Violenza di genere e domestica, il ruolo dei medici

Nei casi di violenza è indispensabile che i medici stendano i referti in modo che siano utilizzabili anche a grandi distanze di tempo, quando si arriva al processo. Fondamentale, poi, che colgano i segnali quando qualcuno si presenta al pronto soccorso. E' su questi due fronti, in particolare, che i camici bianchi sono chiamati a lavorare sempre di più in un'ottica di contrasto alla violenza di genere e domestica. Lo racconta la dottoressa Alessandra Cecchetto, ginecologa, che ha partecipato al convegno sulle strategie condivise di prevenzione e contrasto che si è svolto venerdì 8 maggio, organizzato dall'Ulss 12 veneziana al Padiglione Rama.

Un momento di confronto tra medici - il dottor Giovanni Leoni, in qualità di vicepresidente, rappresentava l’Ordine di Venezia - altri operatori della sanità, avvocati, giudici, associazioni e amministrazioni locali per fare il punto della situazione e presentare un nuovo Protocollo Operativo di sinergia, in cui sono chiari e definiti i ruoli di ogni attore. “Un documento comune – ha spiegato il direttore generale dell’Ulss 12 Giuseppe Dal Ben – che coordina tutte le nostre azioni di fronte ad un caso di violenza di genere o domestica, e che fa sì che ogni intervento dei sanitari, degli operatori sociali, delle forze dell’ordine, sia pienamente a vantaggio di chi ha subìto una violenza. Insieme, e in continuo reciproco sostegno, costruiamo intorno a queste persone oggetto di violenza, spesso donne, spesso minori, una rete di protezione e tutela, che è insieme medica, assistenziale, giuridica”.

“All'incontro – racconta la dottoressa Cecchetto – si è parlato molto degli aspetti legali e di come i referti medici siano essenziali, se ben scritti, in fase di dibattimento”. Una fase che, spesso, a causa dei tempi lunghi della giustizia, arriva a grande distanza di tempo dal soccorso e dalla denuncia. “In ospedale – prosegue – ci deve essere omogeneità nel raccogliere i dati e fluidità nell’invio al Laboratorio Analisi e all’Anatomia Patologica e nella conservazione dei campioni. I referti devono essere a disposizione dell’Autorità giudiziaria anche se la denuncia dei fatti avviene sei mesi dopo”.

Attenti, poi, ai campanelli d'allarme. “Forse – continua la ginecologa – se una donna si presenta più volte con fratture importanti, dicendo di essere caduta dalle scale, il medico una domanda deve farsela”.

Per la prevenzione, infine – ma di questo non si è parlato al convegno, che si è concentrato di più sul ruolo dell'ospedale – bisognerebbe potenziare la rete dei servizi, in particolare i consultori famigliari. “Potrebbero essere molto utili – conclude la dottoressa Cecchetto – i medici di base e i pediatri di libera scelta che stanno sul territorio, hanno un contatto continuo con le famiglie e le conoscono di più”.

Chiara Semenzato
Giornalista - Collaboratrice Omceo Venezia

Alessandra Cecchetto, ginecologa

In allegato:
- Il protocollo sulla Violenza Domestica
- La presentazione del VicePresidente Giovanni Leoni

- Elenco provvisorio file mp4 registrati in data 8 maggio 2015 al Rama: vi rimandano al programma Dropbox - nella  cartella di Giovanni Leoni - ma potete scaricare il file anche senza essere iscritti. I seguenti link corrispondono ai file audio mp4 che si ascoltano come un file musica:

  1. Intervento Dr.ssa Pomponio Conferenza dei Sindaci: https://www.dropbox.com/s/glep8dgrlneakq4/violenza_Pomponio.m4a?dl=0
  2. Intervento Procura della Repubblica Dr. Del Pino e D’Ippolito: https://www.dropbox.com/s/fopg78ti42etj5o/del_pino_dippolito%20.m4a?dl=0

 

Segreteria OMCeO Ve
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