Leoni: non sparate sulla Croce Rossa

Non sparate sulla Croce Rossa

Tra gli umani i delinquenti ci sono sempre stati. In qualità di essere viventi ci siamo distinti per capacità intellettive superiori ma a volte anche inferiori. Inferiori in senso etico e morale intendo, rispetto alle specie animali, che hanno necessità più semplici e comportamenti che perseguono sempre e comunque la sopravvivenza della propria specie senza cattiverie gratuite.

Ed è questo purtroppo l’oggetto dell’articolo. Il bilancio grossolano del nostro genere, resta comunque positivo e credo che quelli che professano il bene in senso lato siano fortunatamente l’assoluta maggioranza, altrimenti semplicemente la nostra specie non sarebbe sopravvissuta. La storia, anche recente, insegna, come al solito.

Sottolineo a tal fine la mia assoluta ammirazione per Liliana Segre, una maestra di vita, capace di descrivere con gentilezza le aberrazioni più profonde che la mente possa concepire. Ma nell’uomo esistono anche dei geni negativi , che si riproducono sempre e comunque e come i virus ed i batteri, aspettano il momento favorevole per manifestarsi , quando le difese immunitarie si indeboliscono per fare il proprio mestiere, provocare le malattie. Ma anche i virus ed i batteri in fondo sono innocenti, non hanno coscienza, anche loro semplicemente si comportano così per perpetuare la propria esistenza. In guerra è successo e succede tuttora che siano colpiti ospedali militari ed ambulatori di emergenza, in guerra almeno può restare il dubbio che sia stato uno sbaglio tattico e non un atto di premeditata semplice crudeltà.

In Italia non siamo in guerra, i soggetti che danno fuoco a materiali in strada, rubano le chiavi del camion dei Vigili del Fuoco e li ostacolano nel loro lavoro sono gravemente malati e devono essere prontamente curati.

Soggetti che lanciano le bombe carta sulle ambulanze in servizio per divertirsi hanno dei seri problemi psichiatrici e necessitano di opportune terapie.

I soggetti che aggrediscono le dottoresse in una Guardia medica o in Pronto Soccorso devono essere studiati a fondo e senza fretta, sono convinto che siamo di fronte a dei casi complessi . Tutti questi esempi, di rilevante impatto sociale, necessitano di interventi immediati e preventivi per evitare ulteriori emulazioni incontrollate .

E, che sia chiaro, il presidio istituzionale per le cure primarie di tutti questi individui non è l’ospedale, è la galera.

Poi si può discutere, e con la massima tranquillità, sui metodi di recupero, intanto allontaniamoli dalla società civile e grazie di cuore a chi ha scelto nella vita di fare la Guardia Penitenziaria . La detenzione deve essere considerata in primis come un periodo di recupero, ma in fase iniziale è fondamentale la certezza della pena. L’educazione in famiglia e scolastica resta il pilastro fondamentale della società, superato solo dal metodo di insegnamento per eccellenza: il buon esempio, lo stimolo all’emulazione positiva.

Mi unisco alle richieste delle tante istituzioni di categoria , uno per tutti il presidente FNOMCeO Anelli che rappresenta tutti noi medici italiani, sulla procedibilità d’ufficio per le violenze sugli operatori sanitari, è tempo di aggiornare la legge. Deve essere reintrodotta la materia di Educazione Civica nelle scuole dell’obbligo, ed in certi casi sarebbe necessario che i corsi fossero fatte per intere famiglie mentre il ruolo dell’assistente sociale deve essere potenziato in particolare nei quartieri più difficili .

I medici del territorio hanno sempre ricoperto un ruolo primario fondamentale restando talvolta esposti all’aggressività di alcuni loro pazienti e deve essere sempre ricordato che non dipende da loro il rallentamento di un adeguato accesso alle cure nel Sistema Sanitario pubblico.

Ogni episodio non può essere tralasciato, cancellato dal ritmo serrato della quotidianità incombente, e la coscienza civica deve isolare che si macchia di questi comportamenti verso persone dedite al prossimo.

A chi professa la violenza sugli umili, una società che si definisce civile deve dare il tempo di meditare sulle proprie scelte, lontano, per il tempo necessario, senza se e senza ma.

Dal punto vista tecnico anche di recente ho potuto constatare in un punto di guardia medica della mia provincia l’utilizzo di porte allarmate, telecamere a circuito chiuso collegate con la sicurezza privata e portineria, pulsanti di allarme diretto facilmente accessibili agli operatori e apparecchio “uomo a terra” portatile che segnala con un giroscopio una eventuale cambio “involontario” di postura di un operatore in uscita sul territorio. Presidi economici decisamente utili come dotazione di base da diffondere in modo capillare come la presenza di una guardia giurata in ogni Pronto Soccorso od Ospedale degno di questo nome. Li trovate illustrati nella mia ultima relazione in pdf presentata ad un congresso a Catanzaro su questo tema lo scorso 18 dicembre insieme ai dati del sondaggio dedicato della FNOMCeO.

Per quanto ci riguarda, come professionisti della salute, analizzeremo il problema della Violenza contro gli Operatori Sanitari con un seminario ed un congresso dedicato a fine mese su questo tema complesso ed articolato i cui programmi sono di prossima pubblicazione.

Cari saluti a tutti Giovanni Leoni

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