Sanità veneziana in lutto: è morto il dottor Fabiano Turetta

Un medico preparato, una persona intelligente. Colleghi e pazienti ricordano così il dottor Fabiano Turetta morto lunedì scorso, 8 febbraio, per anni primario del Servizio di Anestesia e Rianimazione prima del vecchio ospedale mestrino l'Umberto I, di cui è stato pioniere, poi dell'Angelo. Aveva 71 anni.

Nato nel 1949 a Venezia e residente a mestre, si era laureato nel 1974 all'Università di Padova dove nel 1977 si era specializzato in Anestesia e rianimazione e nel 1982 in Otorinolaringoiatria. Iscritto all'OMCeO veneziano dal 1975, ne aveva ricoperto in passato anche la carica di vicepresidente.

«Fabiano Turetta - lo ricorda Andrea Zancanaro, collega in ambito ospedaliero e sindacale, ma soprattutto amico - era persona intelligente, simpatica, preparata. Schietto e spontaneo, talvolta brusco, apprezzato dai colleghi per la cultura e l’estrema attenzione alla persona intesa come dignità dell'essere. Viaggiatore e pure scrittore per diletto, ha pubblicato un libro di narrativa sull’ambiente ospedaliero, con spirito ironico e pungente. Impegnato come medico, si è dedicato anche alla politica locale e alle attività nazionali, regionali e locali del sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed, cui ha sempre contribuito in modo curioso, appassionato e con competenza ai dibattiti, talora anche accesi, ma sempre con onestà intellettuale. Un pezzo di storia, ospedaliera e sindacale, non solo veneziana, degno di onore e di rispettoso e affettuoso ricordo».

Un ricordo sentito e affettuoso del dottor Turetta anche da parte di Onofrio Lamanna, già direttore sanitario dell'Ulss 3 Serenissima. «Oggi ci ha preceduto nell’ultimo viaggio - scrive - il dr. Fabiano Turetta, dopo una lunga malattia, della quale non ero stato messo a conoscenza. Le cose buone che ha fatto il dr. Turetta sono state per anni sotto gli occhi di tutti: dal difficile management dell’indispensabile supporto anestesiologico all’attività chirurgica, in tempi nei quali c’era grande scarsità di specialisti, al grandissimo impegno e risultati, dimostrati in tutte le attività a supporto della donazione di organi, negli anni nei quali Mestre è si distingueva per il numero delle donazioni. Ma con Fabiano se ne è andato un medico che ha lasciato un segno indelebile in Ospedale, per il modo con il quale ha fortemente voluto che fosse realizzata ed organizzata la "sua Rianimazione", nel nuovo ospedale cittadino, l’Ospedale dell'Angelo. Un luogo che, grazie alla sua volontà e caparbietà, in barba a pesanti critiche provenienti da più parti, ha consentito, tra i primi in Italia, ai familiari e agli amici di poter stare vicino ai propri cari, senza limitazioni di orario, nel corso di un ricovero, quello in Terapia Intensiva, che rappresenta una prova terribile e dal quale spesso non si esce, nonostante gli sforzi e la dedizione di medici e infermieri. Fabiano la sofferenza e l’angoscia degli altri li ha sempre sentiti sulla sua pelle e se ne è sempre fatto carico, con grande umanità, professionalità e senza la ricerca della notorietà. Il nuovo ospedale di Mestre è stata per lui una occasione per realizzare un suo grande sogno, quello di poter curare le persone con l’aiuto del sapere medico ma anche con l’amore e la vicinanza dei congiunti, che talora sono ingredienti indispensabili per il superamento di una crisi. Fabiano era un credente, di quelli veri, e nel suo sogno, forse per questo, c’era anche tanta attenzione per la morte, momento del quale era doveroso occuparsene al meglio, senza considerarlo una cosa dagli scarsi contenuti professionali ma il momento che fa la differenza nella percezione del nostro lavoro da parte di chi rimane. Buon viaggio Fabiano! Grazie per quello che hai fatto e per l’immagine che hai dato alla gente di quello che dovrebbe essere un medico».

Il dottor Turetta lascia la moglie Anna e i figli Matteo e Giulia. Alla sua famiglia le più sincere e sentite condoglianze del presidente Giovanni Leoni, del Consiglio direttivo e dell'Ordine tutto. I funerali saranno celebrati venerdì 12 febbraio alle ore 11 nel Duomo di San Lorenzo, in Piazza Ferretto a Mestre.

Oggi, mercoledì 10 febbraio, anche un ricordo sul Gazzettino di Venezia (pdf in allegato).

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Segreteria OMCeO Ve
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