresse, che con fatica e tenacia tengono insieme vita professionale e personale, gli auguri del presidente dell'OMCeO veneziano e vice nazionale Giovanni Leoni.

In questo articolo del Corriere della Sera il significato di questa ricorrenza: https://www.corriere.it/tecnologia/domande-google/notizie/giornata-internazionale-donna-perche-si-celebra-l-8-marzo-ricorrenza-storia-leggenda-dac32fe0-7e6d-11eb-a1f6-6ee7bf0dab9f.shtml

Giornata internazionale della donna, perché si celebra l’8 marzo? Il significato della ricorrenza
L’8 marzo è la «Giornata Internazionale della Donna», istituita cento anni fa come «Giornata Internazionale dell’Operaia». L’usanza di regalare le mimose è tutta italiana
di Silvia Morosi

Non una festa, ma un momento per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute dal genere femminile, oltre che le battaglie combattute per far ascoltare la propria voce. L’8 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale della donna. Ma come nasce questa ricorrenza?

Storia e leggenda

Una leggenda fa risalire l’origine della Giornata al desiderio di rendere omaggio alle operaie morte in una strage che sarebbe avvenuta l’8 marzo del 1908 tra le mura della fabbrica di abbigliamento Cottons, a New York: qui un incendio avrebbe provocato la morte di 129 donne. Non esiste — però — nessuna traccia documentaristica di questo avvenimento, come hanno raccontato per la prima volta nel 1987 le femministe Tilde Capomazza e Marisa Ombra: secondo le ricerche, infatti, la leggenda della Cottons comparì per la prima volta il 7 marzo del 1952 sul settimanale bolognese La lotta (per chi avesse voglia di approfondire, consigliamo la lettura del libro di Capomazza e Ombra, Otto marzo. Storie miti riti della giornata internazionale della donna, Utopia, 1987). Un incendio analogo — come raccontato anche sul blog Poche Storie— avvenne realmente a New York, tre anni dopo la sua collocazione leggendaria. Il 25 marzo del 1911 le fiamme divamparono all’interno della Triangle Shirt Waist Company di Manhattan, uccidendo 146 lavoratori (39 italiani). Tra loro, vi erano soprattutto giovani donne dai 13 ai 22 anni che — con gli ingressi volontariamente bloccati — rimasero intrappolati, bruciando vivi, o furono costretti a lanciarsi dalle finestre dell’edificio. L’azienda, di proprietà di Max Blanck e Isaac Harris, produceva camicette da donna e le operaie erano costrette a turni di lavoro massacranti e mal pagati.

La scelta della data dell’8 marzo

Un altro punto su cui occorre fare chiarezza è la scelta della data dell’8 marzo. L’idea di istituire una Giornata internazionale della donna nasce nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti, su iniziativa del Partito socialista americano. Una proposta accolta, nel 1910, dalla politica tedesca Clara Zetkin, in occasione dell’VIII Congresso dell’Internazionale socialista in corso a Copenaghen. Zetkin è ricordata per aver dedicato tutta la vita alla battaglia per l’emancipazione femminile e per aver teorizzato la liberazione delle donne dalla sudditanza maschile come parte fondamentale dell’emancipazione del proletariato (concetti raccolti in La questione femminile e la lotta al revisionismo). Fino al 1921 — però— nonostante il tema fosse molto sentito, i singoli Paesi scelsero giorni diversi per la celebrazione della Giornata. Solo nel 1921, a Mosca, in occasione della Seconda conferenza delle donne comuniste, l’assemblea decise di rendere istituzionale la data dell’8 marzo come Giornata internazionale dell’operaia, in ricordo della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo (1917). Il 16 dicembre 1977, infine, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 32/142, invitò gli Stati membri a dichiarare un giorno all’anno «Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale».

La ricorrenza in Italia

Quest’anno — quindi — ricorre il centenario dall’istituzione della Giornata internazionale dell’operaia la cui denominazione cambiò poi in Giornata internazionale della Donna. Una Giornata che in Italia iniziò a essere celebrata nel 1922, anche se l’iniziativa prese — davvero — forza nel 1945, quando l’Unione Donne in Italia (nella quale si ritrovavano donne di Pci, Psi, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) celebrò la Giornata nelle zone dell’Italia già liberate dal fascismo. Solo l’8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l’Italia ricordò la Giornata e venne scelto come simbolo quello della mimosa. Un fiore che nasce nei primi giorni di marzo, e soprattutto un fiore poco costoso.

Teresa Mattei, la «donna della mimosa»

Ma chi fu ad avere l’idea della mimosa? L’iniziativa fu presa dalla parlamentare comunista ed ex partigiana (nome di battaglia «Chicchi») Teresa Mattei. Teresa, detta «Teresita», alla fine della guerra, divenne a soli 25 anni la più giovane delle ventuno donne che fecero parte della prima Assemblea Costituente. Dedicò tutta la sua vita alla lotta per l’emancipazione femminile e alla difesa del mondo dell’infanzia: femminista e ragazza madre, nel 1947 fondò l’Ente per la Tutela morale del Fanciullo. Come lei stessa disse, proponendo la mimosa come simbolo della Giornata, «mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente», ricordando come fosse il fiore che i partigiani erano soliti regalare alle staffette. La sua storia è stata raccontata anche da Roberto Rossellini nell’episodio di Firenze del celebre film Paisà.

Segreteria OMCeO Ve
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