Città come camere a gas. I pediatri: "È emergenza"

La letteratura scientifica parla chiaro: all'aumento delle polveri sottili, in particolare del PM10, corrisponde un aumento del 2/3% dei ricoveri o degli aggravamenti dei bambini per asma e tosse cronica. Un aumento che, pur non registrato attraverso studi scientifici, i pediatri di Mestre e Venezia hanno individuato anche nei loro ambulatori in questi ultimi mesi in cui, complici anche il meteo e la siccità, la città si è trasformata in una camera a gas. Questo il motivo per cui hanno deciso di lanciare un appello, rimbalzato nei giorni scorsi sulla stampa locale. Ce ne parla la dottoressa Lucia Magagnato, pediatra e diventata di fatto portavoce dei colleghi.

Dottoressa, cosa vedete, voi pediatri ogni giorno nei vostri ambulatori?

Questa è la stagione della tosse e dell'influenza: ogni anno in questo periodo noi lavoriamo tanto con le patologie respiratorie dei bambini. C'è però in questo periodo, in queste settimane, la sensazione di tutti, che non ha valore di studio ma è molto precisa e condivisa, che i bambini tossicano molto più del solito. Registriamo maggiori complicanze in chi è già asmatico, ma anche bimbi che di solito se la cavano con un po' di tosse che, invece, tossiscono per notti intere. Mamme che ci dicono: sono riusciamo a calmarli.

Quali cure si possono mettere in atto?

Cerchiamo di curarli con le solite terapie, l'aerosol, ad esempio. Ma fondamentalmente, se si può, anche latte e miele. Per scelta cerchiamo di dare meno farmaci possibile, ma purtroppo in molte occasioni dobbiamo prescrivere cortisone o antibiotici. Sono bambini con patologie che diventano anche serie. La nostra impressione, giorno per giorno, in ambulatorio, è di vedere tanti più bambini e tutti con problemi respiratori più importanti.

Una sensazione supportata anche dalla scienza...

Sì, se andiamo a guardare, la letteratura scientifica internazionale ci dice non esiste una soglia minima in cui le polveri sottili non sono tossiche e che un aumento di 10 microgrammi per metro cubo del PM10 coincide con aumento del 2/3% di ricoveri dei bambini, di aggravamenti di asma e polmoniti. Nell'arco dell'anno un aumento del 15% di bambini con asma e tosse cronica. Da fine anni Novanta si sono cominciati a studiare gli effetti dell'inquinamento sulla salute umana, pagine e pagine di studi e analisi.

Perché i bambini sono più esposti al rischio?

Perché la maggior parte dei neuroni si forma sotto i due anni e l'85% degli alveoli si sviluppa nei primi 6 anni di vita. Se io comincio a rovinarglieli, posso compromettere per sempre la capacità respiratoria del bambino. L'organismo in crescita assorbe più sostanza, quindi più tossicità. Allo stesso tempo, però, essendo immaturo, ha minori capacità di smaltire quello che è tossico.

Quali sono, allora, i gesti di prevenzione che i genitori possono attuare per proteggere i figli?

Il peggio degli inquinanti, idrocarburi, gas di scarico delle macchine, è concentrato a un metro dal suolo. Proprio dove respirano i più piccoli. Il bambino che cammina per mano a qualcuno respira un'aria peggiore di quell'adulto che lo accompagna. Quindi meglio portare i piccoli in giro nel marsupio che non sul passeggino o la carrozzina, tenerli lontani dalle macchine. È pazzesco vedere, fuori dalle scuole, le macchine in attesa con il motore acceso. Meglio portare i bimbi a scuola con il pedibus, scegliendo però percorsi preferenziali lontani dallo smog. Paradossalmente – e questo per noi è un dolore – mentre insistiamo con i genitori di tenere il più possibile i bimbi all'aria aperta, in questo periodo siamo costretti a consigliar loro di uscire poco.

E a casa?

A casa, ad esempio, bisogna evitare di tenere ambienti surriscaldati, che provochino poi un passaggio troppo brusco per il bambino dalla casa calda e secca all'esterno. Farebbe bene a tutti tenere basse le temperature a casa, a scuola, negli edifici pubblici, avere un buon isolamento termico che, tra l'altro, evita anche lo spreco di calore d'inverno e fa risparmiare. Non spetta a noi, però, indicare le soluzioni.

Una prima reazione alla lettera che voi pediatri avete scritto c'è già stata. Ha suscitato l'interesse del procuratore aggiunto Adelchi D'Ippolito...

Il procuratore ha una grandissima sensibilità su questo e su molti altri temi, in particolare nella difesa della popolazione e delle fasce più deboli, come i bambini. Ci siamo sentiti: mi ha spiegato che la Procura, ovviamente, può e deve intervenire se c'è un reato. Noi, come pediatri, non abbiamo individuato un particolare reato che venga commesso. Noi vediamo i risultati di una condizione che per noi è di emergenza e chiediamo aiuto. Lanciamo un pressante campanello d'allarme alle istituzioni: siamo in grande ansia.

Sono arrivate altre reazioni? Cosa vi aspettate ora?

C'è stato un grande interesse della stampa e dell'Ordine dei Medici che porterà questo tema a livello di Federazione, FNOMCeO, vista la dimensione nazionale del problema. Sappiamo che ci sono varie associazioni e comitati che si occupano di questi temi. La preoccupazione ci sembra diffusa. La speranza è che le alte sfere si muovano. Servirebbero, ad esempio, forti detrazioni e incentivi da parte dello Stato per spingere le persone ad ammodernare gli impianti. Se poi, ad esempio, un comune cominciasse ad applicare l'abbassamento delle temperature in tutti gli edifici pubblici e a fare una forte propaganda per sensibilizzare i cittadini, sarebbe un bell'esempio virtuoso. Se infine, ognuno di noi, invece che comprare la super macchina, quei soldi li spendesse per isolare meglio la propria casa, ambiente e salute di tutti ne gioverebbero. Ognuno deve muoversi, anche nel piccolo.

Lucia Magagnato, pediatra.

Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO di Venezia.

In allegato il pdf della lettera-appello scritta dai pediatri di Mestre e Venezia.

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