Dislessia, una diagnosi difficile. Un convegno per saperne di più

Disturbi poco conosciuti, ma molto diffusi, che spesso, medici e pediatri, fanno fatica a diagnosticare. La dilessia, però, colpisce solo in Italia, secondo i dati ufficiali, 186mila bambini e ragazzi, il 2% degli studenti. Proprio a partire da questi dati e dalla scarsa conoscenza del fenomeno si celebra in questi giorni, dal 4 al 10 ottobre, la Settimana Europea della Dislessia.
Tante, più di 600, le iniziative sparse nella pensiola: non fa eccezione Venezia dove nella mattinata di sabato 8 ottobre, all'auditorium dell'Istituto Berna di Mestre (in via Bissuola), si svolgerà il convegno Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA): individuazione precoce, diagnosi e terapia. Indicazioni operative per il Medico di Base, organizzato dalla sezione veneziana dell'Associazione Italiana Dislessia, con il patrocinio dell'OMCeO veneziano e della Fondazione Ars Medica.
Abbiamo chiesto agli organizzatori, Alessandra Pelizzaro, presidente di AID Venezia, e Gabriele Gasparini, vicepresidente della Fondazione Ars medica e consigliere dell'OMCeO lagunare, di spiegare le ragioni di questa iniziativa.

Dottoressa Pelizzaro, perché nasce la Settimana Europea della Dislessia?
L'European Dyslexia Association ha ritenuto importante promuovere questa settimana in tutti i paesi europei per discutere e sensibilizzare l'opinione pubblica e scientifica sul tema dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA).
Allo stesso modo l'Associazione Italiana Dislessia ha recepito questo invito e attraverso le sezioni sul territorio si prevedono dal 4 al 10 ottobre sette giorni di laboratori, convegni ed eventi in 90 province italiane.

Su quale tema ha deciso di focalizzarsi la sezione di Venezia?
L'8 ottobre, giorno del convegno all'Istituto Berna, è anche il sesto anniversario della legge 170 del 2010, quella che regola le norme per i disturbi dell'apprendimento in ambito scolastico, la legge che riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia proprio come disturbi specifici dell’apprendimento.
Questo ci è sembrato, allora, un buon motivo per organizzare un convegno per medici e operatori sanitari: i tempi lunghi e le difficoltà delle diagnosi sono il primo vero impedimento alla realizzazione dei principi dettati dalla legge a tutela dei bambini e ragazzi in età scolare – sono oltre 186mila, secondo i dati del MIUR, più del 2% degli studenti della scuola italiana – per poter accedere a una didattica più inclusiva e ottenere reali opportunità di relazione, di crescita personale e professionale.

Quali sono le effettive urgenze sotto il profilo sanitario?
Sono tante le urgenze da affrontare, ma due in particolare . Innanzitutto la difficoltà di accedere a centri specializzati per la diagnosi dei DSA negli adulti con protocolli condivisi . In seconda battuta, la diagnosi di DSA deve essere tempestiva e prodotta in tempo utile per l'attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste, ad oggi i tempi di accesso per ottenere una diagnosi sono ancora troppo lunghi.
Si ricorda che, oltre ai servizi pubblici del sistema sanitario regionale sono solo nove le strutture accreditate per la diagnosi riconosciute dalla Regione del Veneto con DGR n.334 del 24/03/2016.

Dottor Gasparini, perché è necessario per i professionisti della sanità aggiornarsi su questi disturbi?
Un corso sui Disturbi Specifici di Apprendimento rivolto principalmente, ma non solo, a medici, chirurghi, pediatri ed odontoiatri ha più motivazioni. La diagnosi, ad esempio, specialmente nei bambini più piccoli è spesso difficile e tardiva: i medici devono essere allora sensibilizzati e conoscere i DSA per poter indirizzare i loro pazienti, sia i piccoli sia i genitori, verso chi li può aiutare. Una diagnosi precoce è ovviamente importante. Il bimbo con DSA, inoltre, determina – specialmente nella nostra società in cui la scolarizzazione è capillare – alterazioni negative degli equilibri famigliari che inevitabilmente si riversano sul piccolo ma anche sugli altri componenti del nucleo familiare. Alterazioni che spesso giungono all'attenzione dei medici di medicina generale, dei pediatri e degli odontoiatri. Questi disturbi dell'apprendimento, infine, sono un esempio tipico di quello che si deve intendere per multidisciplinarietà perché per ottenere i migliori risultati è necessaria l'integrazione professionale fra diversi specialisti e operatori sanitari, dal medico di famiglia al pediatra, dal neuropsichiatra allo psicologo al logopedista.

Alessandra Pelizzaro, presidente di AID Venezia
Gabriele Gasparini, vicepresidente della Fondazione Ars Medica e consigliere dell'OMCeO Venezia
Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO Venezia

Per iscriverti al convegno clicca qui

Per altre info: http://venezia.aiditalia.org/

Segreteria OMCeO Ve
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