Fine vita: alle questioni etiche serve un approccio multidisciplinare

Il mondo occidentale è andato incontro a una progressiva negazione della morte. La morte è un avvenimento spaventoso, terribile, da tenere nascosto, da esorcizzare, quindi oggi si parla di morte intubata, morte offesa. In questo contesto spesso anche il medico tende a vedere nella morte un fallimento del proprio operato, ma questo atteggiamento in qualche modo deve essere superato. Il destino stesso dell'uomo è racchiuso entro due termini: l’inizio e la fine della vita, la nascita e il morire, questa è la sua natura.

Quali sono stati, allora, nel tempo i diversi approcci alla morte e al morire? Come affrontare il difficile momento del fine vita, quando si deve passare dal “curare” al “prendersi cura”? Come affrontare i nuovi interrogativi non solo clinici, ma anche deontologici ed etici? Quali strumenti a disposizione del medico e degli altri operatori per affrontare le questioni etiche ? Come devono interagire le diverse figure professionali chiamate a confrontarsi nella scelte di fine vita? Di questo e delle questione etiche che tale tema fa emergere si è parlato al convegno Le scelte difficili nel fine vita:una sfida etica nella pratica clinica che si è svolto lo scorso 28 novembre a Chioggia, organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Venezia.

Una giornata di studi che ha visto per la prima volta la partecipazione di tutti e quattro i Comitati Etici per la Pratica Clinica delle aziende sanitarie della provincia di Venezia. E proprio questo tipo di comitati, ormai istituiti in tutte le ULSS del Veneto, e, dove presente – come nel caso del progetto avviato a tal proposito nell'ULSS 12 Veneziana – il servizio di bioetica clinica, sono importanti risorse a disposizione non solo dei medici, ma anche di tutti gli altri operatori, di pazienti e familiari: un prezioso supporto per affrontare e risolvere i conflitti e i dubbi etici che il “morire oggi” pone.

Per il medico rimane come risorsa di riferimento il Codice Deontologico, recentemente riscritto, era il 2014, per far proprie le riflessioni bioetiche degli ultimi anni. Il Codice di Deontologia, dando le basi dell'agire medico, dà indicazioni precise per affrontare anche le questioni fondamentali che il fine vita pone.

Alcune delle principali questioni etiche di fine vita, che interrogano gli operatori nella loro quotidianità lavorativa, sono state presentate attraverso la proposta di tre casi clinici di aree diverse (cure palliative, ospedale, territorio) a cui è seguito un costruttivo dibattito con i partecipanti: conflitto tra indicazioni del medico e preferenze del paziente, comunicazione di prognosi infausta, il ruolo dei familiari nei processi decisionali, la sospensione di terapie e il passaggio al prendersi cura, la sedazione palliativa...

Il convegno ha visto la partecipazione di numerosi medici provenienti da tutte e quattro le aziende sanitarie della provincia e di altre figure professionali (psicologi, filosofi infermieri , assistenti domiciliari): una testimonianza del fatto che il fine vita deve essere affrontato in maniera multidisciplinare. Eventi, quelli simili a questa giornata di studi e approfondimento, che, secondo l'Ordine veneziano dei Medici, possono aiutare i professionisti, sanitari e non, a confrontarsi e a non sentirsi soli nel gestire il malato terminale.

Dott.ssa Ornella Mancin, medico di medicina generale e consigliera OMCeO Venezia.
Dott.ssa Giovanna Zanini, bioeticista dell’Ulss 12 e dell’Ulss 13, presidente dei Comitati Etici per la Pratica Clinica delle stesse.

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Segreteria OMCeO Ve
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