Generazioni in dialogo: una grande festa per l’Ordine

Le nuove leve, piene di speranza, di talento, di voglia di fare, pronte a giurare e ad accogliere i principi che guideranno la loro vita lavorativa. I professionisti esperti, quelli che, laureatisi 50 anni fa, hanno visto il mondo sanitario cambiare, forse fin troppo repentinamente, sotto i loro occhi, pronti a mettersi al servizio dei più giovani, a insegnare loro i segreti di un lavoro meraviglioso.
Accompagnata dalle note eterne delle colonne sonore di Ennio Morricone – interpretate magistralmente dalla mezzosoprano Erica Zulikha Benato e dalla Serafin Youth Symphony Orchestra di Cavarzere, guidata dal Maestro Renzo Banzato – e nella splendida cornice del Teatro Goldoni, la Giornata del Medico e dell’Odontoiatra 2017 è stata una vera e propria festa, un evento in grande stile, condotto dal giornalista della Rai del Veneto Luca Ginetto e voluto dal presidente Giovanni Leoni, organizzato dall’OMCeO veneziano in collaborazione con il Comune di Venezia.
Tantissime le autorità nazionali e cittadine presenti in sala per quest’omaggio, tra cui i vertici della FNOMCeO, il segretario Sergio Bovenga e il tesoriere, oltre che componente della CAO nazionale, Raffaele Iandolo, i presidenti degli Ordini di Belluno, Rovigo, Verona e Vicenza, Simone Venturini, assessore alla Coesione sociale del Comune di Venezia, Onofrio Lamanna, direttore sanitario dell’Ulss 3 Serenissima e monsignor Orlando Barbaro, a rappresentare il Patriarcato di Venezia. Gremiti la platea e il primo ordine di palchi da medici, odontoiatri e familiari che non sono voluti mancare a questa festa particolare, che ha chiuso anche il mandato dell’attuale consiglio direttivo.

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«È un’emozione vedervi qui così numerosi – ha detto Maurizio Scassola, vicepresidente della FNOMCeO e past president dell’OMCeO veneziano, accogliendo gli ospiti – in questa cornice straordinaria. Un grande saluto alle nostre famiglie, che ci sostengono nel nostro percorso formidabile di fatica, ma anche di grande gioia, di grande soddisfazione per una vita piena di emozioni e di esperienze. Un pensiero a questa riunione tra giovani e meno giovani, un passaggio generazionale, una grande occasione di incontro che abbiamo una volta all’anno. Ma più che un passaggio è un affiancamento, un aiuto che noi chiediamo alle giovani generazioni: affiancateci in questo percorso, credete molto in questo lavoro. Non è un luogo comune: questo è il più bel lavoro del mondo, al di là delle crisi e delle sofferenze. Il rapporto con le persone, con le nostre comunità di riferimento, con la città, con il tessuto sociale è quanto di più bello e di più pieno ci possa essere nella vita».
«Questa giornata – ha aggiunto il presidente Leoni nel suo breve saluto iniziale, rimandando riflessioni più approfondite a un momento successivo – deve celebrare i medici di ieri e i medici di domani in un momento storico molto particolare per la nostra categoria. Con questa giornata, alternativa e forse un po’ insolita, vogliamo celebrare la professione medica perché, una volta all’anno, è giusto anche celebrare i nostri colleghi».

Il buio in sala e le note intramontabili di C’era una volta in America e Per un pugno di dollari hanno accompagnato sul palco le autorità presenti.
«Chi ha fatto della professione medica la sua vita – ha spiegato l’assessore Simone Venturini – oggi insegna ai giovani non a fare il medico ma a essere medico. Fare il medico non è un lavoro, è il più alto servizio che una persona oggi può fare per la comunità. Ma questa non è solo la festa dell’Ordine, la festa vostra e delle vostre famiglie: è la città che condivide insieme a voi questo traguardo. Questa vicinanza e questa collaborazione tra città e Ordine si sta verificando in moltissimi campi, molte iniziative: veniamo da una stagione bellissima, conclusasi con Venezia in Salute, in cui l’Ordine medico e tutto il mondo del terzo settore che opera nella sanità e nel sociale si sono messi in piazza a conoscere i cittadini, a raccontarsi. Vi ringrazio di cuore a nome del sindaco, della giunta e del consiglio comunale con la promessa che l’amministrazione continuerà a sostenere qualsiasi iniziativa voi farete perché insieme riusciamo a dare un bel servizio al cittadino».
Anche monsignor Orlando Barbaro, delegato della Curia Patriarcale, ha sottolineato questa dimensione di servizio della professione. «Siamo in qualche modo vicini – ha detto – perché la nostra scelta di vita è una scelta a favore della persona. Papa Francesco ha detto in modo molto efficace: “Stiamo attenti perché la nostra società rischia di diventare la società dello scarto”. Il sacerdote ha un compito primario, quello di essere vicino, sull’esempio di Cristo, agli ultimi. Voi affiancate e accogliete la persona nei momenti di maggiore fragilità. In una società come la nostra, diventa vincente non dimenticarsi mai che ogni persona è un valore assoluto, che, a titolo diverso, dobbiamo cercare di sostenere e alimentare per il bene suo, ma soprattutto della nostra comunità. Grazie per il servizio che fate».
Sul palco per un breve saluto anche Onofrio Lamnna, direttore sanitario dell’Ulss 3 Serenissima, che ha incoraggiato i ragazzi, senza però nascondere le criticità che appesantiscono il lavoro. «Sono un medico – ha detto – e questa è un’occasione per riunirci intorno ai valori della nostra professione. Vedo qui visi conosciuti, vedo i giovani che stasera giureranno. Non so se sia il lavoro più bello del mondo o un servizio, come è stato definito: è, però, un lavoro che sta diventando sempre più difficile. I sentimenti della gente nei nostri confronti sono variabili: le persone spesso ti sono grate, altre volte no. C’è una certa esasperazione. La professione sta attraversando un momento difficile, soprattutto nei rapporti con i pazienti, con le persone che abbiamo scelto di aiutare. Mi rivolgo allora soprattutto ai giovani: cercate di cogliere il testimone, vi lasciamo un servizio efficiente, che serve alle persone, un lavoro utile. Vi auguro di avere tutta la fortuna che quelli della mia generazione hanno avuto».
Da odontoiatra, anche Raffaele Iandolo, tesoriere della FNOMCeO, ha sottolineato le problematiche che affliggono la professione. «Purtroppo – ha spiegato – prevalgono sempre di più gli aspetti economici e commerciali rispetto alla tutela della salute del paziente e del cittadino. Vi chiedo di fare su questo una riflessione particolare perché anche gli aspetti normativi prodotti dall’ultima legge sulla concorrenza vanno in questa direzione. Dobbiamo tenere d’occhio questo aspetto, se vogliamo che la nostra professione abbia un ruolo sociale nell’esclusivo interesse del cittadino, tenendo in secondo piano interessi economici e commerciali. Un altro aspetto su cui vi chiedo di dare sostegno alla Federazione è EBSCO: tutti i medici e gli odontoiatri possono accedere a questo servizio gratuito, una banca dati di eccezionale potenzialità, straordinariamente efficace sia per l’aggiornamento scientifico, sia come sostegno alle decisioni diagnostiche e terapeutiche».

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La musica, meravigliosa, e i discorsi di incoraggiamento, però, hanno fatto solo da cornice a quello che è stato il vero cuore della festa. Emozioni di tipo diverso hanno percorso il teatro quando sul palco ci sono state le due generazioni a confronto, quando i professionisti premiati per i 50 anni di laurea sono stati accompagnati proprio dai giovani neo colleghi, che hanno illustrato ai presenti il loro curriculum vitae. Un passaggio di testimone, dunque, non solo ideale.
Sul palco, a ricevere l’omaggio di tutti, sono saliti: Rodolfo Bianchini presentato da Alice Chiara Manetti, Nicola Corigliano introdotto da Martina Agostinetto, Alberto Crescimanno con Gloria Costantini, Alessandro De Toffoli con Luca Baruzzo, Ivano Dell’Olivo presentato da Giulia Bertapelle, la figlia di Fausto Doanudi, in sua rappresentanza, con Laura Gasparini, Giorgio Gabbia introdotto da Giulia Biancotto, Erminio Gamba con Mauro Novo, Filippo Levantino con Ilaria Gabbiato, Giuliana Sanvitale con Alessandro Perissinotto, Mario Sarpellon con Giulia Mazzarolo, Whie Liang Anton Siet con Margherita Zago e Fioravante Vazzoler presentato da Riccardo Vio.
Festeggiano i 50 anni di laurea anche: Carlo Boscaro, Mario Cognolato, Giovanni Di Luciano, Alessandro Mirabelli, Amilcare Meneghel, Carlo Milanesi, Andrea Milanesi e Paolo Zanchi.

Una sessantina, poi, sul centinaio totale, i giovani neo iscritti all’Ordine chiamati a uno a uno sul palco per ricevere il certificato di abilitazione e il codice deontologico. Teatro tutto in piedi e in rigoroso silenzio quando l’odontoiatra 26enne Domenico Zuccarello ha pronunciato a nome di tutti i colleghi il Giuramento di Ippocrate.

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A introdurre questo importante momento, che dà il via formale alla carriera dei nuovi medici e dentisti introducendoli a pieno titolo nella professione, è stato il discorso del presidente dell’Ordine Giovanni Leoni che ha toccato tantissimi temi di stringente attualità legati alla professione medica e odontoiatrica: dal taglio dei finanziamenti alla sanità pubblica ai problemi legati alle scuole di specializzazione, dal confronto con gli altri sistemi sanitari non solo europei ai costi dei contenziosi, dalle retribuzioni e dal turn over bloccati alle conflittualità legate a interessi economici, che poco hanno a che fare con la tutela della salute.
«Un percorso duro e affascinante, quello intrapreso – ha detto subito – ma la presenza dei giovani e dei colleghi anziani ha il significato di un passaggio di testimone tra il passato e il futuro della nostra professione. Una professione che ha la bella età di 2.400 anni e che, oggi come allora, chiede a chi la pratica fedeltà a due discipline: quella della scienza e quella dell’etica».
Il presidente ha sottolineato anche come debbano essere garantite cure di qualità, accessibili a tutti, indipendentemente dallo stato sociale e dalle disponibilità economiche, e come il sistema sanitario italiano sia uno dei migliori al mondo. «Questa conquista di civiltà, però – ha aggiunto snocciolando i dati relativi all’incidenza sul Pil della spesa sanitaria pubblica e confrontandoli con quelli europei e americani – rischia di non sopravvivere: la nostra sanità pubblica, per anni modello di riferimento, rischia di perdere quelle caratteristiche che ne hanno fatto un esempio internazionale».
Dopo un lungo passaggio dedicato ai pregi e ai difetti dell’Obama Care e al tentativo del suo smantellamento, Leoni è tornato sul sistema italiano, universalistico, ma il cui carico burocratico si fa sempre più ingombrante, occupando sempre di più il tempo lavorativo. «La nostra – ha aggiunto – sarà una professione sempre libera dai condizionamenti, non sarà mai vincolata a colori politici o a influenze, se non quelle della scienza e dell’etica. Dobbiamo, quindi, lasciare alle prossime generazioni un sistema sanitario d’eccellenza, come quello che abbiamo ereditato. Per questo ringraziamo i colleghi che festeggiano i 50 anni di professione: per l’eredità che ci hanno lasciato e per quanto hanno fatto concorrendo a rendere grande la sanità veneziana».
Con rammarico il presidente dell’Ordine ha parlato anche di quel 15% di giovani che, dopo essere stati formati in Italia, con grandi sacrifici anche da parte delle famiglie, sceglierà di tentare una carriera all’estero «alla ricerca di quelle soddisfazioni – ha spiegato – che il nostro sistema sanitario non riesce più a garantire. Il nostro sistema didattico forma ogni anni 10mila medici, ma se ne utilizzano solo la metà perché per loro il numero di posti accessibili nelle scuole di specializzazione è limitato. Una programmazione nazionale stravolta anche dall’arrivo di studenti stranieri che non hanno il numero chiuso nelle loro università».
Accorato, allora, l’appello lanciato alle nuove generazioni di professionisti. «Molti di voi – ha detto Giovanni Leoni – hanno scelto questo mestiere per la voglia di mettersi al servizio degli altri. Mi auguro che queste motivazioni rimangano anche in futuro. Sono cambiate le conoscenze e gli strumenti di cura, ma non sono cambiati l’oggetto del nostro lavoro, gli ideali e i principi cui improntiamo la nostra opera. Non è cambiata la norma che ci vuole abili non solo sul piano scientifico, ma anche e soprattutto su quello umano e della comunicazione. Questa è la chiave per instaurare con chi si affida a noi quel rapporto di fiducia che è la base per ogni cura. Questi colleghi con 50 anni di servizio oggi vi passano il testimone: raccoglietelo e portatelo avanti con orgoglio. Leggete il codice deontologico e fatene tesoro: è la bussola a cui affidarvi nelle scelte. Il viaggio che iniziate vi porterà tante soddisfazioni, ma vi chiederà inesorabilmente anche tanti sacrifici. Nel fare il medico le responsabilità vengono sempre prima dei privilegi».
Tre i padroni a cui i giovani saranno chiamati sempre a rispondere: il paziente, di cui deve essere sempre rispettata la dignità, con attenzione e ascolto, anche quando si è stanchi o scoraggiati; la scienza, a cui improntare ogni atto e decisione, «facendo sempre riferimento al metodo scientifico di cui dovete essere servitori umili, leali e perseveranti»; infine il bilancio, perché le risorse devono essere usate in modo appropriato.
«Ricordatevi, infine – ha concluso – che non esiste la malattia, esiste l’uomo malato, e che il nostro compito continua anche quando sono esaurite le possibilità terapeutiche perché la nostra missione non è quella di guarire, ma è quella di curare».

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Spazio finale del pomeriggio al Teatro Goldoni dedicato ai ringraziamenti, doverosi in virtù di una festa che celebra anche la fine di un mandato. Sul palco, con il presidente della Cao veneziana Giuliano Nicolin, sono stati invitati il segretario Luca Barbacane e i componenti di tutto il consiglio direttivo dell’Ordine, i membri della Commissione Pari Opportunità coordinata da Alessandra Cecchetto e della Commissione Giovani Medici e Odontoiatri presieduta da Andrea Zornetta, i vertici della Fondazione Ars Medica, lo staff di segreteria e tutti i collaboratori.
Ad accompagnare e sottolineare ogni momento le indimenticabili colonne sonore di Nuovo Cinema Paradiso, di Giù la testa, de La leggenda del pianista sull’oceano eseguite da un’orchestra anche questa composta per lo più di giovani talenti. Un pomeriggio che è stato una vera boccata di ossigeno, un momento di grande speranza per una professione spesso troppo bistrattata. Un momento vero di festa, una festa per tutti.

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO provincia di Venezia

In allegato il Discorso del Presidente 2017 in versione completa

 

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