Violenza sui minori: come rilevarla, come prevenirla?

Sabato 7 ottobre, presso l’Istituto Berna di Mestre, si è svolto il convegno Violenza sui minori: come rilevarla, come prevenirla, organizzato dalla Commissione Pari Opportunità dell’Ordine veneziano dei Medici Chirurghi e Odontoiatri.

I lavori si sono divisi tra la mattinata, con 8 relazioni frontali, di cui una lectio magistralis della Dott.ssa Dei (Ginecologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Firenze) e il pomeriggio, con 5 gruppi di studio, articolati sulla discussione di un caso presentato da ognuno dei 5 Primari pediatri della Provincia (Ulss 3 e 4). Hanno partecipato ai gruppi, oltre alle/gli 80 Colleghe/i, le operatrici del Centro Provinciale Antiabuso “La lanterna” e le Forze dell’Ordine.

Si è iniziato con la Prof.ssa Pancino, che ha illustrato la storia della condizione del “minore” tra il ‘500 e l’ ‘800. Il bambino non aveva veste giuridica e non era considerato: il 50% moriva entro il secondo anno di vita e viveva spesso senza alcuna sorveglianza, per strada, esposto a violenze di tutti i generi. Lavorava prestissimo nei campi e ciò era “normale”. Della sua salute si occupava come poteva la madre, i medici non se ne curavano e la nascita della Pediatria avvenne solo nella seconda metà dell’800.

La lectio magistralis è stata della Dott.ssa Dei, che ha portato l’esperienza del Centro Antiabuso da lei co-fondato presso il Policlinico Universitario Careggi di Firenze nel 1991. Inizialmente formato solo da alcuni medici, la Dott.ssa Dei ha segnalato l’errore di non coinvolgere da subito il personale non medico, in particolare infermiere ed ostetriche, che hanno un’enorme potenziale nel rapporto diretto colle/i pazienti abusate/i e maltrattate/i. Ha pure ribadito come sia importante la formazione, dato che le “tracce” dell’abuso spessissimo non sono rilevabili, ma ciò non vuol dire che l’abuso non ci sia stato: l’anamnesi, il racconto del bambino/a o dell’adolescente sono essenziali per porre la diagnosi. La Dott.ssa Dei ha sottolineato quanto importante sia ascoltare la/il bambina/o senza interferenze da parte di chi l’accompagna, non fare domande, eventualmente registrare il racconto, per non sottoporre la/il minore a doverlo ripetere “arricchendolo” di quanto suggerito dagli adulti. E infine ha ricordato quanto sia necessario il lavoro di rete, con altre “agenzie” sul territorio che consentano alla vittima di abuso/violenza l’allontanamento, la messa in sicurezza, la tutela, l’inserimento scolastico, il supporto economico e psicologico.

La Prof. Rizzotto, del Centro di riferimento regionale antimaltrattamento e abuso di Padova, ha ribadito come anche di fronte a una situazione gravissima quanto è quella del “bambino scosso” o shakerato le percosse e le lesioni non siano evidenti all’esame obiettivo. Solo la clinica e l’anamnesi, trovandoci di fronte a un pianto inconsolabile o a un sopore persistente, devono indirizzarci a porre il sospetto del maltrattamento, da confermare con RMN o se non ci sono alternative disponibili con la TAC cerebrale. Non si tratta di un eccesso di accertamenti: un ematoma cerebrale o subdurale che venisse rilevato, può avere una risoluzione neurochirurgica con restituito ad integrum del/la bimbo/a, mentre un’ omessa diagnosi può comportare o la morte o gravissime lesioni permanenti.

In questi casi, riferiva la Dott.ssa Cappellari del Comune di Venezia, interviene il Tribunale dei Minori, che può affidare all’Ente locale (per Venezia il Comune, in altre situazioni le Ulss) per esempio l’allontanamento dal nucleo familiare o il collocamento del/la bambino/a in una comunità protetta madre/bambino.

Non sono solo le violenze dirette quelle che minano la salute dei minori. Danni importanti si hanno anche nel caso della violenza assistita. Quando a subire la violenza è uno dei genitori (in genere, più di frequente, la madre) alla presenza del minore, non è vero che se è piccolo non capisce o che non vede e sente perché dorme nella stanza accanto. La violenza assistita può portare a introiettare un modo di rapportarsi violento, che può perpetuarsi anche da adulti  e può restare nel bambino il senso di colpa per non essere intervenuto, con conseguente "paralisi" nelle relazioni future, oppure l'abitudine a subire senza ribellarsi.

Il CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'infanzia) si batte da anni per un riferimento anche legislativo ad hoc che consenta al giudice minorile di intervenire. La Prof.ssa Aprile della Medicina Legale dell’Università d Padova ha fatto rilevare l’importanza di non rinunciare al nostro ruolo di clinici, anche quando ci si trovi a dover segnalare un caso. Gli elementi per la segnalazione devono essere evidenziabili e correttamente sottoposti al Giudice minorile, magari con l’aiuto delle FFOO, che interpellate possono guidare meglio il nostro operato. E su questa collaborazione è intervenuta anche il magistrato, la Dott.ssa D’Alessandro, che ha ribadito l’importanza della tempestività della segnalazione (subito, secondo il codice di procedura penale o entro 48 ore per il referto).

Nel pomeriggio c’è stato il lavoro dei gruppi, serrato e coinvolgente, tanto da sforare anche i limiti di tempo che ci eravamo dati. Ogni gruppo ha lavorato su uno dei 5 casi di violenza o maltrattamento su minore, che era stato illustrato dai Primari Pediatri dell’ULSS 3 e 4: il Dott. Flora (Ulss4), il Dott. Lattere, il Dott Pitter, il Dott. Pozzan, il Dottor Vecchiato (Ulss3). Il coordinamento nei gruppi era assicurato da un membro delle FFOO (Polizia di Stato e Carabinieri), da una componente della CPO e da una psicologa del Centro “La lanterna”.

Ritengo che le animate discussioni abbiano permesso una miglior conoscenza tra pediatri del territorio, Primari, medici specialisti e di famiglia, ispettori di Polizia e Carabinieri e psicologhe specializzate e che questo possa porre le basi per la costituzione di quella rete cui faceva riferimento la Dott.ssa Dei, che è essenziale per la tutela dei nostri pazienti minorenni.

Alessandra Cecchetto a nome dell'intera Commissione Pari Opportunità dell'OMCeO veneziano

Segreteria OMCeO Ve
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