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Modelli Sanitari Europei a confronto
Data di inserimento: Lunedì, 13/07/15 - Amministratore
MODELLI SANITARI EUROPEI A CONFRONTO
Si è svolto a Milano il 25 e il 26 giugno scorsi codesto interessante convegno, cui hanno partecipato per l’OMCeO Venezia i dottori Barbacane, Blundetto e Crivellenti.
Due giorni di lavoro ad apprendere le caratteristiche portanti dei sistemi sanitari nazionali di alcuni (8) paesi europei, confrontatisi sugli scenari dell’innovazione tecnologica, farmacologica e organizzativa.
Gli spunti di riflessione sono stati veramente molti: impossibile, oltre che utile solo ad annoiare il lettore, tentare di riassumerli qui. Ai volenterosi diciamo che su http://www.motoresanita.it/wordpress/events/modelli-sanitari-europei-a-confronto/ potranno trovare le slides degli interventi di tutti i relatori.
A chi avesse ancora maggiore buona volontà consigliamo la lettura, magari non proprio sotto l’ombrellone, del rapporto 2014 dell’EHCI (Euro Health Consumer Index) http://www.healthpowerhouse.com/index.php?Itemid=55 , una comparazione dei Sistemi Sanitari (SS) Europei, paesi balcanici compresi, partendo dal punto di vista del paziente e dei consumatori.
Giusto per stuzzicare la curiosità del lettore, l’EHCI del 2014 mette al 1° posto il SS olandese, quello portoghese al 13° (ma al primo posto per progressi realizzati tra il 1971 ed il 2014, basti pensare al tasso di mortalità infantile passato dal 77.5 nel 1961 al 3.1 nel 2013, o alla spettanza di vita aumentata da 63,9 anni del ’61 a 80,8 nel ‘13); la tanto esaltata Germania si piazza al 9° posto (era al 6° nel 2008), mentre il SS italiano al … 22°!
Interessante apprendere dalla relazione del dott. Joao de Deus che lo straordinario progresso della qualità percepita dalla popolazione del Sistema Sanitario Portoghese è stato ottenuto, sebbene investendo minori risorse economiche dell’Italia e senza avere una densità di medici per popolazione superiore agli altri paesi, attraverso l’incentivazione della leadership dei medici, costantemente stimolati, attraverso un sistema di formazione e di rigida valutazione, a migliorare le loro prestazioni, con conseguente ovvio (?) incremento della loro remunerazione: lo sviluppo professionale continuo del medico - attraverso la responsabilizzazione e l’aggiornamento di conoscenze, competenze e abilità - insieme all’affidamento ai medici della gestione delle strutture sanitarie, piuttosto che a figure non mediche, è stato alla base del “miracolo” portoghese.
Anche la Francia ci sopravanza nella classifica globale EHCI: sarà un caso ma, come ci ha raccontato il dott. Serdar Dalkilic (turco), in Francia i medici sono totalmente liberi, liberi di lavorare in ospedale così come fuori in libera professione e con libere tariffe.
Della piccola Olanda la dott.ssa Therese Van’t Westende ci ha spiegato che lì si sono liberati dei contabili: gli ospedali e la sanità olandesi sono interamente gestiti da medici. Vi sorprende che siano al 1°posto nella classifica generale EHCI 2014?
In una classifica, però, l’Italia eccelle ed è quella dei neo-laureati in medicina disoccupati o sottoccupati. A questo riguardo forse una buona notizia l’abbiamo appresa: si stima che nel 2020 in Europa sarà vacante il 13% dei ruoli medici di cui il vecchio continente avrà bisogno; già oggi la Germania, che forma 9.000 medici all’anno, denuncia una carenza di 3.000 medici/anno. Per fortuna, si fa per dire, in Italia già oggi si laureano circa 10.000 medici/anno, di cui però solo 7.000/anno potranno proseguire la formazione professionalizzante, assorbiti in 5.000/anno dalle scuole di specializzazione universitarie e in meno di 2.000/anno dalla Scuola triennale di Formazione Specifica in Medicina Generale: pertanto circa 3.000 neolaureati/anno in Medicina e Chirurgia in Italia si collocheranno in un limbo indefinito, salvo varcare i confini: coincidenza vuole che altrettanti ne necessitino in Germania.
Del resto l’importazione di medici dall’estero è già una realtà consolidata in non pochi paesi europei. Basti pensare che in Francia ad oggi il 25% dei medici non vi è nato; che la Germania e l’Inghilterra importino in abbondanza medici ed infermieri non è certo una novità.
Dall’altro versante la maggior esportazione di camici bianchi spetta alla Romania, privatasi di ben 15 mila medici dal 2012 al 2015, dotata com’è di appena 2,2 medici/1000 abitanti.
Molte altre cose interessanti abbiamo ascoltato a Milano, per esempio sulla cosiddetta e-health (l’informatizzazione della sanità), dove l’Estonia ad oggi dematerializza il 95% delle prescrizioni mediche e dove già da tempo i pazienti hanno finito di fare i passacarte, poiché l’89% di quella popolazione dispone del fascicolo sanitario elettronico e il 95% dei referti sanitari viaggia da uno studio all’altro in formato elettronico. In Croazia le prescrizioni elettroniche con tessera magnetica esistono da 10 anni, mentre da noi sappiamo bene quando sia cominciata e solo per poche regioni.
Potremmo anche raccontarvi cosa s’intende per sistema sanitario tipo Bismarck e sist. sanitario tipo Beveridge, ma ve lo diremo al prossimo articolo.
I Consiglieri OMCeO Ve
Luca Barbacane, Emanuela Blundetto e Gabriele Crivellenti
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