Decreto appropriatezza. Conte (Fnomceo): “Sanzioni intollerabili. Continua la nostra mobilitazione”

Decreto appropriatezza. Conte (Fnomceo): “Sanzioni intollerabili. Continua la nostra mobilitazione”
Il segretario dell’Ordine boccia la misura. “È un documento un po’ datato perché si riferisce a prestazioni vecchie”. Ma soprattutto c’è dissenso sulle sanzioni: “È intollerabile. E poi non dimentichiamoci che le sanzioni per chi non rispetta le regole ci sono già”. Ma su sciopero precisa: "Scelta spetta ed è prerogativa dei sindacati non dell'Ordine"

23 SET - “Questo provvedimento non ci piace e le sanzioni sui medici sono intollerabili. La nostra mobilitazione non si ferma”. Parla così il segretario della Fnomceo Luigi Conte che commenta così l’ultima bozza del Dm sull’appropriatezza prescrittiva. “Innanzitutto – sottolinea – è un documento un po’ datato perché fa riferimento al Dm del 1996 e soprattutto perché fa riferimento a prestazioni vecchie, senza dimenticare poi, che come anche segnalato dal Css c’è anche una letteratura carente in materia. In questo senso occorre fare un lavoro serio e serve del tempo e condivisione di metodo”.

Ma a parte ciò secondo il segretario dell’Ordine sembra quasi “di assistere ad un provvedimento che nasce più dall’esigenza delle Regioni  di tappare dei buchi e far finta di fare qualcosa”.

Altra questione calda per Conte sono le sanzioni. “È intollerabile il sistema delle sanzioni e il fatto che il medico debba giustificarsi. E poi non dimentichiamoci che le sanzioni per chi non rispetta le regole ci sono già”.

“Siamo di fronte all’ennesima aggressione alla professione – sottolinea - e certamente questa misura, che ha tutto il sapore di una tendenza alla medicina amministrata, non scalfisce le motivazioni della nostra mobilitazione che anzi prosegue con ancora più forza”.
Per quanto riguarda un possibile sciopero Conte infine precisa che “questa è un’iniziativa che spetta ai sindacati proclamare non alla Fnomceo”.

23 settembre 2015
quotidianosanità.it

 

 

D’Ambrosio Lettieri (CoR):


Decreto appropriatezza. D’Ambrosio Lettieri (CoR): “Figlio di un inaccettabile disordine legislativo e dell'arroganza del Governo”
Così il senatore componente Commissione Sanità del Senato ha commentato il provvedimento. “Pensare di poter risolvere il problema dell’appropriatezza delle prestazioni in questo modo è puramente folle. Emiliano non resti a guardare e si faccia interprete profondo disagio in Conferenza Stato-Regioni”.

24 SET - “Lo avevo detto sin da subito che quel Dl Enti Locali - entro cui rientra questa proposta sulle prescrizioni mediche inappropriate - più che un decreto fosse una cloaca, che avrebbe contribuito ad affossare il sistema sanitario nazionale, tra l’altro impedendo sia alle Commissioni competenti che al Parlamento di esprimersi nel merito. Occorre interrogarsi sulla genesi di questa proposta inaccettabile e deleteria, una Babele che produrrebbe solo un poderoso aumento di contenziosi e favorirebbe lo smantellamento del sistema sanitario pubblico a discapito delle fasce più deboli della popolazione. Sistema che invece oggi necessita di essere potenziato attraverso una nuova governance". Così Luigi d'Ambrosio Lettieri (Cor), componente della commissione Igiene e Sanità del Senato, ha commentato il provvedimento sulle prescrizioni sull'appropriatezza prescrittiva.
 
"Ciò che accade oggi, con le giuste rimostranze dei medici, è figlio di un disordine legislativo inaccettabile, che sta trasformando l’intervento del legislatore in un atto punitivo nei riguardi di operatori, come i medici, già schiacciati tra il dovere dell’appropriatezza della prescrizione, il rischio di essere denunciati dal paziente e tagli al ssn che contribuiscono a rendere le modalità di lavoro assolutamente inadeguate - ha proseguito -. Pensare di poter risolvere il problema dell’appropriatezza delle prescrizioni e dell’aderenza terapeutica in questo modo, espropriando il medico della sua autonomia di giudizio clinico, inducendolo ad una posizione difensiva e costringendolo ad operare all’interno di una dinamica tutt’altro che serena, è puramente folle. Tanto più che tutto si giocherebbe anche sulla pelle dei cittadini che, pur pagando tasse salate, sentirebbero minato alla base il rapporto fiduciario con il medico cui si rivolgono, si ritroverebbero a vedere sensibilmente contratti i diritti alla salute e i livelli essenziali di assistenza e a dover pagare di tasca propria interventi altrimenti negati".

 

 

 

Lorenzin      Ministro della Salute

Decreto appropriatezza. Intervista a Lorenzin: “Quelle sanzioni non le volevo e non le avrei messe. Le hanno volute le Regioni. Ma basta con la disinformazione. Ai malati non si toglie nulla”
“E poi vorrei essere chiara una volta per tutte: non è che se un medico prescrive una lastra in più scatterà chissà cosa, stiamo parlando di casi macroscopici di eccesso prescrittivo. Che comunque potranno essere motivati e discussi in contraddittorio dal medico prima che scatti un’eventuale sanzione”. E i risparmi di 106 milioni in soli 2/3 mesi? “Quelle sono le magie dell’Economia!”

23 SET - Sull’elenco delle prestazioni specialistiche a rischio inappropriatezza si sta scatenando l’inferno. Sindacati, Ordini professionali, associazioni di cittadini gridano al taglio delle prestazioni e all’umiliazione dell’autonomia prescrittiva. Venerdì dovrebbero arrivare le osservazioni dei sindacati sui documenti consegnati dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ma le premesse dopo la riunione di ieri pomeriggio non sono affatto buone.
 
Ministro Lorenzin, si aspettava questa alzata di scudi dai medici, ma anche da associazioni come il Tribunale del malato?
No, sinceramente non me l’aspettavo. Soprattutto per un motivo. Questa questione è emersa addirittura a marzo quando c’è stata la prima intesa con le Regioni. Se ci doveva essere un’alzata di scudi doveva esserci in quel momento, non oggi che è diventata legge.
 
Ma perché le sanzioni? Non sarebbe bastato togliere quegli esami dai Lea oppure, come si fa con i farmaci, limitarne la prescrizione a casi specifici senza mettere in ballo i medici? In altre parole non si poteva dire semplicemente che 1,2,3 eccetera prestazioni non sono erogate dal Ssn perché non di provata efficacia?
Le sanzioni sono state volute fortemente dalle Regioni e addirittura in un primo momento si voleva che scattassero automaticamente alla Corte dei Conti. Un’ipotesi alla quale ci siamo subito opposti perché ci sembrava oggettivamente eccessiva e avrebbe anche violato la possibilità del medico di argomentare le sue ragioni. Comunque oggi c’è una legge e io mi sono mossa anche andando oltre a quanto contemplato dalla legge. Ho convocato una prima volta i medici, consegnandogli la prima stesura dell’elenco delle prestazioni sul quale ho richiesto anche il parere del Consiglio superiore di sanità che vi ha apportato le modifiche che ha ritenuto necessarie. Poi ho riconvocato i medici per illustrare il nuovo elaborato invitandoli a fornire le loro osservazioni di merito. Perché non sono certo io a decidere cosa sia appropriato o meno. Lo decidono, i tecnici, gli scienziati e i medici.
 
Ma se tornasse indietro le metterebbe quelle sanzioni?
No. Le ho già detto che è stata una richiesta esplicita delle Regioni posta tra le condizioni dell’accordo.
 
Ma si potrebbero comunque cancellare con un nuovo provvedimento…
La vedo molto dura. Fa parte di un’intesa Stato Regioni e pensare di cambiarla ancor prima di averne avviata l’applicazione non è realistico.
 
In ogni caso queste sanzioni come si faranno ad applicare? La legge prevede che lo stabilisca il contratto, ma il contratto attuale (del 2008) non ne parla. E i medici sono molto preoccupati su come saranno applicate nella realtà locale.
E io condivido queste preoccupazioni. E infatti ho chiesto alle Regioni di giungere a un accordo in Conferenza per far sì che si trovino modalità di applicazione della norma sulle sanzioni uguali in tutta Italia.
 
I sindacati hanno anche chiesto di prevedere un “organismo terzo” per valutare la responsabilità dei sanitari nelle prescrizioni dell’elenco.
Su questa idea non ho nessun pregiudizio in merito. Ci possiamo ragionare. Ma poi vorrei essere chiara una volta per tutte: non è che se un medico prescrive una lastra in più scatterà chissà cosa, stiamo parlando di casi macroscopici di eccesso prescrittivo che comunque potranno essere motivati e discussi in contraddittorio dal medico prima che scatti un’eventuale sanzione.
 
Questa grana viene proprio mentre i medici hanno proclamato la mobilitazione generale sotto l’egida del loro ordine professionale. Chiedono una legge sulla responsabilità professionale, fine del blocco del turn over, rinnovo contratto e convenzioni ed ora anche cancellazione delle sanzioni e ridefinizione del provvedimento sull’appropriatezza. Cosa gli risponde?
Prima di tutto che mi dispiace questa contrapposizione, che non ho mai avuto, con i medici. Una categoria che dopo tutti questi anni di crisi merita assolutamente di essere gratificata. E per questo sto già lavorando con il ministro Madia per stabilizzare i precari della sanità. Stiamo muovendoci per il rinnovo del contratto e per le convenzioni abbiamo già presentato un testo che purtroppo è fermo alle Regioni che, solo pochi giorni fa, hanno avviato il rinnovo delle loro deleghe interne e che mi auguro convochino presto il nuovo Comitato di settore che dovrà lavorare sulla nostra proposta per le convenzioni dei medici.
Sto poi stringendo decisamente i tempi di lavoro per il ddl sulla responsabilità professionale per far sì che si accompagni alla legge di stabilità.
 
Tornando al decreto, qualcuno teme che alla fine chi ci guadagnerà sarà la sanità privata che si vedrà aumentare le richieste di prestazioni cancellate dal Ssn. E’ vero?
Assolutamente no. Il fatto che lo Stato decida di non rimborsare prestazioni giudicate non appropriate è un dovere che abbiamo anche nei confronti dei cittadini che finanziano la sanità pubblica. Questo vale oggi che abbiamo risorse limitate ma vale in assoluto, perché, pur in presenza di risorse illimitate, non è giustificabile che se qualcuno vuole comunque farsi un esame sconsigliato, il pubblico glielo debba pagare. Anzi è oggi, con troppe prestazioni non sempre necessarie, che il pubblico va spesso in difficoltà con le liste d’attesa che si allungano e che provocano, queste sì, la corsa verso il privato.
 
Un’altra cosa che sta girando in queste ore è che con questo decreto non si potranno più fare Tac, Risonanze, analisi e così via…
Ma stiamo scherzando? Questa è una vera e propria disinformazione molto pericolosa per la salute pubblica. Noi abbiamo semplicemente stilato in modo tecnico e scientifico un elenco di prestazioni la cui prescrizione a carico del Ssn deve seguire determinati criteri di appropriatezza. Nessun taglio alle prestazioni che servono ai malati, figuriamoci!
 
A questo punto come faremo a garantire i 106 milioni di risparmi attesi per il 2015 visto che l’anno è quasi finito?
Aahh…queste sono le magie dell’Economia. Per fortuna io devo limitarmi a valutare le tabelle…
 
Cesare Fassari

 

 

 

Chiamparino      Regioni


Decreto appropriatezza. Chiamparino replica a Lorenzin: “Non serve scaricare il problema sulle Regioni. L’intesa l’abbiamo firmata in due, sanzioni ai medici comprese”. Ma apre a possibili modifiche: “Purché siano fatte insieme”
“Non sono in grado di dire se Lorenzin abbia torto o ragione, non ero al tavolo ma comunque la sua affermazione non mi sembra metodologicamente corretta. Soprattutto per il proseguio del lavoro che dovremmo fare insieme sulla razionalizzazione della sanità. Se si condivide un lavoro, si condividono anche i risultati. E lo si difende tutti insieme. Poi se c’è da modificarlo lo si modifica tutti insieme”

24 SET - “A cosa serve, fare queste affermazioni? Questo è un atteggiamento che non ci fa fare molti passi in avanti. A che serve scaricare il problema sugli altri per ragioni di consenso. Questa non è condivisione. Non mi sembra un atteggiamento corretto, e lo dico con tutta franchezza”.
 
Nonostante la sua “aplomb” sabauda,  non nasconde la sua irritazione il presidente delle Regioni, Sergio Chiamparino leggendo quanto ha dichiarato ieri il ministro Beatrice Lorenzin nella sua intervista a Quotidiano Sanità.
 
“Non sono in grado di dire se Lorenzin abbia torto o ragione, a quel gruppo di lavoro specifico non ho partecipato  – ha detto Chiamparino – ma comunque la sua affermazione non mi sembra metodologicamente corretta, soprattutto per il proseguio del lavoro che dovremmo fare insieme sulla razionalizzazione della sanità. Perché se si condivide un lavoro, si condividono anche i risultati. E lo si difende tutti insieme. Poi se il ministro ha delle idee su come cambiare la norma lasciandone inalterate le finalità di lotta all'inappropriatezza, figuriamoci se non siamo disposti a un confronto. Ma se ci fosse la possibilità di apportare modifiche una cosa è certa, andrebbero fatte insieme concordandone ogni dettaglio. Perché, se anche fosse vero che le Regioni hanno voluto quelle sanzioni, è anche vero che se si una cosa si inizia insieme la si condivide tutta”.
 
“Il ministro Lorenzin è abilissima nel fare queste affermazioni come quando sostiene che eravamo stati noi  a voler tagliare i 2,350 miliardi – ha aggiunto – noi non diciamo 'l’ha voluto il Governo'. Non giochiamo a ping pong. Nell’ambito dei tagli che ci ha chiesto il Governo ci è parso ed è parso anche al Governo che una delle misure necessarie anche a risparmiare, fosse quella di andare a incidere sull’appropriatezza.  Le misure vengono prese in maniera condivisa. E anche nel caso delle sanzioni a carico dei medici c’è stato un lavoro, svolto dai tecnici delle regioni e del ministero, condiviso. Io potrei allora dire: bastava non togliere i due miliardi alle Regioni, ma se procediamo così facciamo la corsa dei gamberi. Se si condivide un percorso lo si condivide fino in fondo. Potrei dire che Lorenzin non ha voluto che si intervenisse su altri capitoli. Il tema dell’appropriatezza va affrontato e d’altro canto lo chiedono gli stessi medici, così come bisogna mettere al riparo i medici da denunce troppo facili”.
 
Ester Maragò

24 settembre 2015

quotidianosanità.it

 

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