Insonnia, questa sconosciuta. Ecco cosa c'è da sapere

Un'articolata analisi sui disturbi del sonno, per coglierne le caratteristiche e le differenze, per inquadrarle in un contesto più ampio, per individuarne i contesti, per capire come è meglio agire di fronte a un paziente che soffre di insonnia. Un altrettanto articolato focus sui rimedi che possono aiutare a superare il problema, sui dosaggi giusti dei medicinali e sui loro tempi di dimezzamento, sulle interazioni con altri farmaci, in particolari ansiolitici e antidepressivi. Infine i casi pratici: il 40enne con problemi sul lavoro, la giovane mamma in depressione post partum, la vedova ipertesa con la famiglia che si sta sfasciando.
Questi i passaggi chiave del convegno I disturbi del sonno che sabato 28 maggio, nella sede veneziana dell'OMCeO, ha visto protagonista il dottor Marco Ballico, medico, psicoterapeuta, libero professionsita e docente, in continua interazione con la sua platea fatta di medici e psicologici. Tutti alla scoperta di un problema che interessa moltissimi pazienti, tra il 10 e il 30% della popolazione, a seconda delle statistiche.
Un'iniziativa organizzata dalla Fondazione Ars Medica, braccio operativo dell'Ordine veneziano, presente al presidente Ornella Mancin, in sinergia con l'Ordine veneto degli Psicologi. “Questi eventi – hanno spiegato nei saluti iniziali Giovanni Leoni, presidente OMCeO, e Alessandro De Carlo, presidente degli psicologi – vanno incontro alle reali esigenze pratiche dei professionisti. È ormai fondamentale lavorare di concerto nelle professioni sanitarie, mettersi insieme e trovare soluzioni comuni che possono dare una marcia in più”.

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Uno, anzi più disturbi, quelli del sonno, “spesso sottovalutati – esordisce il relatore – e dunque poco trattati, nonostante l'alto impatto anche sociale. E in buona misura accettati dalla gente come inevitabili”. Uno o più disturbi su cui i percorsi di studi dei camici bianchi non si soffermano affatto e che porta, ad esempio, i medici di famiglia a non aver un quadro chiaro del da farsi quando un paziente li lamenta.
Tra le cose da considerare: “C'è – prosegue Ballico – un'insonnia che sta dentro la notte e una che sta fuori, cioè il giorno dopo, quando non sono lucido, sono stanco, non riesco a concentrarmi e mi porto avanti il problema per molte ore. Quando penso alla terapia, questo va tenuto presente: non posso stroncare il paziente e pensare di aver fatto il mio. Se questa persona il giorno dopo non ce la fa, ho fatto solo peggio”.

Dopo aver definito il sonno ed averne esplicitato le funzioni – ecologica, termoregolatrice e di conservazione dell'energia, di riposo e recupero, di apprendimento e di consolidamento delle informazioni apprese durante la giornata, cognitive e affettive – il medico passa alla prevalenza.
“L'insonnia cronica – spiega – colpisce il 10-15% della popolazione, quella occasionale il 25-35%. Milioni di persone. La nostra vita è piena, iperstimolata, il tempo non ci basta mai. Ma dormire non è tempo buttato via, anzi: allunga la vita. Da vecchi si dorme meno è un falso mito da correggere”.
L'insonnia colpisce tra il 33 e il 50% degli adulti, indistintamente uomini e donne – i primi in particolare tra i 24 e i 34 anni e dopo i 65, le seconde con picchi in gravidanza o in menopausa – di ogni classe sociale, ma di più tra le meno elevate, i single, i pensionati e le casalinghe.
Tra i disturbi legati al sonno: la difficoltà di addormentarsi, quando ci vuole più di mezz'ora per riuscire a dormire, il risveglio precoce, alle 4 del mattino, che spesso ha a che fare con aspetti depressivi, e i micro-risvegli intermittenti durante la notte, che affaticano il fisico perchè corpo e cervello vanno comunque a mille. E una classificazione legata al mondo animale: ci sono i “gufi”, che non andrebbero mai a letto e la mattina dormirebbero fino a tardi, e le “allodole”, che vanno a letto presto e si alzano al primo raggio di sole.

Tante le conseguenze per chi soffre di questi disturbi. “L'insonnia – spiega il dottor Ballico – dà problemi di affaticamento sia a livello fisico che pschico. C'è una minore azione dell'insulina, chi non dorme ingrassa, il disturbo del sonno è parte della catena di eventi che porta all'invecchiamento e alla mortalità precoce. Nei micro-risvegli per 5 secondi il cuore mi va a 120: io continuo a dormire, ma dormo male, non respiro, vado in ipossia, in tachicardia”.
Oltre ai danni fisici o psichici a lungo termine per le singole persone, i disturbi del sonno hanno anche una pesante ricaduta sociale, seppur difficilmente quantificabile. “In termini – precisa il relatore – di sicurezza e qualità della vita, pensiamo ad esempio alle stragi del sabato sera legate non solo all'abuso di alcol o droghe, ma anche alla mancanza di sonno. O ancora ai colpi di sonno degli autisti. E poi i costi per le malattie che ne scaturiscono o gli errori professionali”.

Sotto il profilo più tecnico, il corso ha approfondito le varie classificazioni dei disturbi del sonno, gli studi – Morfeo 1 e 2 – approntati dai medici di medicina generale, la neurofisiologia del sonno – cioè le onde lente della prima parte e la fase REM della seconda, i markers, i tracciati – e, infine, le caratteristiche dei farmaci che si possono usare: le benzodiazepine, le non benzodiazepine, la loro combinazione o interazione con gli antidepressivi o gli ansiolitici, le controindicazioni e gli effetti collaterali.
“Il sonno – aggiunge il dottor Ballico – è fatto come un treno di 5 vagoni di cicli autonomi da 90 minuti: nei primi tre, sonno obbligatorio, comanda il ricettore Gaba, negli ultimi due l'acitilcolina. Nella prima parte del sonno si lavorano nella memoria le informazioni raccolte durante la giornata, nella seconda si fissano”. Fondamentale, dunque, per i medici sapere che tipo di farmaco si sta prescrivendo per capire in quale fase del sonno vada a d agire.

Una corretta igiene del sonno, allora, passa per alcune semplici regole:

  • andare a letto presto e alzarsi sempre alla stessa ora;

  • fare attività fisica la mattina, mai la sera;

  • stare al sole, soprattutto al pomeriggio, per attivare la melatonina, ormone che regola il ritmo sonno-veglia;

  • preparare la camera da letto con una temperatura ideale, l'oscurità e il silenzio;

  • usare il letto solo per dormire e l'attività sessuale, che se è armonica nella coppia fa dormire;

  • non fare attività stimolanti prima di dormire, non leggere, ad esempio, l'iPad;

  • in caso non si riesca a prendere sonno dopo mezz'ora: alzarsi, camminare un po', bere un goccio d'acqua, non fumare o mangiare dolci, esporsi alla luce, anche elettrica, per un po', così si resetta il sistema;

  • il riposino pomeridiano, la classica pennica, va bene ma solo se dura 20 – 25 minuti, altrimenti si rischia di entrare nel ciclo del sonno e di non recuperare più, la notte, il tempo dormito di pomeriggio.

Come sempre, insomma, un corretto stile di vita, aiuta. E anche un buon sonno ne fa parte.

Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO di Venezia

Segreteria OMCeO Ve
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