Corso in Medicina Generale: un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro

Il 13 e 14 febbraio 2019 si è svolto presso l’Aula Polifunzionale del Palazzo Grandi Stazioni della Regione Veneto il colloquio finale del Corso triennale di Formazione Specifica in Medicina Generale. Quest’anno mi è stato chiesto di svolgere il ruolo di Presidente della Commissione, richiesta che mi ha ricordato che non sono più giovanissima ed inesperta evidentemente, ma che mi ha riempito di soddisfazione.

Dal 1996 i medici che vogliano svolgere il lavoro di medici di medicina generale, devono frequentare un corso di formazione, parificato alla Specialità, che inizialmente durava due anni e che ora ne dura tre, con esame finale di abilitazione.
Durante il corso i colleghi svolgono un anno di lavoro per acquisire esperienza, presso l’ambulatorio di medici di medicina generale formati all’insegnamento (Tutor), ed altri 2 anni presso diversi reparti ospedalieri e presso i diversi ambulatori distrettuali.
Tutto questo dopo aver superato un esame di ingresso essendo il corso a numero chiuso come tutte le specialità.
Durante i tre anni di formazione, inoltre, i colleghi devono frequentare un numero definito di ore di seminari formativi che, insieme all’attività pratica, li aiuteranno ad affrontare le diverse sfide che incontreranno nel corso della loro attività lavorativa. Parliamo principalmente delle attività cliniche naturalmente, che in medicina generale vengono affrontate tramite il Problem solving, ma anche delle regole di prescrizione / note / esenzioni / piani di cura / Linee guida / Pdta / attività domiciliari e tutte le regolamentazioni varie che differiscono da un’azienda sanitaria a un’altra, ma di cui il medico deve essere a conoscenza per operare correttamente e dare informazioni al paziente. Da ciò si evince quanto sia diverso ora il lavoro del medico di famiglia da quello che si svolgeva forse fino a circa 10 anni fa, quando un collega neolaureato avrebbe potuto affrontare a cuor leggero una sostituzione per guadagnarsi da vivere.

Il Corso di formazione in medicina generale è stata una grande conquista che ha ratificato la figura, il ruolo e la professionalità del medico di medicina generale; tutti noi siamo orgogliosi sia come fondatori della Scuola, che a suo tempo aveva elaborato il materiale formativo del corso, sia come tutor dei colleghi che tuttora ospitiamo.
Per tutti questi motivi, quindi, il mio incarico di presidente di commissione esaminatrice è stato particolarmente gradito, ma è stato anche un’esperienza in realtà perché l’interesse suscitato dalle tesi predisposte dei colleghi è stato superiore alle aspettative.
Infatti i medici devono presentare alla commissione un lavoro originale svolto nel setting della medicina generale, che hanno preparato nel corso dei tre anni di frequenza, in genere insieme al loro tutor.
La Commissione ha avuto modo quindi di valutare 60 tesi di argomento diverso che i colleghi hanno scelto nel variegato mondo della medicina di famiglia: dalle vaccinazioni dell’adulto alla parodontite nel diabete, dall’uso degli anticoagulanti, allo stato di salute oculare e molte altre.
Non voglio far torto a nessuno, e quindi non citerò specificamente titoli e relatori , ma posso dire che alcune tesi sono state veramente interessanti come argomento e lodevoli come svolgimento. Nello specifico per alcuni la Commissione ha avuto proprio la sensazione dell’acquisizione da parte dei colleghi del concetto intrinseco del lavoro del medico di medicina generale, della comprensione della peculiarità del ruolo e dell’analisi delle potenzialità ancora inespresse soprattutto nella ricerca da parte della medicina di famiglia.

Da molti anni stiamo formando una nuova generazione dei medici di medicina generale che non solo siano preparati clinicamente ma che abbiano acquisito la metodologia del lavoro in questa specialità dove si visitano persone che vanno inquadrate clinicamente non in relazione all’organo malato, ma considerandone la visione olistica. Abbiamo aggiunto alla formazione clinica una grossa parte relativa al counselling, indispensabile nella fase relazionale con pazienti sempre più anziani, più fragili, più affetti da malattie croniche, più in difficoltà nell’accedere ai servizi di secondo livello, più disorientati dalle troppe informazioni accessibili a tutti. Speriamo di esserci in parte riusciti ma di certo continueremo con il nuovo corso di formazione che parte quest’anno.

Il colloquio finale che si è svolto il 13- 14 febbraio è stato il coronamento di un lungo percorso per i 60 colleghi delle classi di Verona e di Padova, che hanno vissuto questo momento anche come un momento di festa. Infatti tutti si sono presentati con genitori, nonni, mariti o mogli e figli che scorrazzavano nell’aula o che aspettavano di nascere nelle pance di emozionate specializzande. E fiori per tutti, foto nel terrazzo che si affaccia su San Simeon Piccolo, nella splendida cornice di una giornata di sole veneziana.

Raffaella Michieli

Segreteria OMCeO Ve
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