"ll medico non deve isolarsi"

di Maurizio Dianese da "il Gazzettino" del 19 novembre 2014

SANITA': Al rinnovo l'Ordine dei Medici della provincia.  Maurizio Scassola si ricandida.

Ma fra sei mesi al suo posto subentrerà Giovanni Leoni.

La Regione deve investire di più sulla Medicina di Gruppo.

Il presidente uscente: "Bisogna uscire dagli ambulatori e lavorare sulla salute con i pazienti”.

Ha capito per primo che la professione medica andava incontro ad una mutazione epocale ed è per questo che ha lavorato per mettere i medici in grado di guidare il cambiamento. Così Maurizio Scassola ha convinto i camici bianchi che dovevano uscire dagli ambulatori e andare loro dai pazienti, se volevano sul serio continuare a curare la gente.

Adesso lo dicono tutti che è così, che bisogna convincere i pazienti che sono i primi responsabili della loro salute, ma nove anni fa, quando Maurizio Scassola è diventato per la prima volta presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Venezia, nessuno si sognava di pensare che i medici sarebbero stati costretti a dialogare in modo così serrato con i cittadini “sempre più esigenti”.

Adesso Scassola si candida per la quarta volta alla Presidenza dell’Ordine dei Medici, ma spiazza tutti alla maniera sua avvertendo che "a metà del prossimo anno passerò la mano al vicepresidente Giovanni Leoni”.

Scassola infatti andrà a Roma al Consiglio Nazionale dell’Ordine, ma non ha intenzione di lasciare il vuoto.

“Abbiamo lavorato bene come squadra in questi nove anni e credo che possiamo continuare a gestire il cambiamento“.  Quest’anno alle elezioni per il rinnovo dell’Ordine si presenta anche un’altra lista, fatta esclusivamente di Medici Ospedalieri.

“Mi dispiace perché sono dell’opinione che i passaggi importanti vadano condivisi. Io non ho mai visto contrapposizioni fra medici di base e medici ospedalieri, tant’è che il mio successore, Giovanni Leoni, è un ospedaliero." Quel che vuol dire Scassola è che gli arroccamenti non portano a nulla e che bisogna prendere atto che è cambiato il mondo, anche dei medici, in questo decennio. E se non si vuole subire, bisogna governare il cambiamento. Infatti Scassola ha traghettato la professione sulla nuova sponda del rapporto stretto con i cittadini - da qui l’idea “Venezia in Salute”, che ogni anno porta i medici dai pazienti e non viceversa, ma anche con le istituzioni, Regione, e ULSS, Comuni e Associazioni.

Contemporaneamente è arrivata la rivoluzione dell’informatica, a cambiare la professione.

E non solo perché i pazienti arrivano dal medico convinti che internet sia il vangelo, ma perché ormai tutto è diventato digitale, dalle ricette alla cartelle cliniche. “In teoria, perché le reti di trasmissione dati non funzionano e ci fanno perdere un sacco di tempo“- protesta Maurizio Scassola che ha innescato più di una polemica con la Regione Veneto, colpevole di volere i cambiamenti chiesti prima di tutto dai medici, senza mettere i professionisti nelle condizioni di attuarli.  E’ la computer-crazia che soffoca il medico come, prima,  la buro-crazia , al punto che il problema, oggi, è proprio il tempo, che deve essere dedicato all’ascolto del paziente  e non alle scartoffie digitali. E su questo voglio puntare a restituire al medico il tempo del suo lavoro vero.

La Regione dice di non avere un soldo da investire sulla medicina di gruppo - più medici in un unico ambulatorio o per gli ospedali di  comunità . "Spero che il governatore Luca Zaia si renda conto che queste risorse bisogna trovarle, altrimenti non avremo più tutele né fuori né dentro l’ospedale. Zaia dice che è colpa del Governo, che taglia,  ma il Piano Sanitario l’ha fatto lui e dunque deve trovare i quattrini per attuarlo.

La sanità nel Veneto funziona bene, ma i problemi vanno risolti, subito”.

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