Violenza contro gli operatori sanitari: il documento di sintesi dei mercoledì filosofici

Nell'inverno 2019 - 2020 un nuovo ciclo di mercoledì filosofici, organizzati all'OMCeO veneziano dalla Fondazione Ars Medica, è stato dedicato al tema delle aggressioni al personale sanitario. Medici e filosofi insieme hanno analizzato le cause della violenza e studiato le proposte per contrastarla, qui riassunte in un documento di sintesi uscito dal seminario ad hoc che si è svolto lo scorso 31 gennaio 2020.

SINTESI FINALE del Seminario di studi

“LA SOCIETÀ OGGI È CONTRO GLI OPERATORI SANITARI?”

La violenza al Personale Sanitario sta diventando un'emergenza nell'intero territorio Nazionale. I medici, in particolare, subiscono aggressioni verbali e fisiche a volte molto gravi.

Oltre alle misure legislative in corso di approvazione, urgenti e necessarie per arginare il fenomeno, il gruppo di studio dei cosiddetti "Mercoledì Filosofici", organizzati dalla Fondazione Ars Medica dell'OMCeO di Venezia, propone al termine di questo Seminario, un documento di Sintesi, per una riflessione capace di stimolare un cambiamento efficace.

La violenza purtroppo è un fenomeno che permea la nostra società e si esprime in molteplici forme e a più livelli. Punire coerentemente i responsabili potrebbe non essere sufficiente ancorché necessario.

Occorre trovare una modalità maggiormente educativa come vera forma preventiva e, in alcune aree delle società più vulnerabili (Sanità, Istruzione, Istituzioni Pubbliche, etc.) formulare degli interventi specifici.

In Sanità, occorrerebbe intervenire sull'Organizzazione in quanto l'estremizzazione del concetto di Azienda Sanitaria rischia di snaturare i principi fondanti il Sistema Sanitario Nazionale e non far percepire più ai cittadini il suo enorme valore sociale.

I medici, consapevoli che le risorse non sono inesauribili, condivideranno con i pazienti i percorsi di cura più idonei e ragionevoli utilizzando, in modo appropriato, ciò che il Sistema Sanitario mette loro a disposizione.

Il paziente sarà coinvolto e adeguatamente informato in modo da poter esprimere consenso o diniego a qualsiasi atto medico, attraverso una riflessione promossa dal medico stesso, così da poter decidere in libertà.

In un contesto come quello attuale, in cui l'Organizzazione Sanitaria è molto complessa e la Tecnica entra nei percorsi di cura in un modo impensabile fino a pochi anni fa, medico e paziente devono essere consapevoli e attenti, che alcune variabili non condizionate dagli operatori possono entrare nel processo decisionale e complicare il corso degli eventi. 

La Medicina, nonostante l’opinione comune sempre più convincente, non è una scienza esatta, ma un continuo affinarsi di conoscenze applicate da uomini pensanti e pertanto, di fatto, vulnerabile all’errore. Un importante elemento peggiorativo, nel delicato contesto del rapporto medico – paziente, si impone qualora mal funzionamenti organizzativi siano responsabili di errori che minano la credibilità della Medicina stessa o del Sistema Sanitario Nazionale con un inevitabile aumento del malcontento e dell’aggressività da parte dei pazienti. 

Il miglioramento della relazione di cura dovrà ripartire dal rispetto e la fiducia reciproca e per questo i medici dovrebbero implementare le capacità comunicative e di ascolto senza temere di snaturare il proprio ruolo avendo un occhio attento al contesto e alla singolarità del paziente. Da parte sua il paziente dovrà riconoscere al medico le conoscenze e le competenze che gli sono proprie.

I medici, inoltre, dovrebbero essere preparati ad affrontare una relazione col paziente che potrebbe rivelarsi difficile in certe condizioni o situazioni critiche, ed essere consapevoli che essa potrebbe subire una seria deriva, anche violenta, qualora il paziente non avesse ricevuto sufficiente contenimento da parte del medico stesso o comprensione per la sua situazione.

A tal fine ai medici si dovrebbe dare la possibilità di trovare nel proprio Ordine di appartenenza, una accoglienza, come in una Casa Comune, in cui una Formazione Specifica sulla comunicazione e soprattutto una condivisione con gli altri colleghi possa diventare il luogo e l'occasione per uscire da isolamento/solitudine esistenziale spesso più evidente dove l’organizzazione è complessa e il ritmo del lavoro stressante (anche qualora la professione venisse esercitata in una grande Organizzazione). La solitudine professionale ed istituzionale del medico è una delle prime cause di difficoltà e malessere.

La costituzione di Gruppi di lavoro strutturati e condotti in modo esperto ed efficace potrebbe trasferire anche dai più maturi ai più giovani, non solo il saper fare il medico, ma il saper vivere confrontandosi, analizzando il proprio vissuto così da motivare e qualificare sempre più una categoria professionale indispensabile nello sviluppo civile del nostro paese.

Segreteria OMCeO Ve
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