Conoscere e curare l'insonnia: un convegno ne svela i segreti

Un disturbo, l'insonnia, che colpisce, a seconda delle statistiche, tra il 10 e il 30% della popolazione, quindi moltissimi pazienti, uno su tre. Un disturbo che ha ripercussioni sociali pesanti, anche se difficilmente quantificabili. Un disturbo, dunque, che deve essere riconosciuto e trattato in primis dai medici di famiglia.
In particolare a loro, dunque, è rivolto il convegno I disturbi del sonno in programma sabato 28 maggio 2016, a partire dalle 8.30, nella sala convegni dell'OMCeO di Venezia, oggi intitolata a Caterina Boscolo. Un'intensa mattinata di studio organizzata dalla Fondazione Ars Medica, braccio operativo dell'Ordine lagunare, e che suggella, come già successo in passato, le collaborazioni con altri ordini professionali, in questo caso l'Ordine degli Psicologi del Veneto. Il convegno è accreditato per entrambe le categorie e assegnerà 4 crediti ECM.

A condurre la mattinata e a svelare tutti i segreti dell'insonnia, il dottor Marco Ballico, medico psicoterapeuta ed esperto di formazione, libero professionista e docente allo Iusve, l'Istituto Universitario Salesiano di Venezia.

Dottor Ballico, come è nata l'idea di questo convegno?
Da tempo, ormai, mi occupo di formazione ai medici, soprattutto ai medici di medicina generale, su questo tema. Il punto è che non esiste un farmaco perfetto per curare l'insonnia: spesso usiamo le benzodiazepine, non tenendo conto delle loro peculiarità farmaco dinamiche, o le non bdz, conoscendone poco sulla loro emivita o sugli effetti collaterali anche cognitivi.

Che tipo di paziente soffre d'insonnia?
Il fenomeno è molto diffuso, ne soffre tra il 10 e il 30% della popolazione. Colpisce in modo trasversale a tutte le età, con un picco intorno ai 30/35 anni e uno intorno ai 67/70 – dunque non è vero che i giovani non soffrono d'insonnia – e che è in relazione con molti fattori della vita: lo stress, la gravidanza, la menopausa, altri fenomeni psicosociali o anche con situazioni apparentemente idiopatiche, che sembrano, insomma, non avere cause riconoscibili. Inoltre dovremmo avere maggiore attenzione per le malattie psichiatriche concomitanti.
Il fenomeno, poi, ha costi sociali importanti: se dormo poco o male, vado a lavoro più tardi o non ci vado affatto, ho una scarsa concentrazione, guido in modo più distratto. La produttività crolla: se uno non riesce a dormire, si fa tutto peggio. Diventa una tortura, una vita impossibile.

Di che tipo di fenomeno di tratta?
È un fenomeno molto complesso che è stato poco trattato perché viene sottostimato, perché di farmaci non ne abbiamo tanti, perché viene in qualche modo accettato dalla società. In tutte le famiglie si sa che a una certa età si dorme meno e uno se la mette via. In realtà, però, genera un grande disagio: la vita giornaliera, dopo una notte difficile, è veramente molto complicata e faticosa.
Prima l'insonnia era considerata primaria o secondaria ad altre malattie, oggi è considerata un disturbo a sé. Il tema non è dormire poco o tanto, è la qualità del sonno, sono i microrisvegli, se mi sveglio più stanco di quando sono andato a letto, se ho un cerchio alla testa perenne...

Come è organizzata la giornata del 28 maggio?
Le cause del dormire poco e male sono molteplici. Il corso, allora, farà innanzitutto il punto della situazione con una rispolverata degli aspetti fisiologici del sonno, la sua struttura. Poi l'inquadramento gnoseologico: quali sono i disturbi dell'insonnia, quando e come si verifica – tutta la notte, solo una parte, il risveglio precoce – e come si riconosce. Infine l'approccio che può essere relazionale, terapeutico, farmacologico o psicoterapico. L'obiettivo è fornire ai medici gli strumenti giusti da usare con i loro pazienti: possono aiutarli con un farmaco, con un cocktail di farmaci, con l'approccio integrato.
Quando si usano farmaci a lunga durata d'azione c'è il rischio per il paziente di non averli ancora smaltiti al mattino. Un anziano, ad esempio, diventa un paziente a rischio quando magari si alza di notte, e, intontito, potrebbe cadere. Se uno è depresso, non posso dare un ansiolitico.
In sintesi: ci sarà una parte introduttiva epidemiologica, una neurofisiologica, una sul supporto diagnostico-terapeutico e, infine, la discussione di gruppo sui casi pratici, alcuni suggeriti da me, altri magari portati dai partecipanti.

A chi è rivolto il convegno?
I destinatari privilegiati sono i medici di famiglia: loro sono i primi ad affrontare i problemi dei pazienti. È raro, però, che l'insonnia venga proposta subito, come principale problema. Di solito è una scoperta che si fa in un momento successivo. I medici di famiglia hanno una grande opportunità di cogliere questi disturbi e dovrebbero avere anche gli strumenti per trattarli. La categoria è molto attenta al tema: in passato sono stati fatti sull'insonnia due grandi studi, Morfeo 1 e 2, con apporti importanti. L'ambizione della giornata è di evitare il ricorso allo specialista, con corrette modalità di lettura, di analisi e di azione da parte dei medici di famiglia.
Il convegno, però, potrà essere utile anche agli odontoiatri, in particolare a coloro che si sentono medici a tutti gli effetti: potranno imparare a cogliere e a non sottovalutare i sintomi dell'insonnia, che possono essere generici e banali, sapendo consigliare e indirizzare i loro pazienti. Una medicina di opportunità, insomma.
Il corso, infine, è indirizzato anche agli psicologi perché a volte vengono consultati per questo tipo di problema valutato esclusivamente dal punto di vista psicologico. Tutti, insomma, sono sentinelle sui bastioni della salute, per un disturbo apparentemente banale, socialmente anche accettato, che però potrebbe avere delle risposte.

Dottor Marco Ballico, psicoterapeuta.
Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO di Venezia.

Iscrizioni on line già aperte, clicca qui: http://www.ordinemedicivenezia.it/news/eventi-e-congressi/convegno-i-disturbi-del-sonno

 

Segreteria OMCeO Ve
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